Capitolo 47

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 Quella che doveva essere una cerimonia intima si trasformò in una festa di paese, ma Can e Sanem non potevano essere più felici e riconoscenti per quella dimostrazione di affetto proveniente dai loro concittadini.

Verso sera, quando ormai la maggior parte degli ospiti era rientrata a casa, l'avvocato di Can gli si avvicinò: "So che non è il momento più adatto per una conversazione simile, ma ho bisogno di parlarle prima di rientrare negli Stati Uniti, domani.."

"Non si preoccupi avvocato. Le sono davvero grato per aver annullato tutti i suoi impegni in modo da poter essere presente qui, oggi, per cui il minimo che posso fare è ascoltarla.."

"Ecco si tratta della sig.na Allison Parker...E' stato dimostrato che la soffiata, che ha fatto partire le indagini, proveniva da lei. Ha fatto una telefonata al Dipartimento di Giustizia utilizzando un cellulare usa e getta, che si è scoperto essere stato acquistato da lei. Il New York Times l'ha licenziata su due piedi e, oggi, ho appreso che è stata anche radiata dall'ordine dei giornalisti. Ora sta a lei decidere se proseguire con un'azione legale nei suoi confronti..."

"Prima di darle una risposta vorrei parlarne con mia... moglie" esitò un attimo nel pronunciare quella parola – moglie – che gli suonava ancora così poco familiare.

In quel momento sopraggiunse Sanem:" Tesoro, di cosa vuoi parlarmi?"

Can, brevemente, la mise al corrente delle ultime novità.

"Tu che ne pensi?" le chiese alla fine " In fondo Allison non ha danneggiato solo me..."

Sanem guardò prima l'avvocato e poi si rivolse a Can " Se devo essere sincera l'unica cosa che voglio veramente, è lasciarmi alla spalle tutta questa brutta storia. Allison ha avuto la sua punizione, portarla in tribunale a cosa servirebbe? Io non mi sentirei meglio e forse neppure tu....ma qualunque cosa tu decida io sarò al tuo fianco."

Can sorrise. In fondo si aspettava una risposta del genere dalla sua Sanem, ma questa volta era d'accordo con lei.

"Capisce avvocato perché ho sposato questa donna meravigliosa? Lei è la mia coscienza. Anche io voglio guardare avanti e credo che per Allison aver perso il lavoro e la possibilità di esercitare come giornalista sia ciò che di peggio le potesse capitare, per cui mi ritengo soddisfatto così. Spero davvero di non sentire più pronunciare il suo nome in futuro!"

"Va bene allora, procederò con la chiusura del caso" disse l'avvocato accomiatandosi poco dopo.

Quando anche l'ultimo invitato, Emre, se ne fu andato Can si rivolse a Sanem:"Allora sig.ra Divit, cosa vuoi fare adesso?"

"...Sig.ra Divit...come suona bene! Dimmi che tutto quello che sto vivendo è reale e che domattina sarà ancora così.."

"Ti prometto che ogni giorno sarà migliore di quello precedente Sanem e questo non è il lieto fine, ma l'inizio di una nuova vita, insieme....e ora che ne dici di inaugurarla come si deve?" le chiese e, senza attendere una risposta da parte sua, la prese per mano e la condusse alla macchina.

Giunti a casa la prese in braccio per farle varcare la soglia e poi la portò in camera. Aveva aspettato quel momento per tutta la giornata, da quando l'aveva vista avvicinarsi in abito da sposa. Voleva amarla, doveva amarla. Era un bisogno che non aveva nulla a che fare con il desiderio che aveva comunque di lei. Era qualcosa di più profondo: era la necessità di unirsi a lei per sentirsi completo.

Avete presente quando siete impegnati in un discorso, magari di fronte ad un pubblico, e all'improvviso vi bloccate perché vi manca la parola. Ce l'avete, lì sulla punta della lingua, eppure vi sfugge, vi sforzate, ma nulla....

Sanem, per Can, era quella parola mancante, quella parola che gli avrebbe permesso di chiudere il suo discorso e renderlo perfetto!

Il fatto che fosse diventata sua moglie lo faceva sentire ancora più legato a lei di quanto già non lo fosse, perché aveva giurato, non solo a stesso, ma ad Allah e a tutti i presenti alla cerimonia che l'avrebbe protetta e amata per tutta la vita.

Mentre la guardava dormire accanto a sé con i capello sparsi sul cuscino, le gote leggermente arrossate e le labbra ancora gonfie per i baci che si erano scambiati, pensò di non aver visto nulla di più bello e di non essersi mai sentito più sereno ed appagato. Solo una cosa poteva renderlo ancora più felice: un figlio!

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