UN ANNO DOPO
Era passato un anno da quando era stata lì, a New York. Un anno da quando aveva visto Can e gli aveva parlato. Un anno da quando si erano lasciati...e faceva ancora male, dannatamente male.
Lui era ancora nei suoi pensieri; anzi era il primo pensiero del mattino e l'ultimo della sera.
Si chiedeva come stesse, cosa facesse, se ogni tanto pensasse ancora a lei. Da Emre aveva appreso che non si era sposato e che continuava a lavorare senza sosta, sommando successo a successo, ma del suo privato non sapeva nulla.
Quando era tornata in Turchia, un anno prima, lui l'aveva cercata insistentemente, ma lei si era negata sempre, finché i messaggi e le chiamate erano cessati.
Durante quell'anno, però, era successa anche una cosa bella: Sanem aveva pubblicato il suo libro "L'essenza delle cose" che era stato accolto con favore dal pubblico e tradotto in diverse lingue.
Non era un romanzo vero e proprio, piuttosto una raccolta di pensieri e riflessioni che ognuno di noi matura dentro di sé, ma spesso non ha il coraggio di esprimere.
Forse era stato proprio questo che ne aveva decretato il successo. Ciascun lettore poteva ritrovarsi, in una di quelle pagine, perché quello che lei descriveva era il vissuto di tutti noi. La malinconia, il dolore, la rabbia, la delusione, il risentimento, il rimpianto, ma anche la gioia, la serenità, l'appagamento erano emozioni di tutti gli esseri umani a cui lei aveva dato voce.
Ora si trovava a New York per la presentazione del libro alla BEA (Book expo America) una delle fiere del libro più importanti al mondo.
Era orgogliosa di quello che aveva realizzato in quell'anno, anche se non avere accanto qualcuno con cui condividere quel traguardo le procurava una certa amarezza e rendeva la sua felicità incompleta.
Si ripromise, comunque, di non piangersi addosso e di godersi quella giornata.
Avrebbe dovuto rilasciare un'intervista per il New York Times ed, insieme al suo editore, incontrare poi alcuni agenti che avrebbero curato la distribuzione del libro negli Stati Uniti.
Si diede un'ultima veloce occhiata allo specchio e poi lasciò la camera.
All'ingresso del suo albergo un taxi la stava aspettando per portarla alla Fiera.
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Can, seduto alla scrivania del suo ufficio, soprappensiero, rigirava tra le dita l'invito che si era procurato per la BEA. Sapeva che ci sarebbe stata Sanem e questo era il solo motivo per cui voleva andarci.
Era passato un anno da quando lo aveva lasciato, ma il tempo, contrariamente a quanto si dice, non aveva guarito la sua ferita. Sanguinava ancora... All'inizio aveva tentato di mettersi in contatto con lei per spiegarsi, ma lei non aveva mai risposto e, alla fine, lui aveva capito e l'aveva lasciata andare.
Durante quell'anno tante cose erano cambiate...lui era cambiato.
Aveva troncato la sua relazione con Allison e non aveva permesso a nessun'altra donna di avvicinarsi a lui. Continuava a lavorare molto, ma aveva cominciato a selezionare i clienti e accettava solo le proposte che potevano portargli un arricchimento professionale più che economico. Difficilmente partecipava ad eventi mondani, preferendo starsene per conto suo, per questo della sua vita privata nessuno sapeva più nulla.
Ogni tanto sentiva suo fratello al telefono ma aveva sempre rifiutato i suoi inviti a passare alcuni giorni insieme a Kemer. Non era pronto!
Forse neppure adesso era pronto per rivederla, ma voleva congratularsi con lei per essere riuscita a realizzare il suo sogno. Era stata brava, brava davvero!
Adesso, ripensando a quanto era accaduto, capiva perché aveva l'aveva persa. Quando era venuta a New York si era dimostrato tutt'altro che innamorato. L'aveva trascurata e, peggio ancora, l'aveva umiliata ,prima facendole un regalo che non era assolutamente adatto a lei e, poi, avallando con il suo silenzio quanto aveva detto Allison.
La sua unica preoccupazione era stata quella di evitare pettegolezzi e chiacchiere pensando, di nuovo, di poter risolvere tutto DOPO.
Ma Sanem quel DOPO non glielo aveva concesso e lui, finalmente, aveva compreso che "rimandare ad un momento migliore" non sempre era possibile, perché non è detto che quel momento arriverà e tu rischi di ritrovarti a mani vuote.
Dopo un'ultima occhiata all'invito, Can lo infilò nella tasca interna della giacca, si alzò e lasciò lo studio diretto alla BEA.
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L'Essenza delle Cose
RomanceLui per realizzare il suo sogno ha abbandonato la famiglia, lei per la famiglia ha abbandonato il suo sogno. Non potrebbero essere più diversi, ma forse proprio per questo si completano a vicenda...