Poiché l'aria autunnale era troppo fresca, avevano deciso di cenare all'interno. Per tutto il tempo avevano chiacchierato del più e del meno come vecchi amici, evitando domande troppo personali. Can le aveva raccontato dei suoi studi ad Harvard, dei primi incarichi di lavoro e della sua vita a New York, mentre Sanem gli aveva parlato della sua esperienza ad Istanbul.
Ora mentre sorseggiavano il caffè sapevano entrambi che era giunto il momento della resa dei conti.
Fu Can ad iniziare: "Ho letto le lettere...tutte.."
"Quelle lettere le ho scritte 10 anni fa" disse Sanem sulla difensiva.
"Vuoi dire che non pensavi le cose che hai scritto?"
"Voglio dire che in dieci anni le cose cambiano, noi siamo cambiati ed io ho smesso di credere nei sogni" rispose Sanem.
"E' per questo che sei tornata ad Istanbul? Perché hai smesso di credere di poter diventare una brava scrittrice?" insistette ancora Can.
"Sono tornata ad Istanbul perché mio padre si era ammalato e le mie priorità erano cambiate."
"Sposerai Levent?"
"Sposerai Allison?" gli fece eco Sanem.
Si guardarono, una luce di sfida negli occhi. Nessuno dei due avrebbe ceduto.
Questa volta fu Sanem a prendere la parola: "Levent è un brav'uomo, saprà rendermi felice!"
"Ma tu lo ami?" volle sapere Can.
"Tu, meglio di chiunque altro, dovresti sapere che all'amore, spesso, viene data troppa importanza.." gli rispose.
Can capì che di quel passo non sarebbero arrivati da nessuna parte e che da Sanem non avrebbe ottenuto nessuna confessione per cui decise di cambiare approccio.
"Ascolta Sanem, sei arrabbiata con me....e lo capisco, ne hai tutte le ragioni...ma sono venuto qui per cercare di riparare al torto che ti ho fatto...non potremmo ripartire da zero?"
Sanem lo scrutò attentamente prima di rispondere. Ne era ancora profondamente innamorata e probabilmente lo sarebbe sempre stata. Con lui si era sentita completa come non le era mai più capitato in seguito ma era consapevole che la vita di Can era altrove e che quello che lui le offriva non era altro che un'amicizia.
"Davvero Can io non capisco cosa tu voglia sentirti dire....Per 10 anni non mi hai mai cercata...non ti sei mai preoccupato di dove fossi o di cosa stessi facendo...ed ora improvvisamente sembra che il mio perdono ti sia indispensabile...che io ti sia indispensabile...Perché? ....cosa vuoi da me Can?"
Non era preparata alla risposta che seguì.
"Voglio te Sanem!....Voglio quella ragazza che mi ha scritto che l'amore ha il mio volto, la mia voce ed il mio nome!"
Aveva parlato senza riflettere. Sapeva che era ingiusto illuderla, eppure la desiderava così tanto!
Un bisogno quasi fisico di averla accanto a sé, di toccarla, di abbracciarla, di baciarla come aveva fatto quel giorno in negozio.
Ma Sanem, ancora una volta lo sorprese. Si alzò velocemente dalla tavola e si allontanò quanto più possibile da lui:" Quella ragazza non c'è più Can...mi dispiace....ora è meglio che vada...grazie per la cena."
Can, però, difficilmente accettava un "no" come risposta. Era abituato a vincere, sempre. Si mise davanti a lei e la provocò: "Dimmi che non hai provato nulla quando ti ho baciato, dimmi che non hai sentito quello che ho sentito io e ti lascio andare...ma dimmelo guardandomi negli occhi".
La stava sfidando, Sanem lo capiva bene ma non si sarebbe arresa anche se le costava grande fatica :" Quello che ho provato non ha nessuna importanza, Can. Domani tu te ne andrai, tornerai a New York alla tua ricca vita da avvocato, da Allison ed io ho troppo rispetto per me stessa per accontentarmi delle tue briciole e placare i tuoi sensi di colpa. Credo di meritarmi molto di più!"
Quelle parole furono come un pugno allo stomaco per Can. Gli tolsero il respiro e la parola perché sapeva che erano la verità. Non poteva replicare e la lasciò andare.
Come aveva anche solo potuto pensare che Sanem fosse come Allison, che si sarebbe accontentata di una notte insieme a lui o di essere la sua amante durante i pochi giorni che avrebbe trascorso lì, in Turchia?
Non si dava pace per essere stato così stupido. Voleva riprendersela, si era detto ed, invece, il solo risultato che aveva ottenuto era quello di farla allontanare ancora di più.
Aveva siglato accordi internazionali, stipulato contratti milionari, tenuto testa ai capi d'azienda più incalliti, eppure non era riuscito a spuntarla con quella ragazza che del mondo conosceva poco o nulla, pensò con amarezza.
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L'Essenza delle Cose
RomanceLui per realizzare il suo sogno ha abbandonato la famiglia, lei per la famiglia ha abbandonato il suo sogno. Non potrebbero essere più diversi, ma forse proprio per questo si completano a vicenda...