Kemer si stava preparando ad ospitare i turisti della nuova stagione balneare. Nell'intera cittadina c'era un gran fermento ed un'allegria quasi palpabile. Tutti si davano un gran daffare per rendere il centro ed il lungomare accoglienti. Le vetrine dei negozi venivano tirate a lucido e riempite di souvenir, i bar ed i ristoranti ponevano all'esterno tavolini ed ombrelloni, le fioriere, lungo i marciapiedi, si riempivano di boccioli multicolori e le prime barche private attraccavano al molo.
Sanem amava particolarmente quel periodo dell'anno quando ogni cosa sembrava riprendere vita dopo un lungo letargo. Era come svegliarsi dopo una notte di sonno profondo e ritrovarsi pieni di energie.
La primavera per Sanem era sinonimo di leggerezza e spensieratezza, mentre l'autunno induceva alla malinconia e alla nostalgia per ciò che eravamo costretti a lasciar andare o che ci abbandonava, nostro malgrado, proprio come le foglie che cadevano dagli alberi e venivano disperse dal vento in mille direzioni diverse.
E proprio perché l'autunno appena passato le aveva arrecato tanto dolore, Sanem aveva deciso che quella primavera doveva essere particolare, doveva segnare un nuovo inizio per lei.
Aveva ripreso a scrivere e quella mattina avrebbe fatto il primo bagno della stagione che, secondo la credenza popolare, era propiziatorio per ottenere fortuna in amore e nel lavoro, perché nuotare nell'acqua ancora fredda denotava capacità di sopportazione e spirito di sacrificio, oltre che coraggio ed un pizzico di pazzia.
Ed ora si trovava lì, in quell'insenatura che aveva scoperto insieme a Can e che tante volte li aveva visti insieme.
Si spogliò e, lentamente, si avvicinò alla riva del mare. Timidamente allungò un piede a toccare l'acqua, ma lo ritrasse velocemente perché era fredda ed un brivido le percorse tutto il corpo.
Fece un secondo tentativo e questa volta riuscì ad immergere entrambi i piedi fino alla caviglia prima di tornare sulla sabbi asciutta.
"Di questo passo ti ci vorranno giorni per bagnarti completamente" disse una voce, quella voce, dietro di lei.
Si girò di scatto e trovò Can che la osservava divertito in bermuda e maglietta.
"Se ti va potremmo provarci insieme" le disse porgendole la mano
Sanem lo guardò e dopo un attimo di esitazione gliela prese ed insieme avanzarono verso il mare.
Quando l'acqua arrivò all'altezza delle anche decisero che era il momento di immergersi . Sempre tenendosi saldamente per mano, contarono fino a tre e poi si piegarono sulle gambe in modo da bagnarsi fino alle spalle. Sanem rabbrividì e Can ne approfittò per attirala verso di sé e abbracciarla. Non voleva fare altro, solamente tenerla accanto a sé. E lei lo lasciò fare perché aveva bisogno di quel calore, aveva bisogno di sentirsi protetta, di qualcuno che si prendesse cura di lei. Non durò molto, però, perché poi cominciarono a schizzarsi a vicenda come ragazzini urlando e ridendo.
"Ora è meglio se usciamo, non vorrei trascorrere i prossimi giorni a letto ammalata" disse Sanem a corto di fiato
"D'accordo" rispose Can.
Corsero sulla spiaggia, recuperarono gli accappatoi e poi si sedettero sulla sabbia fianco a fianco.
"Grazie!" gli disse Sanem.
Lui la guardò, poi, senza pensarci un attimo in più, le disse "Credo di essere innamorato di te Sanem!"
Lei girò il viso nella sua direzione puntando gli occhi nei suoi e apri la bocca per rispondergli ma Can glielo impedì ponendo un dito sulle sue labbra "Shh non dire niente, ascolta e basta....credo di essere innamorato di te Sanem. In questi mesi mi sono buttato nel lavoro per cercare di non pensarti, ma non ha funzionato. Tu sei sempre lì, nella mia mente, sei diventata un'ossessione, una dolce ossessione. Quando Emre mi ha detto che non ti eri sposata è stato come se mi avessero tolto un peso dal cuore e ho ripreso a respirare.. Non ti prometto che sarà facile, ma ti chiedo di provarci perché so che anche tu senti quello che sento io.."
L'aveva colta del tutto impreparata, non sapeva cosa dire. Aveva sognato per anni quel momento eppure non riusciva a lasciarsi andare, aveva paura. Calde lacrime cominciarono a rigarle le guance e Can gliele asciugò con i pollici prendendole il viso tra le mani. Fu il punto di non ritorno. Senza mai staccare lo sguardo dal suo si avvicinò fino a sfiorarle le labbra con le sue. Erano morbide, calde, proprio come le ricordava con un leggero sapore di salsedine.
Per quanto lo desiderasse non approfondì quel bacio.
Sanem aveva bisogno di tempo per fidarsi di lui e non voleva forzare le cose. Aveva già sbagliato troppe volte, non poteva farlo ancora.
Si staccò da lei e si alzò invitandola a fare altrettanto. "Andiamo" le disse ma Sanem lo trattenne.
"Non vuoi sentire la mia risposta?" gli chiese.
"Pensavo avessi bisogno di rifletterci un po' sù"
Lei scosse la testa ed alzandosi in punta di piedi lo baciò. Non servivano parole.
Can la afferrò per la vita, la sollevò e la fece volteggiare attorno a sé. Non si era mai sentito così felice!
In lontananza Emre vide la scena e sorrise. Prima di chiunque altro aveva intuito che tra suo fratello e Sanem c'era più di un'amicizia. Si augurava solo che il loro sentimento fosse abbastanza forte da superare tutte le difficoltà, tra le quali la distanza ed Allison. Come avrebbe reagito? Emre la conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe rinunciato facilmente a Can, non tanto perché lo amava, ma perché era ambiziosa e l'ambizione poteva essere estremamente pericolosa.
STAI LEGGENDO
L'Essenza delle Cose
RomanceLui per realizzare il suo sogno ha abbandonato la famiglia, lei per la famiglia ha abbandonato il suo sogno. Non potrebbero essere più diversi, ma forse proprio per questo si completano a vicenda...