Capitolo 30

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 Nonostante la lontananza di un anno ed il bisogno che avevano di sentirsi, di toccarsi, di amarsi, nei loro gesti non c'era fretta, ma una dolcezza infinita. Si scoprirono lentamente, con pazienza, ciascuno attento alle reazioni dell'altro. Era la loro prima volta insieme e volevano che fosse perfetta. Quando si addormentarono, abbracciati, avevano entrambi la consapevolezza di aver trovato nell'altro il proprio posto nel mondo.

La mattina successiva Can, svegliandosi, si ritrovò solo e per un attimo ebbe paura. Poi sentì dei rumori provenire dalla cucina. Si alzò e scese, fermandosi ai piedi delle scale. Sanem era di spalle ai fornelli e stava cucinando qualcosa. A piedi nudi, le gambe scoperte, con indosso solo la camicia rossa era una visione ai suoi occhi. La osservò per un po', attento a non farsi sentire, pensando di essere l'uomo più fortunato della terra per avere il privilegio di essere amato da una donna come lei.

Quando Sanem si girò dovette fare uno sforzo per non scoppiare a ridere: un delizioso baffo di cioccolata era dipinto sul suo labbro superiore.

"Cosa stai facendo?" le chiese facendo finta di nulla.

"Scusami, non volevo svegliarti, ma ho pensato di preparare la colazione e ho trovato della cioccolata...so che non è la stagione più adatta, ma so anche quanto ti piaccia..."gli rispose.

"Mmmmm ...ed è pronta? La cioccolata, intendo..."

"Sì certo. Te ne verso un po' in una tazza..."

"No, aspetta...non serve" la fermò Can avvicinandosi a le,i che indietreggiò fino ad addossarsi al bancone della cucina "L'assaggio da qui" continuò lui chinandosi sulle sue labbra.

"E' davvero buona!" disse quando si staccò da lei, che ancora aveva gli occhi chiusi ed era rimasta senza fiato "La vorrei così ogni mattina.."

"Can!" lo riprese giocosamente Sanem " sei davvero incorreggibile!"

"Sei tu che mi provochi. Ti trovo qui nella mia cucina mezza nuda, che altro dovrei fare? Non sei forse stata tu a dirmi che dovrei seguire di più quello che mi dice il cuore ? Ed il mio adesso ti sta chiamando a gran voce...Non lo senti?" le chiese prendendole la mano e poggiandola sul suo petto all'altezza del cuore. Batteva frenetico. "Lo senti?" chiese ancora "Batte così per te Sanem. Tu lo hai riportato in vita e hai riportato in vita anche me...Ti amo immensamente"

"Ti amo anch'io Can...ma come faremo a gestire tutto questo? Io domani devo rientrare in Turchia.."

"Beh pensavo che potrei passare l'estate a Kemer.."

"Davvero? Oh sarebbe fantastico...ma come farai con il lavoro?"

"Al momento non ho grosse trattative per le mani. Potrei gestire tutto per email e video chiamate...e poi c'è sempre il mio assistente...Ricordi? lo hai conosciuto anche tu, Ned Carter. Credo sia giunto il momento di responsabilizzarlo un po' di più" ripose Can sorridendole malizioso e continuando a giocare con i suoi capelli.

A Sanem non sfuggì quella sua espressione furba." Avanti cosa c'è Can....perché mi guardi così?

Sai che mi imbarazzi..."

"Non c'è motivo di imbarazzarsi, ma credo sia importante parlare di questa notte.."

Lei cercò di scappare, il fuoco sulle guance, ma lui la bloccò tra le sue braccia " E' stata una notte fantastica Sanem...e tu sei stata meravigliosa. Mi sono sentito amato come mai prima...grazie!"

A quelle parole Sanem alzò il viso verso di lui e guardandolo negli occhi rispose "Anche per me è stato così...Tu sei il mio sogno più grande che si è realizzato Can".

In quel momento non c'erano parole che potessero esprimere quello che provava. Lo aveva letteralmente catturato e capì che non avrebbe più potuto fare a meno di lei, ma la cosa per la prima volta non lo spaventava affatto. Era pronto a lasciarsi tutto alle spalle, se questo fosse stato necessario, per condividere il futuro con lei. Quello che adesso desiderava era solo renderla felice, essere lui il l'artefice di quel sorriso che le illuminava il volto e avrebbe fatto di tutto perché questo diventasse la realtà di ogni giorno.

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