Capitolo 52

1.6K 145 17
                                    


 I lavori di ristrutturazione della villa richiesero meno tempo di quanto si pensasse e, tutto sommato, non furono nemmeno troppo "invasivi".

Alla fine il risultato fu funzionale ed esteticamente bello.

Can e Sanem si tennero la parte della casa che comprendeva la cucina, con il suo ampio terrazzo, che, all'occorrenza, poteva essere sfruttato come sala da pranzo all'aperto per la colazione degli ospiti, la camera matrimoniale e lo studio. La restante parte, tre camere con relativi bagni, fu dotata di un'entrata indipendente e destinata a B&B.

Emre, infine, si occupò delle fotografie e della creazione di un sito web attraverso il quale pubblicizzare la nuova struttura.

Il suo rapporto con Elisabeth procedeva a gonfie vele ed i due, ormai, facevano coppia fissa. Lei aveva ripreso a lavorare a fianco di Ned Carter, che aveva rilevato lo studio di Can, o, almeno, quello che ne era rimasto, mentre Emre era rimasto alla National Geographic riducendo, però, di molto i suoi viaggi all'estero.

I due fratelli si sentivano spesso. Quello che avevano vissuto li aveva avvicinati parecchio e, appena gli era possibile, Emre raggiungeva Can a Kemer per trascorrere del tempo insieme.

Avevano riscoperto il significato e l'importanza di essere una famiglia ed entrambi non vedevano l'ora che quella famiglia si allargasse con l'arrivo dei bambini.

"Hai mai dei rimpianti, Can?" gli chiese Emre un pomeriggio di primavera, mente sorseggiavano un tè, godendosi i primi tepori e la vista del mare in lontananza. Lui ci pensò su alcuni istanti e poi rispose:" E chi non ne ha, Emre? Avrei voluto dire a nostro padre che gli volevo bene e lo ammiravo, ma non l'ho fatto; non avrei dovuto allontanarmi così da tutti voi; avrei dovuto leggere le lettere che mi aveva spedito Sanem e risparmiarle tanta sofferenza...ma se tutto ciò fosse accaduto, saremmo così, oggi?...Non lo so....Non si può vivere di rimorsi. Preferisco credere che sia stato un percorso necessario per diventare quello che sono, per ottenere quello che oggi mi rende fiero di me stesso."

"Quindi non ti mancano New York ed il tuo lavoro di avvocato?"

Di nuovo Can attese qualche attimo e poi disse:" Non rinnego gli anni di New York e tutto quello che ho fatto in quel periodo. Mi è anche piaciuto e molto. Ho condotto una vita agiata e mi sono divertito...ma poi cosa mi è rimasto? Nulla! Qui con Sanem sto bene, le mie giornate sono piene e non ho bisogno di altro. Sono felice Emre e, adesso che ci penso, è la prima volta che posso affermarlo con assoluta certezza!"

"Sai fratello, quella donna ha fatto miracoli su di te!"

"Sanem E' un miracolo...ma anche Elisabeth non è da meno . Siamo stati fortunati" replicò sorridente Can.

"Lo penso anch'io!" concordò Emre alzando il bicchiere per brindare.

Dalla finestra di casa Sanem osservava la scena, commossa, e si ricordò di una conversazione che aveva avuto tempo addietro con il sig. Aziz, proprio lì, dove ora stavano parlando e ridendo Can ed Emre.

" Sai Sanem cosa mi piacerebbe vedere prima di morire?" le aveva chiesto " I miei figli che confabulano e si scambiano confidenze, complici, come dovrebbero essere due fratelli. Emre, segretamente, ha sempre ammirato Can: è stato un po' il suo idolo, mentre Can ha sempre considerato Emre poco affidabile. In realtà si assomigliano molto quei due ragazzi. Hanno un cuore grande così e darebbero la vita l'uno per l'altro ma sono troppo orgogliosi per ammetterlo."

"Ecco" pensò Sanem "quel giorno era arrivato. "Peccato che lei non possa essere qui dott. Aziz e che non ci sia più neppure tu papà" aggiunse sottovoce prima di uscire e raggiungere quei due uomini che erano entrati nella sua vita; uno come un uragano, con la sua sicurezza e la sua forza e l'altro in punta di piedi, con la sua saggezza e che lei, seppur in modo diverso, amava profondamente.

L'Essenza delle CoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora