Capitolo 21

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 Quando Sanem si svegliò, l'indomani, Can non era accanto a lei.

Dal basso sentì provenire un rumore di piatti ed un delizioso profumo di caffè. Si sporse dalla balaustra del soppalco e vide che Can stava preparando la colazione. Poi lo vide salire e veloce si rinfilò nel letto fingendo di dormire.

Lui si distese di nuovo vicino a lei, tirandosela vicino, le scostò i capelli dal viso e vi depositò una scia di baci fino al collo. "Lo so che sei sveglia" le disse.

Sanem spalancò gli occhi trovando quelli di Can che la fissavano divertiti. "Come hai dormito?" le chiese malizioso.

"Magnificamente...e tu?" rispose

"Vorrei dormire abbracciato a te tutte le notti.."

Un enorme sorriso le illuminò il volto ed un leggero rossore le imporporò le guance. Era davvero bella e Can dovette fare uno sforzo per trattenersi, ma non voleva forzare le cose. Aveva intuito che la sera precedente Sanem, chiedendogli di dormire con lei, aveva dimostrato di fidarsi e lui certo non voleva deluderla.

"Cosa vorresti fare oggi?" le chiese

Sanem lo guardò sorpresa "Ma non devi andare al lavoro?"

"No, mi sono preso la mattinata libera.. sei contenta?"

"E me lo chiedi?" gli rispose di rimando lei "Voglio vedere i posti che solitamente frequenti"

"Sul serio?" Can era visibilmente stupito. Si sarebbe aspettato tutto tranne una simile richiesta.

"Certo, voglio conoscere tutto di te..."gli spiegò.

Fecero colazione e poi uscirono. Can la portò in biblioteca, le fece vedere il tribunale, quindi il bar sotto l'ufficio, dove talvolta si recava per un veloce spuntino, ed infine la fece salire nel suo studio.

Quando entrarono furono accolti da un'agitatissima Elisabeth.

"Avvocato, grazie a cielo è arrivato! E' tutta la mattina che provo a contattarla ma il suo cellulare è sempre spento" lo rimproverò.

"Evidentemente non volevo essere disturbato, le pare?"

"Sì, si certo. Ma il Presidente dell'ABC Enterprise la sta cercando con insistenza. Sembra ci siano problemi con l'ultimo contratto di acquisizione royalties che abbiamo stipulato" spiegò la sua segretaria.

"Dannazione!" imprecò Can.

Sanem tentò di tranquillizzarlo "Can ascolta, tu rimani pure qui, io chiamo un taxi e mi faccio portare a casa, così mi preparo con calma e poi ci vediamo questa sera...non è un problema per me davvero!"

"D'accordo! Ti ringrazio davvero Sanem. Risolverò al più presto questa faccenda, te lo prometto" le disse "Elisabeth chiami un taxi per la signorina Aydin, per favore" aggiunse poi rivolto alla sua segretaria.

Sanem avrebbe voluto abbracciarlo e salutarlo con un bacio ma lui la lasciò in fretta per chiudersi nel suo ufficio. Lei ci rimase male ma cercò di non darlo a vedere.

Rientrata a casa trascorse qualche ora a scrivere. Le erano venute in mente delle idee per il suo libro e ne approfittò per svilupparle. Mangiò un panino, guardò un po' di televisione e poi nel tardo pomeriggio incominciò a prepararsi. Uscita dalla doccia sentì il cellulare squillare e si precipitò a rispondere. Era Can. "Amore mi dispiace tantissimo ma non riesco a rientrare. Ho un cambio d'abito qui, per cui appena avrò finito, andrò direttamente al ricevimento. Ho detto ad Emre di passarti a prendere e ci vediamo là..."

"Emre è a New York?" fu l'unica cosa che Sanem riuscì a chiedere perché troppa era la delusione che faceva fatica a mascherare.

"Sì, si fermerà anche lui qualche giorno. L'ho già avvertito e sarà da te alle 20.00....mi dispiace davvero tanto Sanem" aggiunse prima di riattaccare.

Sapeva che Can non aveva nessuna colpa di quello che era accaduto, tuttavia si sentiva ferita e ci mise un po' per calmarsi.

Alle 20.00 era comunque pronta e decisa a godersi quella serata.

Quando Emre la vide rimase senza parole "Per la prima volta nella mia vita invidio mio fratello...Allah, Sanem sei fantastica!"

Indossava un tubino attillato nero senza maniche lungo fino al ginocchio con del pizzo trasparente che lasciava intravedere la schiena in maniera molto elegante e per nulla volgare. Ai piedi un paio di décolleté nere con il tacco. Aveva raccolto i capelli in uno chignon morbido che lasciava libera qualche ciocca ai lati del viso. Gli occhi e la bocca erano valorizzati da un leggero trucco che la rendeva ancora più attraente di quanto già non fosse.

"Ti ringrazio Emre, anche tu non sei niente male" gli disse Sanem prendendolo sotto braccio e avviandosi al taxi che li stava aspettando.

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