Capitolo 34

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 Can non si capacitava di quanto era accaduto e di come potesse essere accaduto.

Sapeva di non aver mai fatto nulla di illegale, per cui le accuse che gli venivano mosse non avevano nessun fondamento. Tuttavia la macchina della giustizia si era messa in moto e doveva fare il suo corso e a lui non rimaneva che pazientare.

Il suo studio era stato posto sotto sequestro, il suo appartamento perquisito, il suo patrimonio bloccato e gli era stato imposto di non lasciare New York.

Era stato trattato come il peggiore dei criminali, nonostante non avesse alcun precedente e la sua fedina penale fosse pulita, ma quello che più lo preoccupava era che non aveva ancora potuto mettersi in contatto con Sanem.

Si chiedeva se sapesse qualcosa di quanto gli era capitato o, se pensasse che si fosse di nuovo dimenticato di lei. Questo pensiero lo terrorizzava.

Si erano appena ritrovati, Sanem aveva dimostrato di fidarsi di lui, non poteva deluderla ancora.

Aveva chiesto al suo avvocato di rintracciarla e di chiamare anche suo fratello, ma fino a quel momento non aveva ricevuto notizie da nessuno dei due.

Chiuso nel suo appartamento, si sentiva un animale in gabbia; non poteva agire, ma si sforzò di mantenersi calmo e di riflettere.

Da quanto aveva appreso, al Dipartimento di Giustizia era giunta una segnalazione riguardo alcune acquisizioni estere concluse dalla ABC Enterprise, che, secondo tale fonte, sarebbero state pagate con denaro di provenienza illecita. Poiché di questi contratti si era occupato lui, come pure dei bonifici, le autorità avevano emesso a suo nome una notifica di atto di citazione e lui aveva dovuto procurarsi un avvocato. Quello che Can proprio non riusciva a spiegarsi era come fosse partita quella segnalazione, dal momento che in quelle trattative non c'era mai stato nulla di strano.

Era come se qualcuno avesse agito di proposito, ben sapendo che le indagini non avrebbero portato a nulla, se non a gettare una macchia sul suo nome e su quello dello studio.

I vertici della ABC Enterprise, intanto, avevano già preso le distanze, sostenendo che Can aveva approfittato della sua posizione all'interno del consiglio di amministrazione e della fiducia accordatagli per agire alle loro spalle e avevano avanzato una richiesta di risarcimento danni.

In ogni caso quella faccenda avrebbe avuto ripercussioni negative: anche se avesse salvato la sua reputazione, il suo patrimonio ne avrebbe comunque risentito.

Chi mai poteva volere una cosa simile? A chi aveva "pestato" i piedi? E chi era al corrente di quei contratti? Quegli interrogativi non gli davano pace e gli venivano in mente solo tre nomi: Elisabeth, la sua segretaria, Ned Carter, il suo assistente ed Allison.

Can scartò senza esitazione i primi due, così gli rimase solo Allison. Possibile? "Sì" si disse.

Allison era una donna senza scrupoli, lo aveva già dimostrato e lo detestava per come si era comportato con lei, inoltre, avrebbe potuto facilmente accedere a quelle informazioni, perché, quando ancora stavano insieme, Can era solito portare a casa i dossier per rivederli con calma e lei poteva averli letti.

Tutto quadrava, ma bisognava dimostrarlo!

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