Capitolo 24

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Ran e Kazuha continuavano a parlare del più e del meno, quando squillò il telefono alla prima, prese il telefono e vedendo il nome sul display, il suo cuore impazzì, andò fuori e rispose.

<<S...Shinichi...>>

<<Ran...come stai?>>

<<B...bene tu?>>

<<Tutto ok, ho sentito Heiji e mi ha detto che va tutto bene>>

<<Ci siamo presi un bello spavento...>>

<<Eh si, ma ora sta meglio...e menomale>>

<<Questo è l'importante...>> Ran era in imbarazzo, voleva dirgli tante cose, voleva dirgli cosa provava. che non poteva starci più così lontana ma ogni volta che provava a dirglielo si bloccava per paura di una sua reazione.

<<Ran...m...mi manchi...>>

Ran diventò rossa e rimase sorpresa, Shinichi non era mai stato così sentimentale, però amava sentirselo dire <<A...anche tu...non sai quanto...>>

<<Ti prometto che tornerò!>> soffrono molto entrambi.

<<I...io ti aspetterò...>> qualche lacrima scendeva.

<<Ci vorrà un po', perché questa organiz...ehm questo caso è molto difficile>> triste.

<<Lo so...>> sguardo basso con tono malinconico <<Ma non fa nulla, ti aspetterò anche per 10 anni>>

<<Ran...>> non sa cosa dirgli, vorrebbe urlarle la verità vorrebbe dirle che non è mai andato all'estero, vorrebbe dirle quanto la ama, vorrebbe dirle...che vuole solo lei!

<<Shinichi? Sei caduto?>>

<<N..no>> rise <<Mi stava parlando mia madre e sono rimasto un po' spiazzato>>

<<Ah ok>> rise nuovamente <<Shinichi...>> riprese nuovamente mentre arrossiva<<Ecco...t..ti voglio bene...>>

Shinichi arrossì <<Anch'io Ran...scusami, ma ora devo andare>> chiuse la chiamata.

<<Aspe...>> guardando il display arrossendo.

Conan fece aspettare un po', per poi ritornare in stanza dove vide Ran in un misto tra felicità e malinconia, la ragazza uscì nuovamente per farsi una passeggiata: era felice per averlo sentito, ma malinconica per non averlo lì con lei, in quel momento di "solitudine" ripensò alla chiamata e ad ogni frase che diceva, una in particolare era sospetta, si era bloccato a metà cambiando una parola, ma si era sentita, iniziava a sospettare.

Kazuha era preoccupata per Ran <<Mi auguro solo che Shinichi non le abbia detto cose brutte...>>

<<Non penso proprio!>> rispose Heiji.

<<Non si sa mai>>

<<Non è il tipo lui, lo conosci bene Kazuha!!>>

<<Non intendo cose orribili, intendo, magari che non può venire...>>

<<Lo sai che non può...sta risolvendo un caso immenso! Ora dobbiamo starle vicini, altrimenti crolla. Giusto piccoletto?>>

Conan, sobbalzò alla domanda improvvisa e rispose <<Ehm s..si>>

<<Tutto bene Conan?>> domandò la ragazza mettendosi alla sua altezza.

<<Eh s...si, stavo solo pensan...>> non fece in tempo a finire la frase, che Heiji gli mise una mano in testa finendo la frase per lui <<E' un bambino Kazuha, avrà i suoi pensieri, lascialo stare>> sorrise.

<<Va bene>> rise.

Nel parco fuori l'ospedale, Ran continuava a passeggiare e pensare <<Cosa intendevi?>>

<<Mi avrà sentito quando ho detto Organizzazione? Spero di no, lei deve assolutamente starne fuori!>> pensò il bambino.

<<Non me la racconti giusta Shin..>>

<<Non posso permettere che venga tirata in mezzo, poi se Gin la rapisse per arrivare a me? Non oso immaginare cosa le possa fare!>>

<<Devo vederci chiaro!>> esclamò la ragazza.

Intanto in hotel, Ai continuava la formule dell'antidoto, che ora manca davvero poco.

<<Tutto bene Ai?>> domandò Agasa.

<<Si si>>

<<Prima ti ho vista piangere, sei sicura che sia tutto ok?>>

Arrossì <<S...si...>>

<<Pensi sempre a lui vero?>>

Ai distolse lo sguardo triste <<N...non ha importanza...>>

Fuori dall'hotel dove alloggiavano i due, era parcheggiata la Porsche 356A, stesso modello di Gin! Ai uscì sul balcone per prendere una boccata d'aria, ma quando la vide sbiancò e indietreggiò <<S...s...sono qui!!>> tremando.

Il dottore la prese in braccio tranquillizzandola <<Shh shh tranquilla, siamo al 4° piano>> la abbracciò forte.

La piccola, ricambiò e mentre chiudeva gli occhi, ripercorse ogni brutto ricordo che ha associato a Gin: l'uccisione di sua sorella e dei suoi genitori. Per il troppo stress, iniziò a piangere. In quel momento qualcuno bussò alla porta, ad Ai si raggelò il sangue, Agasa le consigliò di nascondersi. La persona che bussava aumentava d'intensità <<C'è qualcuno?>>

Agasa fece un respiro profondo e si diresse verso la porta.

L'ultima battaglia prima della paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora