Capitolo 48

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Quel pomeriggio, a villa Kudo, Subaru era da solo in casa e mentre sorseggiava il bourbon, vide due persone entrare nella casa del dottor Agasa, imbracciò il fucile e uscì per andare a controllare, non si sa mai. Caricò il fucile ed entrò nascondendosi per sentire i due parlare.

<<Il capo ci ha detto di ricercare qui, ma sono sicuro che non troveremo nulla!>> esclamò l'uomo.

<<Vuoi per caso averlo contro? Una virgola sbagliata e siamo morti!>> ribatté la donna.

<<Lo so, però abbiamo perquisito questa casa da cima a fondo e non abbiamo trovato nulla!>>

<<Vorrà dire che dovremo rifarlo>> 

Subaru, alzò una mattonella e trovò una chiavetta, probabilmente conteneva una copia della formula dell'antidoto e pensò aprendo l'occhio destro <<Sono proprio deficienti>> uscì di soppiatto e mise una cimice sulla loro macchina. Tornò in casa e attese che partirono seguendoli con il PC che captava il segnale fino a 250km! Partirono e Subaru li "seguiva" da casa, quando il segnale si fermò ad una cinquantina di chilometri! Subaru andò a controllare, ma sfortunatamente era in un parcheggio di un centro commerciale: avevano cambiato auto!

Intanto nella base degli uomini Gin, aprì la porta della cella della piccola Ai e lanciò la foto con il dottor Agasa, Conan e i tre giovani detective <<Ehilà principessa>> sorrise.

La piccola vide cos'aveva lanciato, la prese stringendola forte mentre le scendevano le lacrime sapendo che il dottore non c'era più e i bambini, nonostante fossero fastidiosi delle volte, voleva bene a tutti, specialmente ad Ayumi.

<<Che bella foto che hanno trovato in casa tua>>

<<C...cosa vorresti dire?>> balbettò terrorizzata.

<<Nulla nulla>> rise.

<<Crepa mostro!>>

<<Ora sappiamo qualcosina di più sulla nostra piccola Sherry...>>

<<Vai all'inferno Gin!>>

<<...si è rimpicciolita e si è fatta dei nuovi amici>> sorrise.

<<N...non osare toccarli! Sono solo dei bambini, non c'entrano nulla!

<<Ora sai cosa gli potremmo fare>> facendo un ghigno maligno.

<<No Gin no FERMATI ti prego!>>

<<Non sappiamo ancora i nomi, ma non ci vorrà molto prima che scopriamo tutto di loro>> continuando il suo ghigno.

<<M...mi auguro che ti ammazzino!>>

<<Posso morire solo se uccido te>>

<<Ti da fastidio che nessuna donna ti ami e che soddisfi il tuo ego>>

<<Un solo nome: Vermouth. Lei mi amava ma io non la calcolavo di striscio. Fatto sta che me la sono portata a letto un po' di volte...>> sorrise mettendosi all'altezza di Ai <<...e se ricordo bene...anche con te ci sono riuscito una volta>>

<<Mi fai schifo!>> la piccola provava disgusto al vedere la faccia di quell'uomo orribile

<<Mica colpa mia>> rise.

<<Muori verme!>>

Gin si alzò, prese la foto e disse <<Vuoi tenere questa foto ricordo?>>

Ai rispose <<Tanto so che non me la fai tenere, sei senza cuore! Ecco perché non ti ho mai amato. Andare a letto con te è stato l'errore più grosso della mia vita! E se devo dirla tutta...quella volta non sei stato neanche granché>>

<<Non sono stato granché io?>> rise di gusto.

<<Si! Fai schifo!>>

Gin la prese per la faccia tirandola su di peso <<Ma se quando avevamo finito non ne potevi più, eri fradicia di sudore>>

<<Sai, so fingere bene. Eri talmente disgustoso che mi veniva il nervosismo e sudavo>>

<<Ahh sai fingere bene pensa te>> lasciando la presa sulla sua faccia, facendola cadere violentemente a terra e poi si mise alla sua altezza con la sigaretta in bocca <<Vediamo se sai fingere ora>> prese il braccio Ai e ci spense su la sigaretta facendo urlare di dolore la bambina, poi se ne accese un'altra, diede due tiri e poi spense la sigaretta sulla foto, facendo bruciare la faccia del dottore. <<Considerala una specie...di lista quella bellissima foto. Buonanotte Sherry>> uscì dalla cella chiudendo la porta, lasciando la piccola sola e indifesa.

Ai iniziò a piangere per il dolore della caduta, della sigaretta e per il fatto di essere la causa delle disgrazie di tutti i suoi amici.

Nel frattempo Shinichi e Ran erano ancora in centro il ragazzo domandò <<Che facciamo?>>

<<Non lo so, andiamo a vederci un film?>>

<<A casa mia?>>

<<Boh si, dove vuoi tu detective>>

<<E vada per casa mia>> sorrise si incamminarono tenendosi per mano, mentre un losco figuro poco distante chiamò una persona.

<<Capo i due bersagli tornano a casa, cosa faccio?>>

<<Torna a casa anche te, li colpiremo in un altro momento>>

<<Ma signore...>>

<<Ubbidisci!>>

<<V...va bene signore>> chiuse la chiamata e scappò via.

L'ultima battaglia prima della paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora