(Due giorni dopo)
"Cosa vorresti fare scusa?"
"Non questo. La tua idea è pessima! Fuori!"
"Zu....Professoressa Zahir..." la richiamo, sentendo quanto si sta agitando, mentre spedisce fuori dal suo ufficio della sede di Roma, un suo collaboratore.
Quest'ultimo esce, sbattendo la porta.
Mi alzo e chiudo a chiave, per poi andare verso di lei e poggiare una mano sulla sua spalla.
"Zulema calmati..."
"Mh..." mi tira da un polso, facendomi sedere su di lei a cavalcioni.
Rido, mentre porto le braccia dietro al suo collo.
"Non risolvi nulla cosi"
"Invece si...mi risolvi molte cose" si abbassa sul mio collo e lo bacia delicatamente, facendomi sorridere mentre la stringo a me.
Le accarezzo la testa, mentre non stacca le labbra dalla mia pelle.
"Lavori su questo caso da..." guardo l'orologio appeso alla parete accanto a me e poi le alzo il viso.
"Cinque ore...e stamattina ci siamo alzate presto...sei stanca" mi guarda e mi da un bacio a stampo, per poi mettermi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Perché non vai in hotel e sistemi la roba. Siamo arrivate e ci siamo fiondate qua. Riposati un po. Sta sera ti porto a cena"
Effettivamente siamo arrivate ormai molte ore fa e dall'aereoporto ci hanno portate direttamente alla compagnia per una chiamata urgente sul caso che Zulema ha ricevuto al gate.
Ci siamo alzate presto stamattina per il volo, che non è durato molto, ma abbiamo dovuto arrivare prima per il check-in.
Avevamo l'aereo alle 9, ma dovevamo presentarci per le 8 e la sveglia è suonata alle 6:30.
Il ricordo di ore fa, nella sua cucina, mi torna in mente."Buongiorno Rubia"
Mi dice mentre le stringo i fianchi da dietro, baciandole la spalla lasciata leggermente scoperta dalla felpa che le è scesa.
"Buongiorno" alzo leggermente la sua maglietta e accarezzo la pancia nuda, facendola rabbrividire.
"Che buon profumo"
"Sono i soliti pancake Maca" dice ridendo appena.
"Mh...non parlavo di quello..." porto le labbra sul suo collo, mentre noto come sposta la testa di lato, lasciandomi accesso. Porta le mani sulle mie e mi accarezza i dorsi, mentre la schiaccio sempre più contro al ripiano.
Con una mossa rapida si volta e mi prende in braccio, mettendomi seduta su uno degli sgabelli. Avvinghio le gambe intorno alla sua vita e la tengo vicina, mentre sento che mi sfila la felpa.
La getta per terra e abbassa la spallina della mia canottiera di raso.
"Mh...." le prendo la testa, tenendola sulla mia pelle, mentre sento i suoi denti prendere lembi di pelle delicatamente.
"Abbiamo l'aereo Zulema..."
"Lo so..." infila le mani sotto la canottiera e cerca di salire ai seni, ma la fermo, staccandola leggermente.
"Aspetta..." le prendo il viso e noto come alza gli occhi al cielo.
"Vale. Dios..." sorrido e quando lo faccio mi morde le labbra abbastanza forte.
"Ahia!" Le do uno schiaffo leggero, che la fa ridere e le tolgo le gambe dalla vita.
"I pancake si bruciano Zulema" si stacca dopo avermi dato un rapido bacio a stampo, per poi sbuffare.
Sorrido e mi mordo il labbro inferiore guardandola, per poi afferrare un mirtillo e mangiarlo."Rubia..." dice Zulema richiamando la mia attenzione.
"Mh..."
"Che pensi?" La guardo e sorrido, accarezzandole il viso.
"Per la cena vale...per il resto no. Non credere che io vada via. Rimarrò con te" mi avvicino e le prendo le labbra, mentre sento le sua mani sotto la mia maglietta.
"Mh...Sei una testarda"
"Sempre stata" dico, staccandomi e dandole un bacio sul collo, per poi alzarmi e girare intorno alla sua scrivania.
Mi siedo di fronte a lei, afferrando alcuni fogli.
"Troviamo la soluzione insieme. Come sempre..." dico guardando le numerose carte bianche che hanno invaso la sua scrivania trasparente, mentre sento il suo sguardo su di me.
La guardo e sorrido, vedendo come mi fissa.
"Que?"
"Niente..."
"Dai Zulema..." dico appoggiando i fogli e sporgendomi verso di lei, che gira gli occhi al cielo e si alza, avvicinandosi e prendendomi il mento.
"Abbiamo altri giorni prima del processo e sono le 17. Siamo appena arrivate e non dovevamo nemmeno lavorare. Ti porto fuori..." mi prende la mano e mi fa alzare, per poi tirarmi verso l'attaccapanni e passarmi il capotto.
Siamo ad ottobre e il clima è abbastanza fresco.
"Zulema stavamo lavorando...non credo sia-"
Mi bacia, bloccando le mie parole e io sussulto, per poi prenderle il viso con le mani.
"Voglio portarti in giro..."
"Si Zule ma se ci vedono?"
"Tranquilla trovo un modo..." dice prendendomi la mano, che intreccia alla sua finché attraversiamo i corridoi vuoti, per poi mollarla quando passa la gente.
Questo mi fa male.
Non poter urlare al mondo che è mia e che io sono sua.
Il fatto che anche un gesto cosi semplice come prendermi la mano, non può esistere davanti agli altri.
Per le persone siamo solo un avvocato e la sua specializzanda.
Questo non mi importa, perché l'unica cosa certa è che mi importa di vivere tutto questo con lei, non importa cosa pensa la gente.
Ma vorrei poterla vivere liberamente, senza doverci nascondere.
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𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-
FanfictionLa legge. Un ambito di studio sicuramente eccellente. Nuovi avvocati, magistrati e tutto ciò che quell'università concerne, sembra attirare l'attenzione della studentessa Macarena Ferreiro. Una studentessa laureata a pieni voti, con lode, e ora p...