Capitolo 52 (Ormai è tutto finito)

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(MACA's POV)

Sono passati pochi giorni da quando Zulema mi ha lasciato, in quel carcere freddo, buio e grigio.
Mi volto verso la sveglia, che segna le 6:30, cosi mi alzo dal letto contro voglia, dirigendomi nel bagno.
Mi guardo allo specchio, dopo essermi sciacquata la faccia con l'acqua gelida, e noto solo le tremende occhiaie che circondano i miei occhi verdi, tremendamente rossi e gonfi per il pianto che ogni notte non riesco a fermare.
Il buio, la sera, sono i peggiori nemici di una persona che sta male, perché nella notte, sei solo. Sei tu e te stesso. Puoi provare a non pensare. A non dar sfogo alle tue paure. Ma quando ti metti nel letto, osservando quel soffitto bianco, tutto riaffiora con rapidità, e non puoi fare altro se non affrontarlo.
Nel buio vedo il viso di Zulema. Vedo tutto ciò che eravamo e che abbiamo perso. Sento le parole che mi sussurrava nel letto, mentre mi accarezzava e mi tranquillizzava.
Ma con i giorni che passano, qualcosa di lei si perde nella mia testa. Un piccolo dettaglio ogni giorno comincia a sparire. E nonostante siamo passati forse cinque giorni, non so più come profumi la sua pelle.
Dicono che la prima cosa che sparisce è il profumo, e infatti è cosi.
Vorrei poter appoggiare il viso nell'incavo del suo collo ancora una volta, ispirando quella fragranza meravigliosa che ormai non ricordo più, ma non è possibile.
Ci sono kilometri a separarci, e sbarre di ferro che la tengono rinchiusa in un luogo in cui ci sono persone che cerca di combattere da tutta la vita.
È il suono del campanello a riportarmi alla realtà, cosi scuoto leggermente la testa, guardandomi allo specchio un'altra volta, per poi andare ad aprire.
La Riccia se ne sta sulla porta, con i capelli pettinati alla perfezione e uno sguardo contraddetto sul viso.
"Cosa cazzo fai ancora in pigiama?!"
"Sono solo le 6:40" dico indicando l'orologio appeso al muro, mentre lei entra in casa, che condividiamo ma che uso solo io, poiché lei dorme da Saray quasi ogni notte.
"Alle 7:30 inizia la lezione Macarena. E anche se la tua bella e sexy professoressa non è qui, devi arrivare puntuale lo stesso e lottare per il tuo lavoro"
"Rizos..." dico sedendomi sul divano in modo scomposto, portandomi una mano alla tempia.
"Non so se è ancora quello che voglio"
"Macarena non dire puttanate" dice tirandomi da un polso, ma io faccio resistenza, rimanendo seduta.
"Non ho la forza Rizos. Lei era ciò che me la dava" abbasso la testa e sento il divano affianco a me sprofondare leggermente, segno che si è seduta.
Poggia una mano sulla mia gamba, che accarezza, per poi alzarmi il mento con un dito.
"So che fa male..." e nel sentire quelle quattro, semplici, parole, il mio cuore si spacca, e i miei occhi diventano subito lucidi.
"So che ti manca tanto. Ma lei ha scelto di sacrificare il suo amore e la sua relazione per il tuo bene"
"Cosa cazzo ne sa lei del mio bene? Lei era tutto ciò che mi importava"
Mi alzo di scatto, andando davanti alla porta-finestra, che da sul nostro piccolo e meraviglioso giardino, mentre una lacrima mi riga il viso, scendendo come la pioggia di questo giorno grigio e scuro.
"Macarena...ha ragione. Ha fatto la cosa giusta per te"
"Per me?!" Mi giro di scatto, e avanzo verso di lei, puntandole un dito contro.
"La cosa giusta per me era che mi lasciasse decidere! Invece mi ha mandata via. Mi ha allontanata come se fossi una rosa preziosa che non si può sciupare. Una di quelle da tenere sotto una campana di vetro. Ma io non ho bisogno di essere protetta. Io avevo solo bisogno di lei. Avevo bisogno di sapere che anche se separate, almeno stavamo insieme. Che lei era sempre li per me. Invece adesso..." la mia voce si rompe, mentre il mio viso viene invaso da milioni di lacrime.
"Adesso mi ha lasciato e penso solo alle cose che ho perso" sussurro, mentre mi lascio cadere nuovamente sul divano.
Si avvicina a me, abbracciandomi forte, mentre io appoggio la testa sulla sua spalla, lasciando cadere le lacrime dai miei occhi.
"So che fa male e ti brucia qua" dice mettendo una mano sul mio petto, dove il peso stava diventando insopportabile.
Annuisco e lei lo fa con me, per poi appoggiare la fronte sulla mia.
"Non sono lei. Ma ti prometto che ti starò sempre accanto. Sono sempre qua con te"
"Lo so..." la stringo, e mentre lo faccio, sorrido leggermente, pensando a quanto sono fortunata ad averla.
"Ora però basta piangere" mi stacca, prendendomi il viso tra le mani, per poi asciugarmi le lacrime con i pollici.
"Lei vuole che tu ti laurei e diventi un eccellente avvocato come lei. Non c'è più e questo ti uccide. Lo so. Ma prendi ciò che ti ha dato e usalo per vivere meglio. Alzati. Lavati la faccia. E preparati che tra poco inizia la lezione" annuisco, sorridendo appena, per poi fare ciò che mi ha detto la Riccia.
Se non fosse qua, non saprei cosa fare e come affrontare tutto questo.
L'assenza di Zulema mi sta distruggendo, ma devo reagire e andare avanti con la mia vita, prima di mandare tutto a puttane.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora