Capitolo 55 (28 luglio)

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15 LUGLIO

(MACA's POV)

"Macarena sai vero che è cambiata? Tirarla fuori di li non cambierà le cose..."
"Lo so..." sussurro, mentre guardo dritto davanti a me l'ingresso del carcere di Cruz Del Norte, che mi da una sensazione di vuoto e solitudine. Vivere lì dentro ventiquattro ore su ventiquattro, non deve essere facile. E' comprensibile che in ormai quasi sei mesi sia cambiata, ma sono certa che in fondo in fondo, la vecchia Zulema sia ancora lì.
Vedo le sbarre aprirsi, e il mio cuore comincia a battere forte, sapendo che a momenti uscirà l'araba dagli occhi perfetti. Dopo aver raccolto abbastanza prove, abbiamo richiesto al giudice la libertà vigilata fino al giorno del processo, dove il suo destino verrà deciso. Affronterò quel processo a testa alta, e sarò l'avvocato che Zulema ha sempre visto in me. La tirerò fuori da questo enorme casino, che ha scelto di vivere per salvarmi la vita. Non perdonerò mai a me stessa di essere stata la causa di questi sei mesi infernali, e spero di poter ritrovare quella persona che avevo imparato ad amare.
Solo quando vedo quel caschetto nero uscire dall'edificio sento il cuore perdere un battito, mentre le mie mani cominciano a tremare leggermente. La guardo e vedo solo la sua bellezza infinita, che mi ha sempre resa vulnerabile a lei. Indossa i vestiti che ho preso dal suo armadio questa mattina, consegnandoli all'ufficio per quando sarebbe stata liberata: dei jeans neri fasciano le sue gambe magre, mentre una maglietta bianca a maniche corte copre la parte superiore. Alla caviglia porta il localizzatore previsto per le persone in libertà vigilata.
Si copre gli occhi con le mani, ancora ammanettate, quando il sole le colpisce il viso, continuando a camminare verso di noi, scortata da una guardia.
"Alla fine sei uscita Zahir...state attente, è pericolosa questa bastarda" dice la guardia, puntando lo sguardo su me e Saray, mentre toglie le manette dai polsi di Zulema.
"Ciao ciao" dice l'araba una volta libera, facendo il gesto del saluto, aprendo e chiudendo la mano, mentre ride.
"Katrina ti manda i suoi saluti..." noto sul viso di Zulema una sorta di sorpresa nel sentire quel nome.
"Ah si?" dice ridendo appena, con un sorrisetto furbo e malizioso sul viso.
"Sei stata in isolamento, non hai potuto salutare la tua puttanella. Sono felice che te ne vai, non sei più la puta reina Zulema" lei lo guarda, mantenendo quel sorriso di sfida, e noto quanto sia cambiata.
"Niente dura per sempre" risponde lei, e per qualche ragione, ho la sensazione che si riferisca anche ad altro. L'uomo scuote la testa, per poi girarsi e andarsene, diretto verso la prigione.
Zulema si volta ora nella nostra direzione, e io sorrido, con gli occhi lucidi.
"Zule..." avanzo, cercando di avvicinarmi, ma lei mi sorpassa, facendo scontrare la sua spalla con la mia, spostandomi. Entra in macchina, con un viso a dir poco freddo e serio, mentre io abbasso la testa, sentendo il dolore che la sua lontananza mi provoca.
"Maca..." dice Saray, accarezzandomi la spalla, ma io subito mi sposto da quel contatto, andando verso la macchina.
"Sto bene" entro e mi siedo lontana da Zulema, dal momento che lei sembra non voler alcun tipo di contatto con me, e per quanto mi faccia male, devo rispettare anche le sue volontà.

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(ZULE's POV)

Arriviamo davanti alla casa che non vedo da sei mesi, e appena scendo dalla macchina guardo ogni piccolo particolare, cercando di ricordare com'era vivere qui, dopo aver passato metà anno in quel buco grigio.
Dopo un pò cominci davvero a perdere ogni tipo di speranza, e ti chiedi cosa succede all'esterno. Per un po il ricordo di Macarena mi dava quella forza di continuare a mantenere dentro di me quella Zulema che lei amava, ma con il passare dei giorni, anche la sua immagine diventava sfuocata nella mia mente. All'inizio ero solo una donna che fingeva di essere cattiva, mentre adesso, lo sono diventata.
"Zule...tutto okay?" mi volto verso la gitana, mentre noto come Maca non mi guardi nemmeno più, probabilmente cercando di rispettare i miei spazi. Il problema è che io non posso più stare con lei, perché la Zulema che conosceva e che amava è morta. Non si merita la donna che sono diventata.
"Si" mi tolgo dal contatto con Saray, per poi dirigermi verso il cancello che Macarena ha appena aperto, entrando in casa.
Mi è mancato terribilmente questo posto, come mi è mancata la biondina che non posso trascinare in questa parte oscura della mia vita.
Sento il buon odore dell'erogatore di profumo, e quello inconfondibile di Macarena, lo stesso che giorni fa mi ha fatto venire scosse in tutto il corpo, durante quella visita.
Fingere che non mi importi più nulla di lei è la cosa più difficile che io abbia mai dovuto fare, ma devo farlo, per non darle il peso di una Zulema che ormai è completamente diversa da quella che ero.
"Zulema vuoi qualcosa? Da bere o mangiare..."
"No" dico semplicemente, guardando la ragazza bionda che annuisce, per poi andare verso la cucina, probabilmente a prendere qualcosa per lei. Mi siedo sul divano, accanto a Saray, continuando a guardare questo posto.
"Ti è mancato?"
"Si" dico con un minuscolo sorriso, per poi guardare la gitana accanto a me, che mi guarda come per rimproverami del mio comportamento.
"Que?" dico facendo uno sguardo freddo, che ormai ho imparato ad indossare come una maschera incollata alla pelle.
"Sembri tutto tranne che felice per essere uscita"
"Non ho scelto io. Vi avevo detto di lasciare stare ma come al solito fate di testa vostra"
"Potevi opporti" la guardo, ridendo appena, per poi scuotere la testa. Saray sa bene che avrei potuto, ma è anche consapevole che non l'ho fatto perché in fondo tengo alla mia libertà.
"Lei ti ama ancora"
Nel sentire quelle parole, abbasso la testa, guardandomi le mani, per poi annuire, sentendo i passi di Macarena che si avvicinano, e sussurro un flebile 'lo so'.
"Tieni Saray" dice Maca, allungandole un bicchiere d'acqua, mentre lei le fa l'occhiolino. Capisco da come si comportano che hanno legato tanto, e sono felice che Macarena abbia avuto qualcuno come Saray accanto ad aiutarla. A darle sostegno. A non farla sentire sola.
"Quindi? Chi è il mio primo avvocato? La biondina novellina?" abbassa la testa, e capisco che questo mio comportamento la sta ferendo, ma se voglio tenerla lontano da me, devo farlo. Non posso lasciare che si avvicini a me un altra volta. Finirò per rovinare quella parte buona e innocente di lei, sporcandola con il marcio che ho intorno. Ho fatto cose orribili in carcere, e non voglio che conosca quella parte di me. Preferisco che rimanga al ricordo di quella Zulema che ha amato nei mesi prima di venire arrestata. Una Zulema che in fondo manca un pò anche a me.
"Zulema smettila"
"No...Saray tranquilla...lasciale fare la carcerata stronza e senz'anima. Non mi interessa niente. Si Zulema, sono io il tuo primo avvocato. E, per la cronaca, la 'biondina novellina' ha trovato e scoperto cose che tu non avevi nemmeno considerato. Quindi ti consiglio di stare attenta a come mi tratti. Potrai anche aver messo una maschera, che ora è diventata parte di te, ma tu eri quella che mi ha mandato una lettera dicendomi che mi affidavi la tua cazzo di compagnia perché vedevi te stessa in me. Sei quella che mi ha lasciato tutto. Mi hai detto addio, lasciandomi a piangere per minuti su quella sedia. Hai rifiutato ogni visita, ogni telefonata. Mi hai chiamata quella notte, e mi hai detto che non avresti mai potuto dimenticare niente. Quindi vai...comportati come una stronza apatica e senza sentimenti, ma ricordati che io sono la stessa persona che elogiavi e stimavi. La stessa che hai amato, e a cui hai lasciato tutto" piange mentre mi urla queste parole in faccia, e sento un dolore enorme in mezzo al petto, che riesco a nascondere bene dietro questa maschera invisibile, dietro un atteggiamento menefreghista e uno sguardo freddo.
La guardo, e quando vede che continuo con il mio comportamento, se ne va, scuotendo la testa, diretta verso il piano di sopra.
"Cazzo Zulema perché devi fare la stronza? Hai idea di com'è stata senza di te?"
"Come se per me fosse stata una passeggiata" dico, per poi alzarmi e andare davanti alla porta finestra, mentre vedo il riflesso di Saray alle mie spalle che si alza per andare da Macarena.
Guardo fuori, e noto il cielo scuro, con dei lampi, segno che sta per cominciare a piovere. Apro la porta, ed esco, togliendomi le scarpe. Metto i piedi nudi nell'erba, sentendo la terra sotto i piedi, mentre qualche goccia comincia a scendere, e piano piano, la pioggia si intensifica.
Guardo il cielo, per poi chiudere gli occhi, sentendo le gocce d'acqua sul viso, che cominciano a bagnarmi rapidamente. Sono così grata a Macarena per quello che sta facendo, perché mi sta restituendo quella libertà che credevo di non poter riottenere mai più.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora