Capitolo 50 (28 Gennaio)

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24 GENNAIO

ZULE'S POV

"Maca..." busso sulla porta della camera, chiusa da ore e ore. La apro appena, facendo entrare un po di luce nella stanza che è illuminata solo dai fulmini e dai tuoni del cielo.
"Preciosa...posso entrare?" la guardo mentre è rannicchiata su un fianco, dando le spalle alla porta, con il piumone bianco tirato fin sopra la spalla. Nessuna risposta arriva dalla sua bocca, mentre un rombo enorme proviene dall'esterno. C'è un bruttissimo temporale, e scende veramente tanta acqua, che picchietta sulle finestre e sul tetto della casa.
Entro, chiudendomi la porta alle spalle, e mi incammino con lentezza verso il letto, cercando di essere cauta in questo momento così delicato. Non si alza dal letto da quel dannato e inutile processo.
"Hey..." mi siedo accanto a lei, accarezzandole la spalla, cercando di capire se sta dormendo, ma quando la guardo noto una lacrima rigarle il viso.
"Maca...non è vero quello che pensi" ancora nessuna risposta.
Mi sdraio accanto a lei, e le accarezzo i capelli biondi, ma lei si sposta leggermente, facendomi chiudere gli occhi.
"Maca..."
"Vattene Zulema" la sua voce roca e rotta arriva alle mie orecchie, facendomi rabbrividire per un momento. Odio vederla soffrire. Non se lo merita. Vorrei poterle regalare un mondo senza dolore, ma alla fine cos'è la vita senza? Se non soffrissimo, non ci sarebbe la gioia che viene dopo. Senza il dolore, non ci sarebbe la felicità per il suo superamento. La vita può forse essere considerata una grande ed enorme bilancia: ogni cosa è funzionale a qualcosa. Tutto serve. Tutto è necessario. E per quanto brutto, il dolore fa parte di questa vita, e nessuno può toglierlo.
"No...puoi ascoltarmi?"
"Zule ti prego" sussurra in mezzo ad un pianto di rancore e pentimento.
"So cosa pensi e provi, ma ti prego ascoltami" per qualche secondo rimane ferma, e così io, ma proprio quando ci stavo per rinunciare, alzandomi dal letto, la sua voce risuona nuovamente nella stanza.
"Rimani" mi volto, con la mano sulla maniglia e gli occhi lucidi. Si volta verso di me, e per la prima volta dopo ore vedo il suo viso rosso e pervaso dal dolore che quel processo le ha dato.
Annuisco, mollando la porta, che chiudo, per poi mettermi nel letto con lei. Sposto le coperte, e ci vado sotto, sentendo subito il calore che sostituisce il freddo di questa nottata piovosa di Gennaio.
Appoggio la testa al cuscino, guardandola e spostandole qualche ciocca ribelle dal viso, che presenta occhi rossi e gonfi, a causa delle lacrime versate.
Ci guardiamo per momenti infiniti, poi noto il suo viso corrucciarsi in un pianto in arrivo, cosi mi avvicino, tirandola su di me, e lei mi lascia fare. Si stringe a me, portando la testa sul mio petto e il braccio intorno alla mia vita, scoppiando in un pianto liberatorio.
"L'ho uccisa" chiudo gli occhi nel sentirla, e vorrei dirle dell'insabbiamento, delle prove false, ma se lo sapesse, comincerebbe a cercare, e si metterebbe nei guai. L'ultima cosa che voglio è che si faccia uccidere per cercare di scoprire una cosa che risulta quasi impossibile anche per me scoprire.
"Maca...non sei stata tu. Okay?" le alzo il viso, asciugandole con i pollici le lacrime che scorrono sulla sua pelle morbida.
"Come lo sai? Ero fuori di me. Ero gelosa. Sai bene che la gelosia, mescolata con tutte quelle cose che ha detto l'avvocato, potrebbero avermi fatto compiere un atto come quello. Zulema l'ho uccisa...l'ho uccisa"
"Hey...basta...calmati ti prego" le stringo il viso, e poso le mie labbra sulle sue, che sanno leggermente di sale, a causa delle lacrime.
"Ora ascoltami...va bene?" annuisce, guardandomi con un'espressione dolce e spaesata.
"Tu volevi un mondo di bene a Yolanda. Eravate migliori amiche e avrete litigato un milione di volte. Giusto?"
"Si ma-"
"Aspetta lasciami finire" annuisce ancora e io le sorrido, dandole un bacio sulla fronte.
"Non sei un'assassina Maca. Vogliono farti credere di esserlo, ma non lo sei mai stata e non lo sei nemmeno ora. Sei la ragazza più buona che io abbia mai conosciuto, e sei altruista. Sei sempre pronta ad aiutare gli altri. Per questo hai scelto di diventare un avvocato, giusto?"
"Si..." sorrido, accarezzandole i capelli biondi, leggermente scompigliati.
"Non hai ucciso tu Yolanda. Non avresti mai potuto. Nemmeno per una scenata di gelosia mescolata ad un pò di alcool. Okay?" annuisce, scoppiando nuovamente a piangere. La stringo a me, mentre delle lacrime rigano anche il mio viso.
"Ti tirerò fuori da questo casino. Te lo prometto..."
"Zulema non puoi saperlo...stiamo perdendo...devi accettare che potrei andare-"
"Smettila. Non dirlo. Non permetterò che ti portino in quel posto orrendo. Questa è una promessa..." ci guardiamo e noto una parvenza di un piccolissimo sorriso sul suo viso, che io accarezzo, godendomi questi occhi verdi perfetti.
Appoggia nuovamente la testa sul mio petto, e mentre le accarezzo i capelli, sento la sua testa piano piano diventare più pesante, così come il suo respiro, e la mano intorno alla mia vita allenta lentamente la presa, rimanendo solo appoggiata.
Mentre dorme, prometto a me stessa che farò di tutto per proteggerla.
Non permetterò a nessuno di portarla in quel posto pieno di gente che non c'entra nulla con lei.
"...andrà tutto bene" sussurro nella notte, mentre i miei occhi cominciano a sbattere lentamente, diventando pesanti.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora