Capitolo 57 (Forse hai ragione)

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(ZULE's POV)

Sono passati due giorni da quella notte. Due giorni in cui io e la bionda ci siamo parlate a malapena. Quella notte per me è stato un ritorno bellissimo, ma senza dubbio sbagliato. Ho già detto che non voglio trascinare Macarena nella mia vita. Non adesso. È troppo incasinata.
La guardo, mentre siamo sedute in quest'isola della cucina, mangiando dei pancake che ho preparato, cercando di ritornare ad una normalità che sembra lontana.
Macarena ha ragione, non posso tenerla qua con me, e allo stesso tempo mantenere quella distanza che voglio ci sia. Che ci deve essere. Vorrei poterla baciare e avere in qualsiasi momento della giornata, ritornare come eravamo un tempo, ma so di non poterlo fare. Quello che è successo in carcere mi ha cambiata, mi aveva fatto spegnere qualsiasi tipo di emozione o sentimento, e adesso lei è qui a ricordarmi di avere un passato fantastico che in carcere avevo finito per dimenticare.
Guardo i suoi capelli tirati in uno chignon di media altezza, con due ciocche che le cadono davanti al viso. Sta guardando il piatto davanti a lei, con un piccolo sorriso sul volto. Oggi è il primo giorno in cui torniamo al lavoro insieme, sottolineando anche il mio ritorno. Vorrei poter entrare lì dentro tenendole la mano, ricordando com'era quando tutto era normale. Vorrei riuscire a tornare ad essere quella che ero un tempo, ma probabilmente non accadrà mai.
"É buono" dice, facendomi risvegliare dai miei pensieri, mentre annuisco, facendole un piccolo sorriso, quasi impercettibile.
Mi sforzo di essere dolce, ma mi risulta difficile dopo sei mesi di pura cattiveria. Sei mesi in cui ho dovuto fingere di essere una criminale super ricercata. Perché in quel posto se non sei pericolosa, sei una preda.
"Sei pronta?" Sussurra, per poi poggiare una mano sulla mia, appoggiata alla superficie di marmo davanti a noi.
"Ehm...si" dico, per poi alzarmi, con la scusa di mettere i piatti nel lavandino, per interrompere quel contatto che mi fa ricordare di quanto io debba tenerla lontana.
"Andiamo?" Dico, mentre lei annuisce, un po cupa in viso. È così da due giorni, dopo che mi sto comportando come se non fosse mai accaduto niente.
Come se quella notte fosse stata un sogno.
Se ne va, salendo le scale per andarsi a vestire, mentre io abbasso la testa, chiudendo gli occhi per ricordarmi di quelle sensazioni.
Ricordo i baci caldi, il suo sapore, il suo calore.
Scuoto leggermente la testa, risvegliandomi da tutto ciò, per poi salire al piano superiore, pronta a vestirmi per una nuova e intensa giornata.

"Vuoi continuare a non parlarmi per molto?" Dice, con un tono leggermente irritato, mentre siamo nella macchina diretta alla compagnia.
"Mh?" Sussurro, guardandola dritta negli occhi.
"Zulema siamo state a letto insieme...puoi comportarti come una persona adulta e affrontare la cosa?"
Ci guardiamo, mentre noto Carlos darci una rapida occhiata dallo specchietto retrovisore, per poi riportare gli occhi sulla strada.
Fisso quegli occhi verde menta, chiedendomi cosa debba fare: potrei provare a ritornare quella donna che ero, oppure arrendermi all'idea che non potrà ritornare mai più. Sono così combattuta perché non voglio ferirla nuovamente in questa mia battaglia con me stessa. Ogni giorno è una lotta, perché non devo più fingere, non devo più essere cattiva, respingendo qualsiasi tipo di emozione, ma ormai è come se fosse tutto sparito.
È come se con i mesi, quella vecchia parte di me fosse sparita. Come se fosse stata risucchiata in profondità.
"Siamo arrivate" dico, svicolando ancora una volta da questa conversazione, per poi aprire la portiera.
Milioni di fotografi e giornalisti sono piazzati davanti all'ingresso, sparandoci in faccia i flash delle macchine fotografiche. Macarena mi affianca, e la guardo per qualche secondo, per poi afferrarle la mano, cogliendola di sorpresa. Noto come i suoi occhi scattino sul mio volto, mentre io le faccio un piccolo sorriso, che lei non ricambia. Probabilmente pensa che io stia facendo tutto questo per la stampa, quando in realtà sto solo seguendo ciò che mi dice l'istinto.
Attraversiamo tutto l'ingresso scortate dalle guardie di sicurezza, che tengono la stampa invadente lontana, per poi varcare la soglia di quella compagnia che credevo persa. Macarena mi molla immediatamente la mano, per poi camminare avanti senza di me. La comprendo. Capisco che questo è il suo comportamento in reazione all'atteggiamento che ho avuto in tutti questi giorni.
Per come l'ho trattata dopo esserci stata a letto.
La guardo camminare davanti a me nel suo tailleur nero, che mi fa letteralmente impazzire per come le sta. Mi era mancato vederla camminare in questa compagnia, guardando ogni suo piccolo movimento, ogni dettaglio. Ho sempre amato tutto di Macarena, e vederla adesso, me lo ricorda.
Forse posso riuscirci. Posso riuscire a tornare ad essere quella donna che ero e che lei amava, quella donna che solo Macarena era riuscita a tirar fuori. Probabilmente se mi lasciassi andare, riuscirebbe a ritirarla fuori.
Arriviamo agli ascensori, e quando se ne apre uno, le afferrò rapidamente un polso, per poi tirarla dentro. Faccio chiudere rapidamente le porte, in modo che nessun altro salga, e quando siamo sole, la sbatto rapidamente contro la parete. Le mie labbra sono sulle sue, mentre lei rimane per un attimo titubante, per poi afferrarmi il volto con le sue mani calde.
La mia gamba si infila tra le sue, mentre la sento mugugnare, approfondendo quel bacio. Le sue labbra sono morbide e combaciano alla perfezione con le mie, mentre le nostre lingue lottano tra loro, in questo bacio rapido e passionale.
Sento le sue mani nei capelli, mentre le mie sono sui suoi fianchi, tenendola stretta. Il suono delle porte dell'ascensore che si stanno per aprire, ci fa staccare immediatamente. Mi sistemo rapidamente i capelli, che mi aveva scombinato, per poi guardarla prima di uscire dall'ascensore.
Arrivo nella sala che di solito usiamo per le conferenze, che è stata allestita per il mio ritorno, e per il nuovo capo di questa compagnia: Macarena. Ha accettato di essere a capo di questo posto insieme a me, e non potevo essere più felice di questo. Ho bisogno di riprendere tutto con il giusto ritmo, e dopo aver visto Maca nel mio processo, so di aver bisogno di lei al mio fianco per fare tutto ciò.
Mi accolgono con molto entusiasmo, soprattutto la gitana, che mi viene incontro, abbracciandomi.
"Ben tornata Hermanita" sussurra, e io accenno un sorriso dolce, per poi staccarmi.
Noto i suoi occhi cadere sulle mie labbra, mentre un sorriso malizioso si forma sulle sue.
"Que?"
Si avvicina al mio orecchio, per poi sussurrare.
"Hai il rossetto sbavato" mi fa un occhiolino, per poi passarmi un fazzoletto, che io uso per pulire i contorni della mia bocca, alzando gli occhi al cielo.
"Non ti montare la testa"
"Dai Zulema si vede che la ami ancora..."
"Possiamo parlarne in un altro momento?"
"Si, ma ricordati che Macarena non è una bambola. Decidi cosa fare perché non puoi portartela a letto, per poi comportarti come se non fosse accaduto" ed è in questo momento che capisco che Macarena ha detto tutto a Saray. Avrei dovuto aspettarmelo, perché durante la mia assenza, Saray è stata la persona più vicina a Macarena, insieme alla Riccia. Sono contenta di questo, ma dall'altro lato devo abituarmi che Saray saprà sempre qualsiasi cosa.
La gitana se ne va, andando a parlare con alcuni membri della compagnia, mentre i miei occhi si posano sulla porta della stanza che si è appena aperta, lasciando entrare una Macarena che lascia trasparire in viso una certa incomprensione.
Saray ha ragione: devo prendere una decisione, perché non posso continuare a trattarla in questo modo.
Soffre lei, e soffro io.
I nostri occhi si scontrano, e noto come mi guarda, cercando delle risposte. Le faccio un piccolo sorriso, per poi mimarle con le labbra un 'dopo parliamo'.
Sembra capire, perché mi fa un cenno con il capo in segno di affermazione, per poi avvicinarsi ai suoi amici, che ora sono membri secondari di questa compagnia.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora