Capitolo 25 (Non riesco a stare senza di lei)

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MACA's POV

"Maca...dai alzati"
Tiro le coperte sopra la mia spalla, mentre sono sdraiata su un fianco, dando le spalle alla Riccia.
"Ho detto che non vengo" la mia voce é flebile e roca, dato che mi sono appena svegliata.
Dormo poco da due notti, la prima per l'alcool e la seconda per i troppi pensieri per la mente.
Ho passato tutto ieri con un mal di testa senza precedenti, per colpa di quella fottuta bottiglia che inconsciamente ho deciso di bere.
Oltre a quello mi sono sentita persa e vuota, esattamente come mi sento adesso, sdraiata nel mio letto, da cui non mi sono alzata se non per mangiare o 'trasferirmi' sul divano.
Ho pianto.
Ho pianto tanto, pensando a quali cose potessi aver sbagliato, ma poi ho capito che sono io quella sbagliata.
Non mi ama e basta.
Non ama la persona che sono.
"Macarena non ti farà rifare l'esame"
"Non mi interessa del suo cazzo di esame" dico, mentre una lacrima mi scende sul viso, capendo solo adesso che oltre a lei, ho perso anche l'opportunità più grande della mia vita.
Non posso più starle accanto e lavorare con lei come se nulla fosse successo.
Non posso andare all'esame perché non ho studiato, perché stavo troppo male, e non lo passerei.
Nonostante tutto, mi interessa ancora non farla rimanere delusa di me.
Non voglio che mi guardi con pietà e che dica che mi farà rifare l'esame.
Deve trattarmi come ha sempre fatto, come un'alunna qualunque, che ha saltato l'esame, e quindi non sale di punteggio.
Perderò il primo posto.
Ne sono consapevole.
Ma non posso più starle accanto, lavorare fianco a fianco con lei, sentendo il suo profumo perfetto per la sua pelle, che mi manda a puttane la testa ogni volta.
Non potrei guardarla allo stesso modo, ne baciarla con quell'amore che a quanto pare solo io provo.
Sento il petto farmi male, e rannicchio le gambe, chiudendo poi gli occhi, che lasciano scendere le lacrime.
"Maca..."
"Fuori Riccia!" Urlo con la voce spezzata, che quasi mi fa male alla gola, tremendamente secca.
Quando la porta si chiude, porto una mano alla testa, piangendo forse per la millesima volta da quella sera.
Quella che ha rotto una parte di me.
Con quelle parole Zulema ha infranto tutto quello in cui stavo cominciando a credere, e andandosene, si è portata via una parte di me.
Quella che mi dava la forza di alzarmi dal letto ogni mattina.
Si è presa la mia parte felice, perché l'avevo affidata a lei senza paura, senza permesso.
Se l'è presa e adesso non so come fare senza di lei.
Non riesco a smettere di pensare a come sia potuta essere tanto stupida da credere che mi avrebbe potuto amare.
Zulema è...beh Zulema.
Non ama. Non si affeziona alle persone e non riesce a vivere una relazione.
Forse quella mora che sta davanti alla stampa, non è poi cosi lontana da quella che ho avuto accanto nel letto per notti intere.
Apro gli occhi e guardo la finestra, coperta dalle lunghe tende grigie chiare, di un tessuto trasparente, che lascia entrare della luce.
È una mattina piovosa, e la luce non è molta, perché il cielo è grigio.
Cosi come lo è tutto quello che sto provando in questo momento.
Sento la pioggia scontrarsi con il vetro, creando quel suono che di solito mi fa rilassare.
Mi alzo piano dal letto, e mi avvicino a quel vetro, spostando delicatamente la tenda.
Tocco il vetro, e chiudo gli occhi, pensando a quanto la pioggia mi abbia sempre rilassata.
Ricordo che quando ero bambina, adoravo vederla cadere dal cielo, e stavo per un tempo infinito davanti alla finestra.
Quasi senza volerlo davvero, le mie gambe nude stanno già camminando fuori dalla camera.
Indosso una semplice maglietta a maniche corte nera, che mi fa sentire tutto il freddo di questa giornata.
La mia pelle rabbrividisce alla folata di fretto che mi arriva addosso una volta aperta la porta.
Proseguo nella sala e mi fermo davanti alla porta finestra, che conduce in giardino.
Guardo per un po l'erba bagnarsi, e subito dopo apro la maniglia, riempiendomi di pallini quando l'aria gelida mi tocca la pelle.
Cammino scalza verso l'erba e una volta li, sento la pioggia non troppo forte cadermi addosso.
Comincio a bagnarmi, e sorrido per un secondo, aprendo le braccia.
Piano piano, secondo dopo secondo, la pioggia cresce di intensità, bagnando il mio intero corpo.
Guardo il cielo, mentre l'acqua che cade da questo cielo cosi grigio, si unisce alle lacrime che hanno ricominciato a scorrermi sul viso.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora