Capitolo 41 (1 mese prima)

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ZULE's POV

Il cuore.
Dicono che non sia altro che un semplice muscolo.
Uno come tanti nel nostro corpo.
Ma è un muscolo che ti fa capire così tante cose: quante volte ti accorgi di essere vivo grazie a quello?
Lo sai perché batte.
Batte forte.
Quando stai male...batte, a volte fino a far male.
Quando stai troppo bene...batte.
Quando sei agitato...batte.
E quando stai sperando che tutto sia solo un sogno, batte ancora di più.
Lo sento, che spinge, con colpi forti e violenti, come se da un momento all'altro potesse uscire fuori, bucandomi il petto.
Cerco di calmarne i battiti, ma è praticamente impossibile, mentre la mia testa sta viaggiando a tremila chilometri orari.
Penso e ripenso a qualsiasi possibilità.
A cose che potrei non aver calcolato.
Prove mancanti.
Ma no. È tutto qui. E non è abbastanza.
I miei occhi sbattono con lentezza, mentre il mio respiro è impazzito.
Mi focalizzo sul giudice davanti a me, che sta firmando i documenti di inizio processo, per poi posare gli occhi sull'avvocato della controparte, che lascia trasparire dalla sola postura, una grande preparazione, con la consapevolezza di quanto sia pieno di prove.
È come se fosse tutto rallentato, come se ogni movimento fosse mille volte più lento.
Non so cosa mi stia tenendo incollata a questa sedia, perché vorrei urlare.
Urlare quanto il mio cuore non possa sopportare questa ingiustizia.
Perché è questo, sotto ogni punto di vista: una grande e sporca ingiustizia.
Il giudice alza la testa da quei fogli bianchi su cui prima stavo scrivendo, e credo che il mio cuore si sia appena fermato. La mia mano si posa su quella della persona seduta al mio fianco.
Una persona che è diventata parte della mia vita. Parte di me.
Una cosa che fino a mesi fa, non credevo possibile per me. Non credevo di poter mai provare un amore cosi forte.
La stringo, mentre la donna in nero, con in mano il martelletto, si alza in piedi.
Una donna che ha in mano la decisione più importante per la mia vita.
Ci guarda, per poi annuire.
"Oggi, 28 gennaio, dichiaro aperta l'ultima seduta di questo processo.
Avvocato difensore: Zulema Zahir.
Controparte: Miranda Guleman, che parla per lo Stato"
Si ferma un attimo, per poi guardare nella nostra direzione.

"Imputata: Macarena Ferreiro"

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1 MESE PRIMA
(28 dicembre)

"Appena siamo sole ti faccio vedere come sono noiosa"

Deglutisce rumorosamente, per poi mordersi il labbro inferiore.
"Manda via tutti allora" sussurra, avvicinandosi alle mie labbra.
"Mh...sta andando cosi bene la festa. Aspetti..."
"Dio Zulema...dai non-"
"È strano tutto ciò. Ma devo ammettere che state bene insieme" mi volto immediatamente verso Fabio, mentre Maca si stacca un po da me.
"Grazie Martinez" dico, e lui mi fa un piccolo sorriso, annuendo.
"Te la posso rubare un attimo?"
"Assolutamente" ci guardiamo, mentre solo noi sappiamo che stiamo entrambe pensando di mangiarci qui ed ora.
Vorrei trascinarla di sopra, e farla mia, ma preferisco aspettare, e godermi la sua espressione contrariata.
Le faccio un occhiolino, mentre Fabio la porta dagli altri, facendola sedere sul divano con loro.
Raggiungo Saray, seduta sul divanetto frontale a loro, e le sorrido, per poi guardare Maca.
Le hanno messo in mano una piccola scatolina rossa, che lei adesso sta aprendo.
Sorrido nel vedere la sua espressione sorpresa, per poi saltare al collo della Riccia.
"Sei felice?"
"Di cosa? Che lo abbia detto? Si. Molto"
"No. Intendo...con lei. Sei felice?"
Guardo la gitana al mio fianco, pensando alla domanda che mi ha fatto, per poi guardare la bionda, che sta ridendo, mostrando quel suo splendido sorriso.
Lo stesso sorriso che vorrei baciare ancora, e ancora, e ancora. Vorrei morderle le labbra fino a farle sanguinare, e baciarle fino a consumarle.
Se sono felice? Assolutamente lo sono. Macarena è stata la persona che mi ha fatto capire di nuovo quanto sia bello amare, e non credo di poterle mai dire grazie abbastanza.
"Sono felice Saray. Tanto. Non credevo di poter mai essere cosi"
"Cosi come?"
"Innamorata persa di una biondina che ha 13 anni in meno di me. Non credevo di poter amare in questo modo, perchè credimi quando ti dico che non ho mai amato nessuno così tanto"
"Neanche-"
"No" dico interrompendola.
"Nemmeno Hanbal" dico ancora, sorridendo mentre noto Maca guardarmi, con un sorriso dolce, per poi venir distratta dalla Riccia, che le prende la mano, facendola alzare in piedi.
Ballano, e io la osservo per un tempo prolungato, mentre Saray va al tavolo dei drink.
Maca arriva, mentre le luci sono state spente, lasciando solo l'illuminazione flebile delle lucine natalizie, e si siede al posto di Saray.
"Vieni a ballare con me?"
"Lo farei, ma non mi piace ballare..."
"Ma potresti posare le tue mani sui miei fianchi" dice, avvicinandosi al mio viso, facendomi ridere.
Le rubo un bacio, e la guardo, facendole aggrottare le sopracciglia.
Posa una mano sul mio viso, accarezzandolo.
"Tutto bene?"
"Si, perché?"
"Sembri pensierosa"
"Penso a te" sorride leggermente, per poi avvicinarsi un po a me.
Sorrido, per poi spostarle una ciocca di capelli dal viso, mentre lei mi guarda, aspettando altro.
Giro gli occhi al cielo, per poi baciarla. Rimaniamo attaccate per un pò, godendoci l'inebriante sensazione che ci regalano le nostre labbra a contatto.
"Ti amo. Pensavo a questo"
"Anche io ti amo. E sono felice che tu provi lo stesso. Non ne abbiamo mai parlato, ma ho avuto paura di perderti mesi fa, e non voglio succeda mai"
"Ho detto che non me ne andrò" annuisce, per poi baciarmi di nuovo, dolcemente.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora