Capitolo 47 (Dolore)

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17 gennaio

"Ci sono cose che ti resteranno
dentro per sempre"

MACA's POV

"Wow. Sembri stare molto meglio. Cosa avete fatto?" Dice la Riccia, entrando in cucina, mentre mi stavo preparando un toast, insieme a del succo d'arancia, pronta per la mia colazione.
Sono tornata ieri sera, e siamo venute a casa mia, perché quella di Zulema era più lontana dall'aereoporto, ed eravamo stanchissime.
Mi volto verso di lei, che indossa una maglietta bianca, abbastanza corta, e dei jeans blu scuro, mentre tiene ancora gli occhiali da sole sulla testa.
Tiro fuori il toast, dopo essersi cotto, e lo addento, abbastanza affamata, poiché ieri sera non abbiamo mangiato nulla, a causa del viaggio.
Appena arrivate a casa, Zulema mi ha trascinato a letto, e ci siamo addormentate mentre mi accarezzava i capelli.
Alzo le spalle, soffocando un sorriso, e finalmente sento di stare davvero meglio.
Yolanda mi manca ogni giorno, in ogni minuto, e questo dolore non andrà via, ma devo imparare ad affrontare la vita a testa alta.
Zulema è la cosa migliore che ho, e ha ragione: quella notte non sono stata io ad uccidere la mia migliore amica, non avrei mai potuto, e mi fido ciecamente della mora.
Mi tirerà fuori.
"Dai dimmi che potente incantesimo ti ha fatto Zulema; voglio averlo anche io. Sembri così rilassata" sorrido, e proprio mentre stavo per parlare, quella voce roca e tanto mia mi precede.
"Si chiama scopare Kabila. Chiedi alla mia migliore amica di soddisfarti meglio. Io soddisfo la mia principessina" rido, mordendomi il labbro inferiore mentre la vedo uscire dalla mia camera, con una mia maglietta e dei pantaloni larghi.
"Zulema...ah..." dice la Riccia, facendomi ridere, mentre la mora arriva vicina a me, dandomi un bacio sul collo, per poi prendere la moca già pronta con il caffè.
"Grazie" dice, e io le sorrido, mentre la Riccia continua a guardarci con uno sguardo dolce.
"Quindi tutto okay? Credevo fossi da sola"
"Zulema era stanca. O così diceva quando si è infilata nel mio letto" dico maliziosa, rivolgendole uno sguardo, mentre lei soffoca un sorriso nella tazza che regge davanti alle sue labbra.
"Vale. Che ne dite di uscire un pò oggi pomeriggio. Io e la bionda dobbiamo fare shopping. No Maca?" Dice la riccia, guardandomi dritta negli occhi, e io annuisco, stando al suo gioco.
"Assolutamente. Mi servono vestiti" Zulema gira gli occhi al cielo, per poi appoggiare la tazza sul ripiano dell'isola che sta in mezzo alla stanza.
"Va bene"
"Grazie amore" le dico, avvicinandomi a lei, dandole un bacio lungo sulle labbra, per poi dirigermi accanto alla bruna.
"È tutto okay. Ci vediamo...mh...facciamo per le due?" La Riccia stava per annuire, sorridendo, ma Zulema ci interrompe.
"Facciamo tre. Siamo in ufficio" dice guardandomi, e la magia si spezza.
Abbasso la testa, giocando con le mie stesse mani, al ricordo di quello che dobbiamo fare questa mattina: stare così con loro, mi aveva fatto dimenticare momentaneamente il casino in cui sono.
"Va bene. Vi lascio sole. Ci vediamo dopo. Okay?" Dice la ragazza davanti a me, dandomi un bacio sulla guancia, per poi andare verso la porta.
Ci rivolge un ultimo sguardo, sorridendo debolmente, per poi uscire, lasciandoci sole.
"Maca..."
"Me n'ero dimenticata si...non penso sia un dilemma" dico, per poi andare verso la mia camera, con la testa bassa e gli occhi lucidi.
"No...hey...aspetta" mi tira da un polso, facendomi fermare, mentre porta entrambe le mani sul mio viso.
"Volevo questo. Volevo che tu pensassi a me. A noi. Per questi giorni. Senza dover macinare informazioni. Andrà bene. Non perdere di nuovo il sorriso, ti prego. Adoro quando sei felice" la guardo, e mi vengono gli occhi lucidi per tutto quello che mi sta dicendo, mentre sento che quando c'è lei accanto a me, tutto diventa più leggero e sopportabile.
Mi avvicino, poggiando le mie labbra sulle sue, mentre accarezzo il suo viso.
La morbidezza delle sue labbra mi fa tranquillizzare, e le sue mani accarezzano la mia schiena, facendomi rabbrividire.
"Vieni a letto con me"
"Maca...dobbiamo andare"
"Quando c'è il processo?" Mi guarda, rimproverandomi per aver tirato fuori il discorso del mio caso, e io mi avvicino, portando le braccia intorno al suo collo.
"Quando?"
"Tra due giorni" abbasso la testa, sentendo una forte fitta allo stomaco, ma lei mi rialza il mento.
"Non preoccuparti. Me ne occupo io"
"Non sai nemmeno cos'hanno in mano"
"Non importa. Andiamo in ufficio, mi racconti tutto, e vedrai che andrà bene" annuisco, per poi infilare il viso nell'incavo del suo collo.
"Vieni a letto con me" ripeto, e la sento sospirare, mentre mi solleva la testa.
"Non abbiamo tempo"
"Non importa ciò che dici. Tra due giorni potremmo non avere più tempo per davvero. Non mi importa. Arriveremo un ora in ritardo. Ma voglio stare con te. Ti prego Zule" passa le sue iridi profonde e perforanti nelle mie, mentre noto che si lucidano leggermente, per poi annuire.
Mi bacia, e io lascio un gemito si sollievo nella sua bocca, mentre camminiamo verso la mia camera.
Chiude la porta, e mi ci appoggia sopra, guardandomi.
Riprende il bacio, intrecciando le nostre lingue, mentre mi comincia ad abbassare la maglietta, scoprendo la mia clavicola, insieme alla spalla.
Bacia quella zona, facendomi riempire di brividi ovunque, mentre sento una scossa nel basso ventre.
Mi prende da un polso, tirandomi in bagno, e sorrido, capendo cosa vuole fare.
Mi bacia la pelle scoperta, per poi risalire verso l'alto, passando sulla clavicola, sul collo, sulla mandibola, per poi poggiare le labbra sul mio orecchio.
"Svestiti" dice in un sussurro sexy, che mi fa fremere, mentre lei si allontana, andando verso la doccia.
Apre l'acqua, che fuma per quanto è calda, e noto che la regola, portandola ad una temperatura gradevole.
Mi spoglio, guardandola con sguardo malizioso, mentre mi sfilo la maglietta, rimanendo con solo gli slip davanti a lei.
Mi squadra il corpo dalla testa ai piedi, socchiudendo gli occhi, per poi avvicinarsi.
Mi prende dai fianchi, tirandomi attaccata a lei, per poi baciarmi il collo, quasi con possessione, mentre marchia la mia pelle delicata.
"Ahh..." lascio un piccolo gemito d'eccitazione, e sollievo per sentirla su di me, mentre le sue mani vagano sulla mia pelle, alla ricerca di quell'unico tessuto che ci separa.
Li abbassa leggermente, infilando i pollici dentro l'elastico dei miei slip, mentre i suoi denti torturano il mio labbro inferiore.
"Voglio questo corpo meraviglioso" sussurra al mio orecchio, facendomi scendere una scarica lungo la colonna vertebrale, che mi fa chiudere gli occhi.
"Prendilo" dico di rimando, fermando i suoi movimenti: si stacca, guardandomi con sguardo profondo, mentre mi accarezza il labbro inferiore con il pollice.
"Dillo"
"Lo sai"
"Non importa. Dimmelo" ripete, e io sorrido, mordendomi il labbro, per poi avvicinarmi alla sua bocca, mentre lei chiude gli occhi, sentendo il mio respiro sulla pelle.
"Sono tua" dico piano, sussurrando, e noto la sua gola ingerire saliva, immersa nell'eccitazione.
Faccio passare un dito sul suo collo, che si riempie di brividi per la mia delicatezza immensa, per poi scendere sulla sua clavicola, lasciata scoperta dalla sua maglietta scollata, che ha preso dal mio armadio.
"Anche tu sei mia" dico, e lei annuisce, stringendomi a se.
"Sono tua...si" mi risponde, baciandomi con una dolcezza infinita, e la paura di perderla mi pervade, mentre guardo i suoi occhi verdi.
Si sfila la maglietta, e guardo i suoi seni perfetti, che prendo a coppa tra le mani, per poi chinarmi e baciarli, mordendone di tanto in tanto il capezzolo.
"Ahhh..." sentendola gemere, una scossa d'eccitazione mi percorre il corpo, e la voglia di farla mia mi comincia a perseguitare.
La guardo, e con rapidità la sbatto contro al muro retrostante, facendola sussultare di sorpresa.
"Voglio farti mia" sussurro, e noto la sua pelle rabbrividire, mentre posa le mani sui miei capelli biondi, tirandoli leggermente, in modo da esporre il mio collo.
"Anche io. Come la mettiamo?" Rido, mentre posa le labbra sulla mia pelle calda, baciandola, e io poso le mani sulla sua testa, infilando le dita tra le sue ciocche nere.
"Professoressa...dovrebbe lasciare che i suoi studenti facciano esperienza. Non crede?" Noto un sorrisetto malizioso aprirsi leggermente sulla sue labbra, per poi scomparire, dando spazio ad un'espressione seria, che rimane al mio gioco.
"Signorina Ferreiro...mi sta forse dicendo come fare il mio lavoro?"
"Non lo farei mai. Lei è brava in quello che fa. Per questo chiedevo di farmi esercitare"
"Le sue capacità sono ottime, non ha bisogno di provarle" dice, mordendomi il collo, traendomi un gemito.
Spingo una gamba tra le sue, salendo leggermente verso l'alto, facendola ansimare.
"Signorina Ferreiro..."
"Mi dica" comincio a sfregare la mia coscia sul suo centro, facendola letteralmente impazzire, mentre stringe i miei capelli in un pugno.
"...sta peccando...mh" le parole le muoiono in gola, probabilmente a causa di una scossa, e io sorrido, afferrandole una ciocca di capelli, che giro intorno al mio dito.
"La ascolto professoressa"
"Lei sta peccando di...i-insubordinazione" rido leggermente, mentre la sua mano afferra la mia gola con rapidità, facendomi sussultare.
"E di mancanza di rispetto" inverte rapidamente le posizioni, facendomi gemere quando la mia schiena sbatte contro al muro freddo.
Stringe leggermente la presa sul mio collo, per poi avvicinare le labbra alle mie.
"Le sembra rispettoso ridere in faccia alla propria professoressa"
"Mi scusi...ma lei si basa troppo sulle regole. Sempre se posso permettermi...professoressa Zahir" noto l'eccitazione scorrere nei suoi occhi, sotto forma di una scintilla.
Le sue pupille nere inglobano un pò del verde scuro, piene di passione.
Morde il mio labbro, facendomi gemere per il leggero dolore, per poi baciarmi, lenendolo.
"Le regole sono importanti per mantenere il controllo, Ferreiro" rido, facendola innervosire ancora di più, mentre stringe la presa sulla mia gola, facendomi sussultare.
Mi avvicino alle sue labbra, sfiorandole quello inferiore con il mio, per poi guardarla dritta negli occhi.
"Le regole sono fatte per essere infrante, professoressa"
Si morde il labbro con voracità, mentre i suoi occhi non mollano i miei, pronti ad una guerra sanguinaria, e i miei sono pieni di divertimento nel vederla cosi eccitata e frustrata.
"L'eccitazione le dona. Lo sa?" Le sussurro, soffiando aria calda sulle sue labbra, facendola gemere.
Mi mordo il labbro inferiore, mentre le sue labbra sfiorano le mie, avvicinandosi.
"Lei invece, signorina Ferreiro, è una piccola provocatrice"
"Mh..." faccio per baciarla, ma lei preme la mano sulla mia gola, incollandomi al muro.
"Non si merita di baciarmi" rido, facendola arrabbiare, mentre sento le sue dita sulla mia pelle, che sicuramente sta segnando, ma l'eccitazione che sto provando mi fa sentire tremendamente bene.
"Professoressa..." sussurro, e siccome la sua presa non è molto forte, perché non vuole farmi male, inverto rapidamente le posizioni.
Sussulta quando la sua schiena sbatte contro al muro freddo, generandole scosse in ogni parte del corpo.
Mi avvicino alle sue labbra, mordendole quello inferiore, mentre un lieve e delicato gemito esce dalla sua bocca.
"...mi perdoni per la mia impertinenza. Mi permetta di chiederle scusa..." la guardo con malizia, e mentre i miei denti afferrano il mio labbro, mi inginocchio davanti a lei.
Noto i suoi occhi, neri di passione, seguire i miei movimenti, mentre porta una mano tra i miei capelli biondi, tirandoli in un pugno.
Passo la lingua sul mio labbro inferiore, per poi sfilarle le mutande, che getto lontano, senza mai staccare lo sguardo dal suo.
"Professoressa...aspetto il suo consenso. Non vorrei essere insubordinata una seconda volta"
Si morde il labbro inferiore, per poi portare la gamba destra sulla mia spalla, facendomi ridere.
Accarezzo le sue cosce, per poi stringere la vita.
"Se possibile vorrei una valutazione. Così da poter sapere dove sbaglio. Sa...per non commettere più errori simili in futuro"
Sul mio viso c'è un'espressione di pura e falsa innocenza, che so quanto la faccia eccitare, e quando sento che spinge leggermente la mia testa, sorrido.
Mi avvicino, baciandole il clitoride, mentre lei appoggia la testa al muro.
Lecco la sua apertura, facendola gemere leggermente, mentre spinge il bacino contro la mia bocca, alla ricerca di quel piacere puro che so darle.
Sento quanto è già pronta per me, e questo mi fa andare letteralmente fuori di testa: sento il suo sapore, e quanto mi desidera.
La mia lingua fa cerchietti immaginari intorno al suo clitoride, traendole numerosi gemiti soffocati.
"Ahhh..." geme, sentendo il mio dito stimolarle l'ingresso, mentre sento la sua gamba stringermi a se, tenendomi vicina.
Accarezzo con i pollici la sua vita, per poi scendere con la lingua tra le sue pieghe.
"Continui..." dice, mantenendo questa forma formale che non ci è mai appartenuta per davvero, facendomi ridere.
La guardo, dal basso, mentre i suoi occhi mi fulminano per essermi fermata.
Spinge la mia testa, ma io faccio resistenza, guardandola con un sorrisetto sul viso.
"Macarena..."
"Mi dica...necessita di qualcosa?" Chiude gli occhi, appoggiando la testa al muro.
"Lei...è insopportabile"
"Se non sta gradendo posso anche a-" faccio per alzarmi, ma la sua mano mi respinge verso il basso, tenendomi giù.
"Dio...stai li" rido per la sua perdita di controllo, per poi lasciarle un piccolo morso nell'interno coscia.
"Que quieres? Mh Zule?" Dico, mentre cerca con il bacino un contatto, che non le sto dando.
Continuo a guardarla, e voglio sentirla mentre mi chiede di farla sua.
I nostri occhi si incatenano, e la sua mano stringe, ora con forza, i miei capelli, facendomi gemere leggermente.
"Hazme tuya Rubita"
Sorrido, vittoriosa, per poi baciarle la pelle delicata, risalendo lungo la gamba che tiene sulla mia spalla, mentre con le mani le accarezzo il corpo.
Arrivo nuovamente al suo centro, e con mossa rapida, la mia lingua è già dentro di lei, facendole inarcare la schiena.
Il respiro le si spezza, e la sento gemere con più intensità, mentre faccio dentro e fuori con velocità moderata.
"Ahhh...d-dammi di più" sussurra, con la voce roca e soffocata da un piacere troppo grande da reggere.
Esco con la lingua, che porto sul suo clitoride, facendola letteralmente impazzire per la mancanza dentro di lei, ma il suo bacino subito si ferma quando spingo due dita dentro di lei, creando una combo perfetta.
"Ahhh....si..." ansima, facendomi attraversare da una scossa d'eccitazione, mentre spingo lievemente le unghie nella sua carne.
Aumento la velocità con le dita mentre la mia lingua continua a stimolarle il suo punto più sensibile.
"Ahhhh..." sentirla è la cosa più bella di sempre, e sapere che sta gemendo così per me, mentre la sto facendo mia, mi fa sentire la donna più fortunata sulla terra.
Zulema è una bomba ad orologeria, istintiva e come tutti ha i suoi difetti, ma è la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita.
"Ahhh...c...continua Maca" la sua voce si spezza, facendomi tremare, mentre la porto sempre più vicina al limite.
Sento come geme con più insistenza, ansimando nel mezzo.
È tremendamente bagnata, e questo facilita il mio ingresso, facendomi scivolare bene al suo interno, toccando quei punti perfetti che le fanno inarcare la schiena, gettando la testa indietro.
"Vieni per me" dico, facendole scendere una scarica lungo la colonna vertebrale.
"Ahhh"
Non ci vogliono molte spinte, combinate alla punta della mia lingua, per farla scoppiare in un potente orgasmo, che le fa cedere le gambe.
Le mie mani spingono sul suo bacino, tenendola incollata al muro, mentre la reggo.
La accompagno, per poi sollevarmi, arrivando alle sue labbra.
"Sei buona"
"Tu lo sei" dice, tirandomi dal collo, mentre la sua lingua si intreccia alla mia.
Mugugna nella mia bocca, e stringe lembi della mia pelle, facendomi gemere.
"Allora professoressa? Quanto ho preso?" Fa finta di pensarci, mentre punta gli occhi verso l'alto, per poi baciarmi il collo.
Giro la testa, lasciandole accesso, sentendo le sue mani tirarmi verso di lei, attaccando i nostri corpi nudi.
"Non so se sono soddisfatta" la stacco, facendola ridere, mentre lei afferra il mio viso, passando il pollice sul mio labbro inferiore.
"Brava Ferreiro, mi congratulo. Ha ottenuto il punteggio massimo" rido, facendola ridere di rimando, per poi baciarla con più dolcezza.
"Come minimo ti si dimezzano i soldi" dico, facendole inarcare le sopracciglia.
Rido, per poi indicare la doccia, che continua a far scendere acqua calda, senza interruzione.
"Come minimo ti arriva una bolletta di milioni di euro"
"Ma stai zitta" dice, tirandomi dal mento, per baciarmi.
"Mh...aspetta" dico, staccandomi leggermente, appoggiando la fronte alla sua.
"Che spreco. Pensi all'ambiente? O solo al tuo piacere?" Gira gli occhi al cielo, per poi prendermi un polso, tirandomi sotto la doccia.
Mi prende in braccio, facendomi fare un piccolo urletto, per poi appoggiarmi al muro retrostante, mentre l'acqua bagna i nostri corpi.
Rido, cercando le sue labbra, mentre stringo le gambe intorno alla sua vita.
"Ti amo da morire" dice, facendomi sorridere con dolcezza.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora