Capitolo 23 (Pensaci...)

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ZULEMA's POV

"Zulema..."

Guardo Madrid dall'alto del mio studio, osservandone la sua bellezza infinita, mentre nella mia testa c'è una tempesta.
Una di quelle forti e pericolose, che possono passare dopo poco tempo.
Minuti che gli sono serviti per bagnare la terra, oppure per distruggere tutto.
Sento le tempie pulsare, facendomi chiudere gli occhi e massaggiare quella zona.
Le immagini di me e Maca in Italia ritornano alla mie mente, passandomi davanti come freschi e vividi flashback.
La mia richiesta di metterci insieme, il suo seguente 'ti amo', che ha sussurrato tra le mie braccia, lasciandomi per un po pietrificata.
Tutto é andato cosi veloce, cosi dannatamente senza controllo. Un controllo che di solito tengo stretto, perché quando lo perdo non ragiono.
Il viso di Maca che mi ripete di amarmi mi si stanzia davanti, facendomi cadere nuovamente in quei pensieri tormentati che da un po mi invadono la testa.
Non mi lasciano ragionare con lucidità e non riesco più a distinguere cosa sento davvero da cio che é semplicemente illusione.

"Zulema"
Una mano si posa sulla mia spalla, facendomi sussultare e girare immediatamente.
"Hey..." dice Macarena, mentre mi guarda con sguardo interrogativo per la mia reazione fin troppo strana.
"Macarena..." la guardo e deglutisco, mentre il suo sguardo si fa sempre più corrucciato.
"...cosa ci fai qui?" Dico avvicinandomi a lei, prendendole i fianchi.
"Sono le 9" dice, e subito guardo l'orologio appeso al muro bianco di questo ufficio in cui ormai passo la maggior parte del tempo.
Le ore sono passate così velocemente da non farmene rendere conto.
Ore che ho passato a tormentarmi la testa, che doveva pensare al lavoro e a questa bionda che ora sembra preoccupata per il mio comportamento.
"Dios...non avevo visto fossero gia le nove"
"Da quanto sei in ufficio?"
"Importa?" Chiedo fingendo un sorriso e avvicinandomi alle sue labbra.
Non so più cosa sia giusto fare, per capire cosa voglio davvero.
Si fa leggermente indietro, portando le mani sul mio viso.
"Zulema sembri cosi stanca..."
Ed effettivamente lo sono.
Sono passati due giorni da quando siamo tornate.
Giorni in cui Macarena ha continuato a mostrarmi l'amore che prova nei miei confronti, sia a parole che a gesti.
Ma qualcosa mi blocca ogni volta che sento quel 'ti amo' uscire dalla sua bocca.
Qualcosa mi impedisce di ricambiarlo, o semplicemente dire un 'anche io' di circostanza.
La domanda che ha cominciato a pesare nella mia testa, é quella che mi sta tormentando da ore intere.

Perché non riesco a dirle nulla?

"Sto solo lavorando molto" dico allontanandomi da lei, per poi andare verso la mia scrivania e riempire un bicchiere d'acqua.
"Vuoi?" Chiedo, allungandolo verso di lei, che scuote la testa, rifiutandolo. 
Annuisco e porto il vetro alle mie labbra, bevendo l'intero bicchiere.
"Zulema sei strana" sento i suoi passi avvicinarsi alle mie spalle, e quando mi stringe da dietro i miei occhi si chiudono.
"Cosa c'é?" Poggia la testa sulla mia spalla, per poi spostarmi i capelli di lato.
"Zule..." chiede ancora, baciandomi leggermente il collo.
A quel tocco rabbrividisco, e mi volto, prendendole con rapidità le labbra, senza lasciarle possibilità di sottrarsi.
La sto baciando e sento la passione scorrermi dentro sotto forma di scosse e brividi, ma c'é altro oltre a questo?
Ricambia il bacio, prendendomi il viso, mentre io le prendo i fianchi, tirandola attaccata a me.
La chimica la abbiamo, cosi come la passione, ma la mia mente si chiede se i miei sentimenti possano non essere gli stessi dei suoi.
Mi appoggio alla scrivania, mentre le nostre lingue si cercano, incapaci di non farlo, e questo mi sta mandando ancora più in confusione.
Una confusione che potrebbe mandarmi alla follia.
Stringo i suoi capelli biondi, facendola mugugnare un verso, che subito sopprime.
Le sue mani scendono sul mio corpo, prendendomi i fianchi da sotto la maglietta.
La tiro ancora di più su di me, incapace di respingere questo bacio ormai diventato intenso.
Sento come stringe la mia pelle calda, che fa risaltare le sue mani fresche.
Le mordo il labbro inferiore e proprio mentre stava per salire verso l'alto, un forte colpo di tosse ci fa staccare immediatamente.
"Mi dispiace interrompere ma non credete che sarebbe meglio chiudere a chiave?"
Guardo Maca, che tiene lo sguardo basso, sorridendo e toccandosi le labbra, per poi posare gli occhi sulla donna elegante sulla porta.
"Saray..."
"Hola hermana....Maca"
"Ciao Saray" dice imbarazzata, toccandosi il collo.
"Ti ho portato la colazione visto che sei qua dentro da ieri sera"
"Cosa?" Chiede la bionda, girandomi verso di me, mentre il suo sorriso di pochi secondi fa, é stato sostituito da una serietà incredibile.
"Dovevo lavorare ad un caso. Te l'ho detto..."
"Zulema devi dormire anche"
"Abbiamo già affrontato questo discorso"
"Si. E mi pare fosse chiaro che quando non dormivi non hai risolto nulla" dice alzando leggermente la voce, mentre mi giro, dandole le spalle.
"Mi sbaglio Zulema?"
"No. Ma adesso é diverso"
"Diverso?"
"Vi lascio sole" dice Saray, con un tono leggermente basso, mentre si dirige verso l'uscita, ma la fermo.
"No aspetta. Dobbiamo andare all'archivio"
"Adesso?"
"Si" le dico, mentre sento Maca sbuffare una risata.
"Non dovevamo stare in ufficio?"
"Cambio di piani. Dovrai andare a casa a studiare. Scusami..." le dico guardandola, cercando di essere il più tranquilla possibile.
"Zulema ho fatto qualcosa?" Mi chiede, e notando il suo sguardo triste mi avvicino, alzandole il viso che aveva appena abbassato.
Porto un dito sotto al suo mento, alzandolo.
"Maca...no. Non hai fatto niente"
"Allora cosa c'é? Ti sento strana" la guardo, facendo passare lo sguardo da un occhio all'altro.
Osservo la loro profondità e paura, dovuta dal fatto che non capisce minimamente cosa mi stia passando per la testa.
E forse nemmeno io lo so con precisione.
Porto le labbra sulle sue, dandole un bacio di qualche secondo, per poi staccarmi e vedere i suoi occhi ancora chiusi.
"Vai a casa. É tutto okay..."
Mi guarda e vedo quanto non mi creda, ma annuisce, cercando probabilmente di credere alla mia scusa del lavoro.
"Vale..." mi guarda e sorride, per poi far scivolare delicatamente le braccia intorno al mio collo, abbracciandomi.
Ricambio, cingendole la vita e chiudendo gli occhi.
"Zulema t-"
"Lo so"
Blocco quelle due parole che in questo momento non posso sentire, o mi incasineranno la testa ancora di più.
Si stacca e annuisce, dandomi un bacio sulla guancia, per poi raccogliere le sue cose.
Saluta Saray ed esce, mentre quest'ultima chiude la porta.
"Cosa succede?"
La guardo e mi chiedo come possa capire ogni cosa senza che nessuno le dica niente.
"Non so di cosa parli Saray" dico girando intorno alla mia scrivania, per poi prendere il cappuccino che la mora mi ha portato.
"Zulema non prendermi in giro. Secondo te non mi accorgo quando hai qualcosa?"
"Non ho niente. Il tuo sesto senso si deve essere rotto" dico ridendo, mentre porto il cappuccino alle labbra.
Gira gli occhi al cielo e si siede di fronte a me, guardandomi attentamente.
Prendo il computer, avvicinandolo a me, per poi continuare il lavoro sulla documentazione del caso.
Lo stesso che avevo affidato a Macarena quando sono dovuta partire per Los Angeles.
É stato successivamente chiuso per mancanze di prove, ma qualcosa dentro di me mi dice che c'é più di quello che sembra.
"Mi ascolti?"
"Saray non so di cosa tu voglia parlare"
"Vale. Allora non dovevamo andare via?" Dice, facendomi alzare gli occhi nei suoi.
"No..." continuiamo a guardarci e noto quella sua espressione solita, che fa quando sa di poter arrivare dove vuole.
"E allora perché le hai mentito se va tutto bene?" La guardo per un po, cercando una scusa plausibile, ma distolgo lo sguardo, riportando gli occhi sullo schermo del mac.
"Maca doveva andare a casa a studiare. Qua si sarebbe distratta"
Fa una risatina ironica, per poi scuotere la testa.
"Zulema non dirmelo se non vuoi. Tanto potrei stare qua tutto il giorno a chiederti cosa pensi, ma non me lo diresti mai..."
"Esatto" annuisce e si sporge un po sulla scrivania, guardandomi.
"Però qualsiasi cosa sia cerca di capirla in fretta, perché mi sono bastati due minuti per vedere gli occhi di quella ragazza. É innamorata persa di te Zulema, e tu la stai allontanando per qualche motivo...mi sbaglio?" Non dico niente, sospirando con supponenza, mentre continuo a digitare sulla tastiera del computer.
"No. Non mi sbaglio"
"Tía coño. Que quieres?" Dico aprendo le braccia, cominciando ad alterarmi per la sua insistenza.
Mi guarda e poi abbassa la testa, annuendo.
"Senti fai come ti pare. Okay? Ti dico solo di capire quello che provi perché so che si tratta di quello. La ami Zulema?" La guardo e scuote la testa.
"Non devi rispondere a me. Ma domandalo a te stessa" si alza, prendendo la sua giacca e dirigendosi verso la porta.
"Non lo so...."
"Mh?" Dice girandosi, mentre mi guarda.
"Non so se la amo. Credevo di essere sicura, invece adesso...credo possa essere solo attrazione fisica molto forte"
"Zulema ma le hai chiesto tu di mettervi insieme..."
"Lo so...ma ho come l'impressione che abbiamo corso troppo. E so che lei mi ama, ma...io non riesco a ricambiare quelle parole"
"Magari hai solo bisogno di tempo"
Scuoto la testa, picchiettando una penna sui fogli bianchi.
"O magari credo di aver reagito d'impulso e adesso mi rendo conto che non volevo questo Saray"
"E cosa vuoi da lei?" La guardo, non sapendo cosa dire perché nemmeno io so cosa voglio.
"Non lo so"
"Allora cerca di capirlo...ma se la respingi come prima le farai del male e basta" mi guarda e annuisco, mentre lei apre la porta.
"Pensaci..." annuisco ancora e la ringrazio silenziosamente, mentre esce dalla porta.
Quando sono sola, prendo il cappuccino, portandolo alle labbra, per poi pensare a cosa voglio da lei.
Cosa mi potrebbe far star bene.
Sicuramente provo attrazione fisica, ma quello che voglio capire é quanto i miei sentimenti siano coinvolti.
Porto una mano sulla testa, per poi riportare l'attenzione sul caso, ripassando i dettagli che già conosco.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora