Capitolo 29 (⚠️)

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ZULEMA's POV

"Zulema calmati"
La tiro da un polso dentro casa, una volta arrivate, e quando chiudo la porta ce la sbatto contro, facendole capire quanto io sia irata.
Il mio viso è a pochi centimetri dal suo, ma non stacco gli occhi dai suoi, che sembrano reggere il gioco alla perfezione.
"Dove sei stata?"
Fa un sorrisino, e subito le prendo la gola con una mano, facendola gemere per la sorpresa.
"Zulema..." dice ansimando, mentre mi prende il polso, ma io mi avvicino, mordendole il labbro inferiore.
"Ahh..." lascia un gemito, che mi fa impazzire, ma cerco in ogni modo di mantenere il controllo, per cercare di capire dove cazzo è stata in questo giorno che mi ha completamente ignorata.
"Maca..." sorride ancora, facendomi prendere un respiro enorme.
"De que te ries? Mh?" Dico avvicinandomi e sfiorandole le labbra con le mie, mentre noto che chiude gli occhi per qualche secondo.
"Sei gelosa...ma non vuoi capirlo"
"No. È che mi fai incazzare. Voglio essere io a portarti a letto. Capito?" Stringo un po la presa e la bacio, in un modo quasi violento e pieno di foga, che lei subito ricambia.
Lascia cadere tutto quello che aveva in mano per terra e mi prende il viso con le mani, spingendo con forza le labbra sulle mie.
"Mh" lascia un mugugno strozzato, mentre sbatto la sua schiena più volte contro la porta.
Le tolgo la giacca, che cade per terra, per poi prenderle il mento e stringerlo forte.
"Dove sei stata?"
"Fuori"
"Mh...si? Ti sei divertita a non rispondermi?"
"Molto" si morde il labbro inferiore, facendomi perdere completamente la testa.
Premo il mio corpo contro al suo, mentre lascia un verso, e appoggio le labbra sul suo collo, tenendole la testa girata con una mano.
Mi concentro su un'unica zona, e quando se ne accorge mi da una spinta.
"No! Zulema che cazzo fai?" Si tocca il collo, mentre io la guardo, capendo solo adesso che avrei fatto un casino se lasciavo segni sul collo.
Stringo la mascella e abbasso lo sguardo, prendendo un enorme sospiro.
"Dobbiamo parlare" dice avvicinandosi e io annuisco, aprendo il braccio, ancora completamente piena di rabbia.
Mi passa davanti, facendomi arrivare il profumo inconfondibile del suo shampoo e scuoto la testa, seguendola.
Entriamo in cucina e lei si siede su uno sgabello, guardandomi mentre mi muovo con rabbia.
"Ti siedi?"
"Sto bene in piedi. Di cosa vuoi parlare?" Le rispondo con tono quasi incazzato, e non la guardo nemmeno in faccia, puntando un qualsiasi punto nel vuoto, con la mascella contratta.
"Dai Zule"
"Parla Macarena" noto la sua espressione quando il suo nome intero esce dalla mia bocca, con quasi rabbia, e abbassa la testa.
La guardo e poi giro gli occhi al cielo, avvicinandomi, per poi sedermi sullo sgabello accanto a lei.
Subito mi guarda e sorride lievemente, facendo quel viso dolce che mi fa impazzire.
"Dai..." dico, incentivandola, e lei annuisce.
"Zulema cosa vuoi da me?"
Faccio scattare gli occhi nei suoi, osservando quel verde menta che per giorni e giorni ho pensato. In questo momento dentro di me c'è una tempesta che non riesco a fermare. Una di quelle forti, che spazza via tutto ciò che incontra, facendo solo danni.
Mi chiedo costantemente cosa voglio da questa bionda, che mi sta donando qualsiasi cosa, mentre io non posso darle niente.
Solo sesso.
Quella è l'unica cosa che posso concederle, perché non riesco ad amarla.
È attrazione fisica quella che provo nei suoi confronti, e che non potrà mai essere nulla di più.
Ci guardiamo forse per minuti infiniti, e poi abbasso la testa, scuotendola.
"Dove sei stata?"
"Zulema cazzo...ti ho fatto una domanda"
"Si e io prima ti avevo fatto questa. Rispondimi" mi guarda e sbuffa una risatina nervosa, toccandosi la fronte con le dita.
"Fuori ho detto"
"Fuori dove?" Noto un piccolo sorrisino sul suo viso, mentre i suoi occhi si incatenano ai miei.
"Que?"
"Perché non vuoi ammetterlo?" Giro gli occhi al cielo e mi alzo, andando verso il frigo, per poi prendere fuori una birra.
"Zulema..." dice, richiamandomi, ma io non mi giro, rimanendo di spalle a lei.
"Non so dove vuoi arrivare" dico mentre apro la bottiglia che ho in mano, per poi portarla alle labbra.
"Sei gelosa. Perché non lo ammetti?"
"Perché non lo sono" la birra scende rapida nella mia gola, e mi appoggio al ripiano della cucina.
"Ah no?" Sento lo sgabello muoversi, segno che si è alzata, e i suoi passi leggeri risuonano alle mie spalle.
"Per questo mi hai lasciata a metà sul lavandino?"
"Smettila" bevo ancora, per poi rimettermi nella stessa posizione, chiudendo gli occhi per un secondo, cercando di mantenere il controllo.
"No. Se non sei gelosa...posso continuare ad andare per locali con i miei amici no?"
"Si" stringo il bordo del ripiano con una mano, mentre ascolto la sua voce, sempre più vicina.
"Mh...e ballare sui pali?"
Deglutisco e annuisco, forzatamente, per poi fingere che non mi importi nulla, quando dentro sto impazzendo.
Non ne capisco la ragione, ed è questo a rendermi ancora più incasinata: perché quando non capisci cos'hai dentro, ti senti perso.
Ti senti come in una situazione di confusione perenne, da cui uscire sempre impossibile.
"Non vorrei mai privare le persone di quel bel vedere" dico stringendo poi i denti, controllando i miei impulsi.
Sento una risatina alle mie spalle, che mi fa andare su tutte le furie.
Sento il sangue ribollirmi nelle vene e il mio cuore pulsare con maggiore rapidità.
"E se non sei gelosa..." si ferma un secondo di parlare, avvicinandosi maggiormente, e la sento cosi vicina.
Sento la sua presenza appena dietro di me.
"...posso uscire con Fabio quando mi pare" nel sentirla guardo avanti a me, prendendo un respiro enorme, per poi non dire niente.
"Lo prendo come un'affermazione" dice sicura di se, e io mi volto, guardandola con occhi pieni di ira.
"Dimmi che sei gelosa Zulema" dice avvicinandosi, e io la guardo, cercando di rimanere il più impassibile possibile.
Mi guarda, cosi vicina, con quei suoi occhioni chiari, che mi entrano nell'anima ogni volta.
Continuo a stare zitta, mantenendo il mio atteggiamento che da sempre mi contraddistingue: il mio sguardo non molla il suo, la mia mascella è contratta, nel tentativo disperato di mantenere un controllo che adesso sembra impossibile da mantenere, e il mio pugno è stretto lungo il mio fianco.
È così vicina che il suo profumo mi entra nelle narici, arrivandomi al cervello. Cerco di mantenere lo sguardo fisso nei suoi diamanti verdi, ma la tentazione di guardarle le labbra è molto alta. Quelle labbra perfette che per tanto tempo ho baciato.
Ho avuto e ho morso.
Quelle labbra morbide, che poche settimane fa sapevo per certo essere mie.
Improvvisamente è come se tutto fosse sparito, in questa stanza così grande, ma al tempo stesso così silenziosa. L'unica cosa che risuona sono i nostri respiri rapidi, accompagnati da battiti accelerati.
Ci continuiamo a fissare, incapaci di distogliere lo sguardo, mentre ci diciamo così tante cose che a parole non saremmo mai riuscite a dire.
Sono gelosa ma non ne capisco il motivo. Ho questa lotta interiore da gestire, e al tempo stesso la voglio costantemente. Voglio sentire il suo sapore, voglio baciarla, voglio toccarla e voglio averla.
E voglio che lei abbia tutto questo solo con me.
Poi ad un tratto è lei a rompere questa dimensione in cui siamo entrate, abbassando lo sguardo.
"Bueno..." mi guarda un'ultima volta, sorridendo.
"...me voy. Vado al locale a cui mi aveva invitato Fabio".
Si gira e cammina lentamente nella stanza, quasi come a volere che la fermi.
So che è questo il suo intento.
So che vuole farmi cedere.
E per quanto io voglia mantenere il controllo, nel vederla andarsene verso un'altra persona, lo perdo completamente.
Avanzo rapidamente e le prendo i capelli biondi in un pugno, come ho già fatto giorni fa. La tiro indietro, attaccandola al mio corpo, mentre la mia bocca prende il suo orecchio, sussurrando.
"Non vai da nessuna parte"
Sento il tuo respiro spezzarsi, e il suo battito cardiaco accelerare.
"Zulema..." L'unica cosa che esce dalla sua bocca, è questo sussurro strozzato da un'eccitazione che da controllare è impossibile.
La stessa eccitazione che sto provando io in questo momento.
La stessa che mi fa venir voglia di sbatterla qui e adesso, facendola mia.
E lo faccio.
Con una mossa rapida è gia seduta su questa superficie di marmo, ansimante.
Mi guarda e non posso fare a meno di guarda il suo intero corpo, coperto solamente da un vestito blu scuro, attillato.
Le mie mani corrono rapidamente sul suo corpo, andando dietro la sua schiena per abbassare la zip del vestito.
Un vestito che mi separa dalla sua pelle calda e perfetta.
Sento il bisogno di toccarla, di stringerle la carne.
Stavolta niente giochetti.
Non riuscirò a fermarmi.
Il suo vestito viene strappato violentemente dal suo corpo, e viene gettato per terra, mentre la sua bocca si apre per ansimare rumorosamente. Noto quanto anche lei ha perso qualsiasi tipo di controllo, e so che mi permetterà di fare qualsiasi cosa. So che lo farà perché sono consapevole di quello che lei prova per me, sono consapevole che mi ami. Un'altra cosa che mi tormenta, é esattamente questa: sapere che lei prova un sentimento che io non posso ricambiare.
Non sono un mostro, e ovviamente non voglio farla soffrire, ma qualcosa mi impedisce di lasciarla andare. Non riesco a smettere di volerla accanto, e di volerla avere ad ogni costo. Appoggio le labbra sul suo collo, baciando e mordendolo violentemente, mentre le sue mani mi tengono la testa sulla sua pelle.
Vuole questo. So che lo vuole.
Dei gemiti soffocati escono dalla sua bocca aperta, mentre le mie mani stringono i suoi fianchi, tirandola sempre più vicino al mio corpo. Sento il suo calore sulla mia pelle, e la voglia di continuare quello che ho iniziato appena siamo entrate in casa, ritorna rapidamente in me. La voglia di punirla per aver fatto la provocatrice sotto ogni aspetto. Per aver ballato su quel cazzo di palo, davanti a tutti, con il corpo completamente esposto.
Voglio solo punirla.
Mi stacco da lei e le afferrò la gola con prepotenza, facendole lasciare un sussulto strozzato.
"Ci hai scopato?" Chiedo con le labbra vicinissime alle sue, che punto con gli occhi, volendole mordere e baciare fino a consumarle.
"Q-que?" Chiede con un filo di voce, mentre la mano nella sua gola stringe maggiormente la presa.
"Hai scopato quel gilipollas?" Insito, facendo riferimento al ragazzo che poco fa ha nominato.
Fabio.
Al posto di rispondermi, fa un sorrisino, mentre i suoi occhi cercano disperatamente i miei, che trovano senza troppi sforzi.
"Rispondimi"
"Perché?"
"Perché voglio saperlo" dico quasi rabbiosa, mordendole il labbro inferiore con forza, traendole un gemito.
"Ahhh" mi prende il viso, cercando di baciarmi, ma io mi sottraggo, stringendole la gola.
"Macarena..." continua a non rispondermi, e non capisco se è perché lo ha fatto, o perché vuole farmi dannare. La mia mano si posa rapidamente sul tessuto dei suoi slip di pizzo neri e rosa, facendole aprire la bocca.
"Mh? Allora?" Comincio a massaggiarle il clitoride, mentre le dita intorno alla sua gola, si stringono, ma so di non farle alcun male.
Apre le gambe istintivamente, per lasciarmi più spazio, e io mi avvicino a lei, spingendo maggiormente le dita. Lascia un gemito strozzato dall'eccitazione, mentre i suoi occhi si chiudono, già pronti a provare quel piacere che solo io posso darle.
"Cazzo rispondimi Macarena" sorride per l'ultima volta, prima di afferrarmi il polso della mano sulla sua gola, guardandomi.
"N-No" un leggero sollievo arriva dentro di me, ma non è abbastanza. Voglio che me lo dica e voglio sentirglielo dire.
"No cosa?" Ora il sorriso è sparito dal suo viso, e uno sguardo profondo trova il mio, facendo trasparire la sua sincerità.
"Non ho scopato con Fabio"
"Con Fabio?" Dico, mentre una leggera supposizione si forma dentro di me, capendo di aver dato per scontato che poteva essere solo lui, ma dalla sua affermazione sembra non essere così.
"E con altri?" Continuo, mentre lei mi guarda, per poi abbassare lo sguardo.
"Ho scopato con una donna recentemente" afferma, mentre la stretta sulla sua gola diminuisce, più per la sorpresa che per altro.
La guardo come a chiedere spiegazioni, mentre sento una leggera delusione formarsi nel mio petto.
La delusione che provoca la sensazione che il corpo che desideri, non è più solo tuo.
"Sono stata con una mora"
Sento il mio respiro accelerare, mentre quasi istintivamente il mio corpo si vuole allontanare dal suo, e così faccio. Tolgo la mano dalla sua gola, e faccio un passo indietro, aspettando che continui.
Non so che espressione io abbia sul viso, ma in questo momento è la mia ultima preoccupazione.
Mi prende un polso, e cerca di tirarmi nuovamente verso di lei, ma io strappo violentemente il mio braccio della sua presa.
"No. Parla"
"È molto brava a letto devo ammettere" un sorriso si apre sul suo viso, e io aggrotto le sopracciglia, non capendo se mi sta prendendo per il culo.
"Una mora dagli occhi verdi, quasi smeraldo. Tremendamente sexy..." ed è quando fa quello sguardo ammiccante, che capisco che sta parlando di me. Giro gli occhi al cielo e scuoto la testa, mentre quella brutta sensazione di prima è già scomparsa dentro di me, e la voglia di punirla è ancora più alta.
Sta provocando.
"Si? È sexy?" Dico, avvicinandomi nuovamente, mentre lei annuisce, mordendosi il labbro inferiore.
"Da morire"
"E poi? Cos'altro ha questa mora...?" Dico squadrandola dalla testa ai piedi, mentre lei apre nuovamente le gambe, lasciandomi accesso, per poi stringerle intorno alla mia vita.
"Mh...è brava con le mani" sbuffo una risata, e poi prendo il suo volto con una mano, portandolo vicino al mio.
Sorpasso le sue labbra, per poi poggiare le mie sul suo orecchio.
"Questa mora ti sta per punire"
Noto il suo corpo rabbrividire, mentre milioni di puntini si formano sulla sua pelle.
"Ah si?" Ritorno davanti al suo viso, sorridendo maliziosa, per poi mordermi il labbro inferiore.
"Non hai idea di quanto l'hai fatta incazzare"
Mi fissa le labbra, così come faccio io, per poi portare le mani tra i miei capelli, avvicinando leggermente la mia testa alla sua. Le nostre labbra si sfiorano, ed entrambe chiudiamo momentaneamente gli occhi, mentre io sento una scossa partire dal collo e scendere lungo tutta la colonna vertebrale.
"Fremo dalla voglia di scoprirlo" sussurra, facendomi impazzire.
Ogni forma di controllo è semplicemente svanita nel nulla.
Quell'autocontrollo che tanto mi sono vantata di avere nel corso degli anni, con macarena è sempre stato messo alla prova, e adesso è andato completamente a farsi fottere.
Prendo le sue labbra con violenza, mordendole ripetutamente, leccandole e baciandole. Sento che lascia gemiti strozzati nella mia bocca, che io prendo dentro di me, facendoli miei.
Una mia mano va tra i suoi capelli biondi, raccogliendoli in un pugno, per poi tirarli violentemente.
La sua testa ricade all'indietro, mentre lascia un gemito strozzato, e le mie labbra passano sulla pelle delicata del suo collo. Lo divoro, con quella foga e spinta che serve a farle capire la notte di passione sfrenata che la spetta.
Le sue mani sono entrambe tra i miei capelli, tenendomi attaccata a lei, e sento quanto il desiderio le sta percorrendo l'intero corpo.
La mia mano torna rapidamente sulla sua intimità, ma stavolta sposto lateralmente il tessuto delle sue mutande, toccando il suo clitoride.
"Mh..." lascio un mugugno, dovuto dalla sensazione che mi lascia la pelle bagnata del suo centro.
Un centro che solo io ho avuto la possibilità di toccare, e nessun altro.
Le lascio leggermente i capelli, per permetterle di raddrizzare la testa, e cerco immediatamente le sue labbra, che tanto ho desiderato in questi giorni.
Le mie dita fanno cerchietti sul tuo clitoride, facendola gemere, mentre il suo sapore mi invade la bocca.
La mia lingua cerca un ingresso, che lei subito mi concede, e quasi mi sorprendo di questo, quando negli ultimi giorni ha voluto evitare questo contatto così profondo.
Non so per quale assurdo motivo, ma baciarla è la cosa che più desidero di lei. Non è il sesso, non toccarla, ma baciarla.
Sicuramente sono cose che voglio fare, ma le sue labbra sono la cosa che più mi manca quando non ce l'ho.
Spingo con forza le dita in lei, senza aspettare troppo, e sento come geme, gettando la testa indietro.
Le prendo nuovamente il viso, obbligandola a guardami.
"Sai Rubia...quel cazzo di balletto..."
Lascia una risata, che subito viene sostituita da un forte gemito, mentre le mie dita vengono spinte con più violenza in lei, entrando più in profondità.
"P-piaciuto? Ahhh" le sue mani si posano sulle mie spalle per reggersi, e le stringono con forza mentre continuo a spingere.
"Non si fa" dico, e subito le mordo il labbro inferiore, mentre sento quel punto perfetto dentro di lei, che la fa gemere.
Lascio che la sua testa ricada all'indietro, e le sue braccia si stringono sempre di più intorno al mio corpo, reggendosi.
"Ahhh...Z-Zule"
"Mh..." prendo tra i denti un lembo di pelle del suo collo, e la tentazione di marchiarla é altissima, inoltre in questo momento lei me lo lascerebbe persino fare.
Ma non posso.
Mollo la pelle e comincio invece a baciargliela, mentre continua a gemere.
Ad un tratto, fa un gesto che mi fa irrigidire per un momento.
Un gesto intimo e forse quasi dolce, che mi fa rallentare le spinte.
Porta il viso nell'incavo del mio collo, ansimando su esso.
Poi mi basta poco per abituarmi al suo respiro accelerato che mi fa rabbrividire, e riprendo la velocità iniziale.
Porto il pollice sul suo clitoride, creando una combo perfetta: dei cerchietti stimolano la parte alta, mentre le mie due dita spingono sul suo punto più sensibile.
"Cazzo...ahhhh...continua"
Con la mano libera tengo la sua testa attaccata a me, mentre aumento notevolmente la velocità, sentendo che sta arrivando al limite.
Il suo respiro è accelerato, e le sue braccia stringono con forza il mio corpo.
"Ahhhhh no pares"
"No" Dico solo, mentre spingo ancora di più la sua testa contro di me, e sento le sue labbra baciarmi il collo.
Geme con maggiore intensità e capisco che sta entrando in quel limbo meraviglioso che ti fa toccare il paradiso.
"Ahhhh" la mia gamba aiuta i movimenti, dando delle spinte sulla mia stessa mano, spingendo rudemente le dita in lei.
Lascia un forte gemito, e so che le manca poco, perché conosco ormai il suo corpo.
Le sua pareti si stringono intorno alle mie dita, e le sue gambe tremano.
È percorsa da scosse che la fanno muovere tremendamente, e sentendola gemere con insistenza, le alzo la testa con una mano, portandola davanti al mio viso.
"Mírame"
Tiene gli occhi chiusi, e sento quanto cazzo è bagnata, cosa che mi fa impazzire.
"Mírame Rubia. Ahora" lo fa, aprendo leggermente le palpebre e proprio quando i nostri occhi si incontrano, lei viene sulla mia mano, gemendo e gettando la testa indietro.
Continuo ad accompagnare l'orgasmo, mentre lei mi guarda, per poi prendermi il viso e baciarmi.
Fa una risatina, pensando probabilmente che sia finito tutto qua, ma non è cosi.
La mia punizione non è questa.
"Que? Mh? Credi che io abbia finito con te?" Noto le sue pupille dilatarsi e il verde diminuisce nuovamente, mentre io sorrido, facendola scendere dall'isola della cucina.

𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼𝙾𝚁𝙴 -𝚉𝚄𝚁𝙴𝙽𝙰-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora