"Tu cosa?" Strizzo gli occhi, agitandomi sul divano.
"Da quanto tempo lo sai. Da quanto!" Sbraito tirando i miei ricci.
Lui lo sapeva. Ogni volta che mi ha guardato, che mi ha parlato, che mi ha stretto a sé, lui lo sapeva. Ne era al corrente e non si è mai degnato di dirmi nulla. Mi sento maledettamente tradito, come fossi un giocattolo che si deve accendere e spegnere a suo piacimento.
"Harry ti prego, respira." Minimizza, incitandomi a inspirare e espirare profondamente.
"Rispondi!" Abbaio frustrato, iniziando a camminare vorticosamente per la camera.
Sento i nervi a fior di pelle. Come è possibile? Come è successo tutto questo?
"Più o meno un anno e mezzo." Si siede, rispondendo a monosillabi come suo solito, ben consapevole di quanto mi urtino le risposte brevi.
"Voglio sapere tutto quello che sai Lou!" Lo minaccio, arrancando verso di lui con sguardo furioso.
È anche la mia vita quella in gioco, io merito di conoscere.
"Non parlarmi in questo modo. Capisco che sei arrabbiato ma non ti dà alcun diritto di alzare la voce o di darmi ordini." Passa le mani sui pantaloni con nonchalance, senza dare importanza ai miei sentimenti.
"E invece tu puoi fare tutto questo con me?" Lo guardo, deluso dal suo atteggiamento nei miei confronti.
"No. Nessuno dei due si comporterà in quel modo nei confronti dell'altro." Sbuffa, toccandosi il ponte del naso.
"Altrimenti?" Lo sfido indispettito.
"Altrimenti dovrò punirti." Mi fissa serio, come se ci stesse pensando.
"E perché non lo fai anche subito?" Allargo le braccia avvicinandomi sempre di più. Il Lou che conosco io non si azzarderebbe a toccarmi, ma non mi avrebbe neppure mai tenuto nascosta la verità.
"Non. Testare la mia pazienza Harry." Sbuffa infastidito, stringendo tra le dita la stoffa del divano.
"Sennò Lou cosa fai? Mi picchi?" Afferro bruscamente la sua mano posandola sul mio collo.
"Calmati." Mi accarezza con i polpastrelli, sorridendomi cordialmente.
"Come posso farlo? Mancano poche settimane ai miei diciassette anni e il mio migliore amico mi ha appena detto di essere il mio Dom. C'è un'abissale differenza tra le due cose!" Schiaffeggio la sua mano, allontanandomi di fretta dal suo corpo.
"Siediti." Ordina, ma io continuo a camminare noncurante, troppo agitato per poter restare immobile in un punto.
"HARRY SIEDITI SUBITO!" Urla, facendomi trasalire.
"No. Voglio stare in piedi." Insisto, intenzionato a far valere la mia voce.
"Ok, va bene. Fai come vuoi, forse mio padre ha ragione. Si guadagna di più a scambiarvi che a tenervi." Mi lancia un'occhiata disgustata e pentita. L'odio che leggo nei suoi occhi mi trafigge peggio di qualsiasi punizione.
Si sta rammaricando per avermi scelto?
Mi fermo, fissandolo mentre lascia la stanza pestando rumorosamente i piedi al suolo.
Fa male, mi ha ferito di nuovo, più di quanto si sia mai permesso di fare.
"Non osare andartene Lou. Dobbiamo parlare." Sputo tutto d'un fiato, stanco di essere l'unico a subire.
"L'unico che dà ordini sono io. E tu sei quello che obbedisce è chiaro? Non vuoi il divano, va bene, allora inginocchiati davanti a me. Subito." Si volta, scrutandomi con dominanza e severità. Le sue meravigliose perle azzurre sono scomparse, sono state oscurate dalla pupilla nera completamente dilata dall'ira. Fa paura, quello che vedo non sembra neanche più lui.
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Little white lies // Larry
FanfictionDove Louis Tomlinson insegna al suo migliore amico Harry Styles a fare l'amore. Louis top Harry bottom [Larry]/[Ziam]