È finita

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La suoneria della sveglia interrompe il mio riposo facendomi mugugnare in disapprovazione. Raggiungo il mio cellulare sul comodino, notando con disappunto che sono solo le sette del mattino.

Sbuffo, rifugiandomi sotto le coperte solo per sonnecchiare ancora qualche minuto in più.

"Sono le sette e dieci." La fastidiosa voce robotica fuoriesce dagli altoparlanti del cellulare, vibrando lungo tutta la stanza.

"Ho capito!" Ansimo già esausto, costringendomi ad alzarmi.

Appoggio i piedi al suolo, iniziando a vestirmi svogliatamente. Oggi è il primo giorno in cui ritornerò a scuola dopo l'incidente, ed il mio corpo cerca di rendermi questa cosa ancora più spiacevole di quanto già non sia.

Infilo in tutta fretta dei semplici jeans e una t-shirt con una felpa sopra. Prendo la cartella e mi reco al piano di sotto per la colazione.

Scendo le scale cercando di combinare i capelli in una capigliatura accettabile mentre uno sbadiglio lascia le mie labbra.

"Buongiorno."

Spalanco la bocca in stato di shock quando vedo Lou in piedi nella mia cucina, intento a sistemare crêpes, ciambelle, pizza e focaccia al prosciutto sulla tavola. Sono ancora mezzo addormentato e proprio non ricordavo il fatto che Lou fosse rimasto a dormire da me.

I suoi lucenti occhioni blu scorrono sulla mia figura, immobile sulla soglia della porta.

"Tutto bene?" Sorride compiaciuto, consapevole dell'effetto che ha su di me.

"Hai cucinato tutto tu?" Chiedo sbigottito, cercando di distogliere l'attenzione dal suo meraviglioso sedere tondo, reso ancora più sodo dai pantaloni stretti che lo circondano. 

"No, gli ho ordinati in panetteria. Sono pessimo ai fornelli, non so fare nulla." Inizia ad ancheggiare sensualmente verso una sedia, lo seguo, tappandomi la bocca con il palmo della mano per soffocare un gemito. Il mio amico nel basso ventre è già sull'attenti, desideroso delle attenzioni di Lou.

Mi accomodo rapidamente sulla sedia. La mia protuberanza si fa sempre più visibile e non voglio di certo che lui la veda.

"Non avrai cucinato nulla ma almeno il caffè lo hai fatto tu." Sorrido, portando la tazza fumante alla bocca mentre Lou si schiarisce la gola con sguardo colpevole.

"Nemmeno quello? Lou sei davvero un caso disperato!"

"Tu invece baby, cosa sai preparare da solo?" Appoggia gli avambracci proprio accanto alla mia figura. Lo sguardo blu cobalto mi scruta attentamente, come se riuscisse a leggermi dentro. Lo trovo dannatamente sexy con la voce impastata del mattino, i capelli in disordine e il suo odore a inebriarmi. Deglutisco a fatica, chiaramente imbarazzato da questa improvvisa vicinanza.

"Taco, pasta, insalate, omelette, uova alla Benedict e così via. Non sto ad annoiarti, staresti troppo male nel sapere quanto più bravo di te sono."

"Non sono geloso. Mi fa piacere, nella coppia è importante che almeno uno dei due sappia preparare qualcosa."

Nella coppia. So bene che abbiamo due visioni completamente differenti su questa parola, tuttavia non posso fare a meno di sorridere ed esultare tra me e me.

"Comunque Lou questo è un chiaro affronto alla mia silhouette." Ridacchio allegro, addentando un pezzo di focaccia.

"Ogni tanto si deve fare qualche eccezione." Inzuppa la ciambella nel latte al cioccolato, mugolando in approvazione non appena raggiunge il suo palato.

"Ho comprato tutto al negozio qui all'angolo. Non lo avevo mai sentito nominare ma devo ammettere che la qualità dei prodotti è eccellente."

"Sembri mio padre lo sai? Anche lui è fissato nella ricerca di un luogo in cui i prodotti siano sempre perfetti."

Little white lies // LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora