Fratello

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Louis' pov

"Dalle testimonianze e dalle prove a nostra disposizione, abbiamo deciso di scagionarla dalle accuse di rissa aggravata, poiché ha agito solamente nell'interesse del suo sub."

Il martelletto batte sul tavolo, segnando la fine di questa travagliata riunione. Alla fine hanno deciso di concluderla in fretta e senza troppe storie. Saluto tutti cordialmente, impaziente di riprendere i festeggiamenti con Harry. Esco dalla stanza sorridendo. Alla fine sono riuscito a tenere nascosta anche a loro la mia professione da investigatore. Sono già molto odiato, figuriamoci poi come la prenderebbero se sapessero che conosco molti loro affari loschi.

"Harry sono tornato." Pronuncio non appena mi affaccio al corridoio. Mi guardo attorno, ma di lui nessuna traccia.

Gratto il capo confuso. Dove si è andato a cacciare?

"Harry?" Percorro il corridoio in lungo e in largo, spalancando ogni porta. Controllo nei vari bagni, nelle sale, sulle terrazze esterne. Chiedo ad ogni persona che incontro se l'hanno visto, ma nulla. Nessuno sa dove sia. L'ansia inizia a bussare alle porte del mio cuore. L'avranno rapito? O peggio, l'hanno ucciso?

Queste spiacevoli idee iniziano a balenarmi nella testa. In venti minuti avrebbero potuto decisamente prenderlo di peso e caricarlo su un'auto diretta chissà dove, ma sicuramente troppo lontano per salvarlo.

"Ehi Liz stavo andando sul tetto a fumare ma c'erano due che litigavano furentemente. So quanto ti piacciono i battibecchi perciò se ti va di andare a dare un'occhiata hai tutto il mio appoggio." Una ragazzina mezza svestita, che puzza tremendamente di alcol, pronuncia queste parole nell'orecchio dell'amica.

Due ragazzi, sul tetto, che si picchiano. Non può trattarsi di Harry. Perché mai dovrebbe farlo e con chi poi? Lui non conosce nessuno qui, eravamo in un'area isolata, non può aver incontrato qualcuno.

Questo è ciò a cui penso mentre corro verso il tetto. Spero davvero che quella ragazzina abbia ragione, spero davvero di trovare il mio piccolo Harry sano e salvo. Spalanco la porta, trovandomi davanti un quadretto raccapricciante.

"Lui ti ferirà. Devi capirlo, devi andartene da lui. Scappa, adesso che puoi!"

Un ragazzo biondo, che ho già visto da qualche parte, strilla queste parole in faccia al mio piccolo. Lo tiene per il collo vicino al cornicione. Bastano pochi passi o una spinta per farlo precipitare al suolo. Mi avvicino piano, cercando di fare meno rumore possibile. Non voglio che si agiti ancora di più, ma soprattutto non voglio che lo faccia cadere spinto dalla mia presenza.

"N-no. Anche se dovesse accadere, e dovessi soffrire come dici tu alla fine le mie sofferenze non saranno vane. Avrò per sempre nel cuore tutti i bei momenti passati con lui, il suo viso, il suo sorriso, i suoi regali. All'inizio li vedrei come qualcosa di brutto ma poi si trasformano in ricordi di momenti felici. Non voglio scappare, non voglio dimenticare. La vita è questo Aidan. Non puoi scegliere di non soffrire ma puoi scegliere per chi soffrire. Lui è la mia scelta."

Barcolla all'indietro, lasciandolo andare. Rimango immobile, sconcertato da quello che ho appena visto. Ho davvero temuto il peggio. Per la prima volta da molto tempo, non avevo idea su come risolvere la situazione.

"No, no, il dubbio rende deboli. Termina la tua missione. N-non posso, n-non riesco. Ah lei sarà così delusa. Ti punirà se non lo fai. O lui o te. Perché ucciderti è così difficile!" Si accascia al suolo, tirandosi i capelli con rabbia.

Sussulto. C'è anche lui dietro a questa vicenda?

"Aidan..." La soave voce del mio piccolo, lo raggiunge. Harry si precipita verso di lui, chiedendogli se sta bene.

"No Harry, lasciami solo. Potrei farti male." Con una sberletta allontana la sua mano, che cercava solamente di carezzarlo e rassicurarlo.

"Non lo farai. Sai che è sbagliato e poi ora basta essere da solo." Lo stringe, rivolgendogli parole cariche d'amore. Il corpo di Aidan si rilassa subito. Inizia a piangere e singhiozzare parole sconnesse. Sembra distrutto.

"Scusa. Ti ho spaventato." Gli dice, osservandolo con profondo pentimento.

"Non importa. Come ho detto prima, bisogna dare più possibilità e capire perché qualcuno è spinto a fare queste cose. Allora, qual è la tua ragione?" Il tono di Harry è dolce e tranquillo, come se quell'uomo che sta abbracciando non avesse appena tentato di ucciderlo. Non so come faccia, ma sicuramente ci vuole molta forza ed intelligenza per gestire una situazione così improvvisa ed inimmaginabile.

Stringo le mani in due pugni. L'immagine del biondo che afferra il mio bimbo si fa vivida in me. Ora che so che è al sicuro, posso dedicarmi a questo tizio. Non lo lascerò impunito.

"Esatto Aidan, dicci tutto. Sono curioso." Il mio tono è intriso d'odio e disprezzo. è evidente che sono furioso e che non ho buone intenzioni.

"L-Lou?" La vocina di Harry esce in modo rotto, spezzato, come se stesse piangendo anche lui.

Spinto dai mostri che ho dentro, lo ignoro, focalizzando ogni attenzione sul suo carnefice. Lo agguanto per la gola, spalmandolo al suolo. Gli blocco braccia e gambe, colpendolo con tutta la forza che ho in corpo. Qualsiasi lato di lui viene raggiunto dalle mie nocche. Urli furiosi fuoriescono dalle mie labbra, che abbozzano un ghigno malefico. Nulla esiste più. L'unica cosa che vedo è il suo viso che si tinge di rosso, la sua espressione sofferente e la sua voce che mi supplica di risparmiarlo. Fanno tutti così. La cosa divertente è che loro ignorano le richieste delle loro vittime e pretendono poi che altri abbiano pietà nei loro confronti. Io non sono Dio, io non perdono.

Sul sottofondo della scena, la voce di Harry mi sprona a fermarmi. La sento come un sussurro e solo ora penso al fatto che non ho controllato come sta.

"Louis! Louis per favore fermati, sto bene, non c'è bisogno di questo. Lui non ha bisogno di te ora, ma io sì."

è spaventato, è ferito, è sconvolto, è triste. Ha solo bisogno di essere coccolato, di ritornare alla tranquillità, una dove non deve assistere alle mie scariche d'ira, una dove non è costretto a guardarmi nei miei momenti peggiori. Mi blocco, lo faccio per Harry, se fosse per me avrei continuato fino a staccare tutti i denti di questo soggetto. Prendersela con un ragazzino indifeso è proprio l'ultima cosa che mi sarei aspettato. Gli innocenti e gli indifesi sono categorie che non vanno nemmeno sfiorate. è piacevole vincere facile, ma così sarebbe una vittoria senza onore, perché ti batti contro qualcuno che sai già che sconfiggerai.

"Perché non dovrei ucciderti qui e ora?" Sbraito a un palmo dal suo viso, esattamente come lui prima ha fatto con Harry. Fargli provare le stesse cose che infliggono alle loro vittime è qualcosa di molto personale per me. Lo faccio sempre. Devono comprendere come ci si sente dall'altra parte.

"Perché ti servo, non è così? Penso tu abbia capito chi sono." Mi sbeffeggia, sputando del sangue proprio sulle mie scarpe nuove.

"Solo perché forse mi tornerai utile nello scoprire chi c'è dietro alle minacce non significa che ti renderò la vita semplice, anzi, mi pregherai di ucciderti." Sussurro, affinché Harry non possa sentire.

"L'hai già fatto Tomlinson, circa undici anni fa." Sorride sghembo, cercando di divincolarsi dalla mia presa.

"Credo tu stia sbagliando i conti, undici anni fa avevo nove anni e dubito che sarei stato capace di fare qualcosa. Ero diverso allora, molto più sensibile e buono."

"Allora, visto che la tua memoria non è molto affidabile credo che mi presenterò. Sono Austin, il tuo fratellino. Ti ricordi di me?"

Angolo autore:

Ciao a tutti, spero di trovarvi bene e che il capitolo vi sia piaciuto! Approfitto di questo momento per dirvi che purtroppo non sarò in grado di aggiornare per le prossime due settimane a causa dei tantissimi impegni, ma poi la storia tornerà con tantissime novità e colpi di scena! A presto!

Little white lies // LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora