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Un ticchettio fastidioso proveniente dalla mia sinistra mi fa aprire irritabilmente gli azzurri occhi he intono a se vedono soltanto il buio più totale giustificato da un caldo afoso. Sollevandomi la coperta rosso fuoco da sopra il capo mi accorgo di essere rimasta l'unica in camera. L'unico rumore insistente persiste a rimbombare nelle mie fragili orecchie ed alzandomi dal letto a baldacchino, dopo essermi infilata le pantofole della mia casa mi dirigo verso la foce del mio disturbo mattutino.

Spostando le lunghe tende in tessuto rosso lascio trasparire dalla grande finestra della mia camera la luce fioca del sole coperto a tratti dalle soffici e bianche nuvole autunnali, un piccola civetta marroncina non demordendo continua a beccare sul mio vetro e aprendo la finestra per farla entrare nella stanza calda lei si porta dietro tutto il freddo autunnale che scuoteva fin ora i rami secchi coperti dalle foglie rossicce che pendevano, in procinto di cadere da tempo, da essi.

L'animaletto come abituato a compiere le stesse azioni da anni, senza scomporsi per un attimo si va a posizionare a ridosso del mio comodino, il punto più luminoso della stanza, una figura imponente, anziana sicuro, una femmina dalle piume di diverse colorazioni di marrone, partendo dal beige che ricopre soprattutto la zona della pancia, fino ad arrivare al marrone scuro come quello della corteccia degli alberi. Un volto corrucciato, occhi grandi e rossi, al centro di essi poco più in basso un becco sottile e allungato. Ad una delle due zampe pulite ma piegate in avanti dalla perenne fatica è stato legato, con un piccolo nastrino rosso, grazie ad un fiocco una parte di pergamena.

È da anni che convivo con animali del genere, quasi tutti i miei cugini hanno una civetta e i parenti più grandi ne dispongono anche più di una in certi casi, mamma, papà e zio Harry ne hanno a disposizione tre, Ministero della Magia, Hogwarts e amici/parenti, una non basterebbe forse neanche per i famigliari. Quindi so perfettamente come comportarmi, vado a prenderle un po' di cibo tenuto nel cassetto più in alto della mia scrivania dello stesso color marrone di molte delle sue piume, e glielo porto facendoglielo mangiare. A questo punto lei stessa mi porge la zampetta da cui sfilo il nastro e apro il pezzo di carta:

Hogwarts, 14/11/2021

Gentile Rosaline Weasley,
Buongiorno sig. rina Weasley, le scrivo questa lettera per informarla del colloquio che si terrà nel mio ufficio questo pomeriggio alle diciassette e a cui lei è tenuta a partecipare.

Prof. ssa McGranitt

Poche righe, provenienti dalla persona più autoritaria e importante di questa scuola, racchiuse in una calligrafia fluida e impeccabile dall'inchiostro nero. Decido di non mandarle risposte alcune, la preside non ne ha richieste e io starei già facendo ritardo per arrivare alla prima lezione della giornata. Dando ancora un po' di cibo all'anziana civetta le riapro la finestra così dopo averla vita uscire e dirigersi verso la torre dove si trova l'ufficio della McGranitt incomincio a prepararmi indossando la toga nera-rossa scendendo successivamente di piani fino all'ultimo sulla superfice, nella Sala Grande sono ormai rimaste pochissime persone, le più tante della quali si stanno giustamente dirigendo verso le rispettive aule essendo che le lezioni inizieranno ormai tra una decina di minuti: "Deficiente dormigliosa di una Rosaline Weasley." appena si accorge del mio arrivo Amelia, seguita da Albus con cui continua ad affermare che non hanno nessun genere di rapporto oltre a quello dell'odio, mi raggiunte e afferrandomi fortemente da un braccio inizia a portarmi a suo seguito per tutti i corridoi della scuola: "Io mi chiedo perché Merlino tu debba dormire così tanto." continuando in modo imperterrito a lamentarsi mi lascia andare il braccio che sarà sicuramente diventato rosso a causa della sua forte stretta decisa che mi ha provocato sinceramente un po' di dolore.

Qualsiasi cosa accada | SCOROSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora