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"Amelia?" questa domanda mi sorge spontanea vedendo la sua figura situata in una sedia al fianco di mio cugino, che con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, è seduto a ridosso dell'ultimo. Una gamba stesa mentre l'altra è piegata verso il petto. Lei invece è seduta a gambe accavallate, il gomito sinistro che poggia sulla superfice del lettino ospedaliero e che nel frattempo trattiene la testa rilassata.

Stavano intrattenendo una conversazione ma sentendomi arrivare si girano verso la mia parte facendomi un cenno di saluto: "Rose?" domanda la ragazza stupita dal fatto che io ora mi trovi in infermeria anche se quella stranita dovrei essere io: "Che ci fai qua?" le chiedo avvicinandomi lentamente a loro, le braccia unite al petto: "Mi ha portato il pranzo, quello che mi danno qui fa letteralmente vomitare, c'è tu hai mai mangiato salutare in quindici anni?." risponde anticipandola Albus e noto il vassoio con al di sopra un paio di piatti vuoti come il bicchiere.

"Credevo toccasse a Lily." continuo sedendomi al fianco del corvino il quale mi avvicina ulteriormente a se stringendomi in un abbraccio mentre mi lascia un bacio a stampo dolcemente sul capo accarezzandomi col pollice della mano sinistra il retro della spalla corrispondente: "Stavo venendo in Sala Grande per pranzare anch'io quando la simpaticona mi ha trovata rifilandomi il piatto e sono stata in breve costretta a portalo a Potter." i miei dubbi sono scomparsi essendo questo un comportamento tipico della piccola rossa: "Ma quindi te non hai ancora mangiato niente?" le domando preoccupandomi, saranno le quattro del pomeriggio.

"Figurati, si è spazzolata il mio di cibo." Albus rispondendomi decide di mettersi sdraiato e poco graziosamente mi tira un calcio per istigarmi a trovare un altro posto dove sedere e di conseguenza sono costretta a posizionarmi seduta nel bordo del letto davanti al suo: "Senti che se perdi qualche chilo non ti fa mica male." lo contraddice la Burke la quale si rimette composta sulla sua sedia in rovere scuro.

"Comunque cosa sei venuta a fare qui Rosie?" chiede il corvino mentre il suo sguardo è posizionato su un punto non ben definito del soffitto: "Beh sono tua cugina, volevo vedere come stavi ma se per te è un problema basta dirmelo che me ne vado." incomincio a fare l' offesa ma continuiamo lo stesso a parlare indisturbati per quasi una mezz'ora fin quando l'unica chioma bianca della scuola, accompagnata da un'altra castana si affaccia dalla porta.

"Non temete sono arrivato." si pavoneggia inizialmente imitando il gesto del passarsi dietro la spalla i capelli lunghi che non ha: "Leva il non" intervengo distrattamente ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte del suo egocentrismo smisurato. L'infermiera si avvicina al lettino di Albus portando tra le mani un vassoio argentato dove ha riposto un ampolla di vetro trasparente, al suo interno un liquido verde lime si sposta da un lato all'altro tentando in ogni secondo di traboccare dal piccolo contenitore: "Non la voglio." anchr prima che la donna proferisca parola mio cugino la anticipa esonerandosi immediatamente da non so che cosa precisamente: "Non le ho ancora detto niente signor Potter si contenga." lo rimbecca facendolo mettere composto.

"La pozione, non ne ho bisogno." incomincia a spiegare: "Ne avrei bisogno io." mugugna a bassa voce la signora, ma non così bassa come avrebbe sperato perché le sue lamentele sono udibile a tutti i presenti nella stanza: "Mi sono finite le riserve di Ali di farfalla e senza di quelle la pozione non può essere preparata." nel frattempo che madama Chips spiega, Malfoy a passo svelto mi raggiunge appoggiandosi alla cornice inferiore de letto, nel far questo mi copre quasi tutta la visuale: "Che pozione è?" domanda il solito, l'arte delle pozioni lo affascina da anni e tutti ne sono a conoscenza per via delle continue domande che li escono quando si parla di esse: "Riduce lo stress e soprattutto la stanchezza così da poterlo rilasciare subito dopo l'ingerimento."

"Ma sto perfettamente." interviene Albus sorridendo paonazzo, le fossette marcate come gli zigomi alti: "Potrebbe avere delle ricadute." continua la donna provando per l'ultima volta a controllare nell'armadio dei medicinali a fianco della porta d'ingesso: "Se non vedo di nuovo il Grifondoro malato questo non potrà succedere." continua imperterrito a contrastare l'infermiera alludendo a Samuel il quale è la causa di tutto ciò, è peggio di un bambino Albus, non è mai riuscito a prendere una medicina senza che la zia Ginny gliela facesse ingerire a forza: "E se per caso lo vedesse che farebbe?"

Qualsiasi cosa accada | SCOROSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora