Passato un altro po' di tempo in compagnia di Abigail arrivano le sedici e mezza e mi sembra l'ora di dirigermi verso l'ufficio della preside: " 'Gail." la richiamo, siamo sedute sul suo letto, la mia mano tra la sua e l'altra che prova a mettermi lo smalto lilla, essendo troppo concentrata dal suo lavoro impeccabile riesce ad ignorarmi: "Abigail!" affermo a voce alta improvvisamente, forse in modo troppo improvviso per lei che spaventata mi colora mezzo dito: "Oh Godric, che fai?" in tono retorico mi alzo dal posto dirigendomi verso la scrivania dove la bottiglietta di acetone ed il cotone sono appoggiate.
"Rose mi hai distratto Salazar, che hai?" domanda, dalla posizione seduta a gambe incrociate porta il peso del corpo in avanti sdraiandosi per metà: "Mi ero dimenticata di dirti che alle cinque la McGranitt vuole che sia nel suo ufficio e quindi devo andare." rispondo cominciando a sfregarmi la parte colorata col dischetto imprento dal liquido trasparente che emana fin da subito un odore inaccettabile: "Merlino la McGranitt!" anche lei sembra essersi accorta soltanto ora di un particolare che aveva completamente rimosso, si alza e si dirige verso la sedia della scrivania per riprendersi la toga Serpeverde ed iniziare ad indossarla, lo stesso che faccio io con la mia quando finisco di ripulirmi il dito, gli altri per mia fortuna sono già stati fatti.
"Che succede?" domando mentre si sta dirigendo in bagno, seguita da me, per sistemarsi il poco trucco che ha: "Anche io devo essere dalla McGranitt a quell'ora, mi ha mandato un gufo stamani parlandomi di un colloquio a cui dovevo partecipare." "Allora vorrà dire la stessa cosa ad entrambe, credo." lei continua a prepararsi fin quando due paia di minuti dopo ci troviamo a scendere l'infinita scala a chiocciola, arriviamo in Sala Comune e il mio pensiero di esserci soltanto noi due viene smentito quando dalla parte opposta alla nostra vediamo scendere Albus e Malfoy, a guardarli, uno di fianco all'altro, non si riuscirebbe neanche a pensare che loro due si conoscano, figuriamoci che siano migliori amici, sono diversi, estremamente diversi, l'altezza e il fisico sono le uniche cose che hanno in comune forse.
Albus ha dei capelli tanto simili al padre, neri come la pece, lisci e perennemente scompigliati, l'ordine non è mai presente, gli occhi sono quelli di famiglia, ereditati da Harry che a sua volta li aveva presi da Lily, quegli occhi verde smeraldo che non sono comuni a tutti. Le guance rosee come le labbra carnose, ed un mento a punta. Il piccolo naso e le sopracciglia ben definite. Il suo sorriso farebbe sciogliere persino il ghiaccio dell'artico, caratterizzato da quelle due fossette così profonde e particolari, è una cosa così contagiosa che basta ti sorrida e tu, indipendentemente da chi tu sia cadi ai suoi piedi.
"Hola!" esclama appena si accorge di noi due, sfoggia il sorriso di cui parlavo che senza neanche pensarci viene ricambiato da entrambe noi due con uno forse più ampio ma mai così candido, quando tutti e quattro siamo arrivati allo stesso piano, con un movimento, come se fosse abitudinario, Malfoy prendendo per una mano la mia amica la fa roteare su se stessa, ed è possibile capire perfino per me, che in queste cose sono ceca, che Abigail non è l'unica cosa che sta girando, il suo cuore avrà come minimo messo in atto uno spettacolo di ruote: "Ciao." le sussurra lui lentamente e con voce profonda all'orecchio sotto gli sguardi della dozzina di altre persone che stanno, evidentemente, studiando nella stanza: "Oh ciao baby." un altro sussurro giunge alle mie orecchie, questa volta indirizzato nettamente a me, una voce roca e sensuale che non riesce a farmi reprimere un sorriso.
"Albus smettila." provando a minacciarlo la mia espressione mi smentisce: "Non sei divertente, lascia in pace Abigail." continuando imperterrito il gioco mi affianca posizionandomi un grande braccio sulle spalle, rimane particolarmente destabilizzato dalla mia altezza, sono cresciuta di un poco durante questi ultimi mesi e questo è uno di quei casi in cui la ragazza in questione è già esageratamente alta per la sua età e cinque centimetri la fanno paragonare ad un gigante, quante persone avrò incontrato nella mia lunga vita che a quindici anni raggiungono il metro e settantacinque: "Saremmo così carini se stessimo insieme." trovando la posizione ottimale per il suo braccio incomincia a camminare, portandomi dietro e stando dietro a sua volta alla corvina ed al biondo: "Levati prima che qualcuno si faccia strane idee cocomero." mi allontano di qualche metro spostando il suo arto che peserà minimo come due mie gambe, e deluso dalla mia reazione inizia a brontolare: "Non sai mai stare al gioco."
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Qualsiasi cosa accada | SCOROSE
Fiksi PenggemarLa storia non sarà finita finché tu Rose non deciderai che lo sarà. Mi sono persa tante volte per strada non riuscendo a capire quale fosse quella più veloce per raggiungere casa. Per quanto quel viaggio sia stato duro sono arrivata finalmente alla...