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"Rose!?" "Ci sono, ci sono, eccomi." sollevo improvvisamente la testa dal tavolo sentendomi chiamare con molta enfasi da una voce femminile. Stavo letteralmente dormendo sul mio piatto. Sono arrivata in Sala Grande pochi minuti fa per fare colazione, essendo mezzo giorno. Alla mia entrata la stanza era in condizioni pessime, i tavoli non sono stati spostati e il cibo neanche più c'è su di essi. Sulla pista da ballo vari indumenti ed oggetti sommati a spazzatura trovano spazio. La console è ancora al suo posto il microfono però è sparito.

Ieri sera la festa è finita verso le quattro del mattino, i professori erano già tornati nelle proprie camere da abbastanza tempo ma avevano deciso di farci rimanere finché avremmo voluto. Stamani però il aver fatto le ore piccole si sta facendo sentire; quando ero arrivata nella stanza c'erano pochissime persone tra le quali Amelia che in solitaria stava mangiando ed ho deciso di raggiungerla.

Quando ora però mi sono risvegliata la camera si è riempita diventando decisamente più caotica. Mi incomincio a guardare intorno: " 'Giorno Rose." mi saluta Albus che è seduto alla mia destra, dal lato opposto Abigail, la quale ieri sera ho consolato parecchio quando siamo ritornate in dormitorio. Ha lo sguardo perso davanti a se mentre inconsciamente continua a mangiare i suoi pancake. Li saluto a mia volta ritornando alle mie uova.

"Ti vedo poco stanca." afferma mio cugino che mi incita a voltarmi verso di lui: "Non è stata certamente una serata tranquilla." uso questa cosa come scusa, nessuno di noi sembra un bocciolo di rosa appena germogliato, meno 'Melia, abituata a non dormire molto per via del suo continuo non riuscire ad addormentarsi.

"Hai ballato tutta la notte con le persone più disparte, come avresti pensato di risvegliarti oggi, come una farfallina appena uscita dal bozzolo." nella sua voce, non sembra esserci soltanto ironia, oltre a quella anche un briciolo di biasimo quasi di rimprovero si sente:" Le feste servono per questo no?" cerco una scusa plausibile per poter sostituire quella reale, non posso certamente dire a tutti che ieri sera ho provato in ogni modi a distrarmi dai miei pensieri su Malfoy che non ha fatto niente di meno.

"No." borbotta Amelia con voce più alta di quella che pensasse di avere tanto che improvvisamente si copre la bocca con la mano destra. Alza lentamente lo sguardo imbarazzata ma alle sue parole non ci fa caso quasi nessuno: "Magari non con sconosciuti." "Magari quando anche te terrai fede alle tue parole potrò pensarci su." improvvisamente mi alzo dal mio posto, vorerei evitare di litigare anche con lui.

Cammino ad un passo abbastanza veloce fino a raggiungere il portone della Sala da cui, guardandomi continuamente i piedi, esco girando per un corridoio che mi porta al Lago Nero. Una persona mi blocca involontariamente e sbattendoci sopra mi rendo conto di che giorno seriamente sia oggi e di dove io realmente mi trovi.

Alzo lo sguardo per rendermi conto di chi sai ed i suoi capelli biondi con quegli occhi grigi non sono confondibili.

"Weasley che diamine fai?" chiede provando ad essere il più duro, serio e infastidito possibile: "Scusa." dopo aver boccheggiato per qualche secondo provando a trovare la risposta più azzeccata mi limito a scusarmi impacciatamente. I suoi occhi vengono risaltati maggiormente dalle borse enormi e nere che li si presentano nella parte inferiore delle medesime. Non sembra abbia passato una nottata tranquilla.

Incomincia di nuovo a camminare avviandosi verso il Lago a pochi metri di distanza dal castello ma non posso rimanere ferma, l'ho fatto per fin troppo tempo oramai.

Incomincio a seguirlo, camminandogli affianco a pochi metri di distanza nel mentre che lui prova, con tutta la sua buona volontà, ad evitare di parlarmi. Però passati pochi minuti e vista la mia insistenza deve rispondere: "Che cosa ti prende oggi?" "Niente." rispondo inizialmente: "Come mai non eri in Sala Grande per fare colazione?" chiedo successivamente avendo abbastanza curiosità di sapere che cosa li frulli in quella testolina da criceto vuota e bionda.

"Quando saranno problemi tuoi te lo verrò a dire." continua imperterrito a camminare avvicinandosi ogni secondo che passa ulteriormente al Lago: "Perché devi essere così scontroso?" "Perché incominci ad interessartene proprio ora?" si ferma in mezzo alla discesa dell'ultima collinetta prima di arrivare allo stagno, scontra le sue iridi grigie contro quelle azzurre che appartengono a me e successivamente sbatte ripetutamente e velocemente le palpebre incredulo di star sostenendo seriamente questa conversazione.

"Non riesci a capire il significato di quello che mi hai detto ieri?" appena ho finito di parlare chiude gli occhi mordendosi il labbro inferiore e mentre si passa una mano sul volto: "Ero preso dal nervosismo e non sempre tutto quello che si dice lo si fa in modo lucido e con una precisa ragione." mi chiedo soltanto se quello che stia dicendo vale anche per altre occasioni e non soltanto per questa.

"Secondo me invece quando si è nervosi si dicono seriamente le cose come stanno." non mi da il tempo di continuare a parlarli che riinizia ad andarsene, così continuo a seguirlo, ancora: "Continui a provare ad essere gentile, ma non ti rendi conto che qualsiasi cosa io dica tu me la contesti, l'hai sempre fatto e certamente le cose non cambieranno adesso."

"Sono soltanto dei punti di vista, questo non cambia il fatto che io voglia capire quello che tu dici, anche se è l'opposto di quello che io penso." arriviamo in riva al Lago Nero, il sole alto nel cielo si riflette sull'acqua scura, le alghe al di sotto, come tutte le altre piante e gli animali si muovono armonici mentre le onde del lago emettendo un leggero rumore soffocato si infrangono contro la terra ricoperta dall'erba alta e verde, le margherite accompagnate dagli altri tipi di fiori selvatici sparsi in ogni dove.

"Vedi, ti rendi che tu ti interessi a me soltanto per ottenere qualcosa, è sempre stato così, te non hai mai parlato con me per la voglia di farlo soltanto per un bisogno superiore." "A quanto pare non sai niente sul mio conto." ho uno sguardo serio impresso in volto, quello che sta dicendo su di me, come sempre non ha un senso, non potrebbe mai averlo, se soltanto lui sapesse il perché dei miei comportamenti potrebbe essere più ragionevole, comprendere il perché di essi.

"So quello che basta, quindi ti chiedo, perché sei qui?" un sorriso amaro mi appare in viso, scuoto la testa da un lato all'altro, non ci poco credere. Immersa nei miei pensieri mi allontano, lasciandolo da solo quasi perplesso dal fatto che io me ne stia seriamente andando senza controbattere ulteriormente.

~Laghetto~
Le cose stanno diventando tese e Rosie e Scorp non riescono a capire del perché dei comportamenti dell'altro. Anche oggi, come la pensate? Siete dalla parte di Rose o da quella di Scorp? Quando si è nervosi si dice la verità o tutto il contrario? Ci vediamo sabato col capitolo 23
Buona Continuazione.

~Sara.

Qualsiasi cosa accada | SCOROSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora