La mattinata, passata con una lentezza tale da essersi fatta superare perfino dalla lumaca di Louis, Valentina, non è stata certamente tra le più entusiasmanti di questi ultimi mesi in cui sono, per fortuna, o sfortuna, non riesco ancora a decidermene, ritornata a scuola, ad Hogwarts.
D'altronde è novembre, e si sa, il mese delle piogge come d'altronde quello meno ricco da parte delle festività non è il preferito di nessuno. Il cielo di queste interminabili giornate si tinge permanentemente di grigio per via della nebbia fitta e bassa che accompagna le piogge torrenziali che sono la specialità del giorno. Per non parlare della temperatura dell'aria, neanche lei stessa, a parer mio, riesce a capirsi, non tira quella leggera arietta che serve soltanto a rinfrescare l'aria calda come nei mesi di settembre e non inaugura decisamente la stagione nuova come fa ottobre, facendo cambiare il colore alle foglie degli alberi e facendoci indossare le giacche di pelle nera sintetica.
Novembre è il mese inventato semplicemente per rendere meno pesante il cambio di stagioni tra l'autunno e l'inverno, il mio amato inverno. La giornata tipica di dicembre, maglione rosso con sopra ricamata la mia 'R' arancione, che sta a simboleggiare il mio nome, caldo e confortevole come soltanto le mani di nonna Molly riescono a fare. Pantaloni del pigiama col le stampe più disparate, renne, pupazzi di neve, pini, ed ai piedi le pesanti calze di lana per non farteli ghiacciare. Una coperta sulle spalle, l'altra che ti copre le ginocchia, tra le mani stingi una cioccolata calda mentre in famiglia guardi il solito film d'amore in cui Babbo Natale fa da cupido. Per non parlare delle festività, il natale, la mia giornata preferita, ovviamente a seguito del mio compleanno.
Come se non bastasse, l'11 novembre è una giornata particolare, si festeggia la nascita di quell'irritante, egocentrico, menefreghista, apatico, strafottente, lunatico, o almeno che così si mostra in pubblico, play boy della scuola, Scorpius Hyperion Malfoy. Mancano esattamente sei giorni al suo compleanno essendo oggi il cinque novembre, e si chiederanno ovviamente tutti del perché io mi ricordi così perfettamente la sua data di nascita e perfino l'orario, le diciassette e venticinque,
Non credo a qualcuno seriamente importi
Dicevo, sarebbe una cosa strana da parte mia ricordarmelo ma mi viene difficile non farlo perché quest'informazione mi sta tamburellando nella testolina da un paio di giorni, soprattutto oggi è più insistente che mai.
Ci stiamo dirigendo nel cortile del castello, più precisamente, nei dintorni della foresta proibita, per l'ultima lezione del giorno, cioè quella di Cura delle Creature Magiche con il professor. Rebeus Hagrid.
Si potrebbe pensare, che io come i miei cugini d'altronde, siamo molto uniti a lui, ma fin dall'inizio tra noi non è corso buon sangue. Per intenderci, il professor. Hagrid occupa perfettamente il suo posto di lavoro, ma, il suo poco tatto, mi manda in delirio. Nei primi anni di scuola, quando Albus era impegnato a far resuscitare morti in compagnia del biondino suo migliore amico, io mi recavo da Rebeus per prendere una tazza di thè, visto che fin dal binario si era presentato come una persona gentile. Ma coll'andare avanti i suoi interessi si percepivano perfettamente non essere incentrati su di me e sulla mia presenza ma prevalentemente su quella, che attraverso la mia figura, li sembrava di avere dei miei genitori come di mio zio Harry. Era man mano diventato sempre più interessato a loro, porgendomi ogni giorno delle domande su come stessero o su come andasse il lavoro al ministero in quest'ultimo periodo, ma pover uomo non aveva cattive intenzioni, soltanto che mi dava fastidio essere considerata da lui soltanto perché portavo il nome Granger-Weasley.
Io vorrei che la gente mi considerasse soltanto come Ros, e e non la figlia dei salvatori del mondo magico, come loro anch'io ho dei miei valori, spesso a cui non si viene data la giusta importanza o altrettante volte che non vengono neanche considerati. Quando prendo un 'eccellente' durante un compito la prima cosa che i professori vengono a porgermi, non sono i loro complimenti per aver IO studiato, ma le battutine scontate sul fatto che sarebbe stato il minimo per una che porta, anche solo per metà il cognome Granger. Lo steso accade con i miei compagni di scuola, di classe e di casa, migliaia di voci che circolano in giro sul mio conto, certamente infondate, e migliaia di occhiatine lanciatemi nei corridoi e nelle aule, come nel cortile o per strada.
STAI LEGGENDO
Qualsiasi cosa accada | SCOROSE
FanfictionLa storia non sarà finita finché tu Rose non deciderai che lo sarà. Mi sono persa tante volte per strada non riuscendo a capire quale fosse quella più veloce per raggiungere casa. Per quanto quel viaggio sia stato duro sono arrivata finalmente alla...