Capitolo 48.

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-Capitolo 48.-

-Elizabeth's POV.-

-Ho fottutamente sposato un genio!-esclamò Zayn alzandomi da terra quando uscimmo dal commissariato.

-Non siamo sposati, idiota!-strillai ridendo. 

-Non importa, sei comunque un genio.-Zayn esagerava colossalmente ma infondo ci avevo preso: la detective Smith aveva ci aveva informato che avevo avuto ragione e c'erano effettivamente traccie di DNA di Jade sui freni tagliati dell'auto di Zayn. Avrebbero quindi dato il via alle indagini e alle intercettazioni per vedere se avesse agito con dei complici o meno.

-In ogni caso, voglio farlo il primo possibile.-mi assicurò. Lo guardai con sguardo interrogativo.

-Sposarti intendo.-mi sorrise prima di chinarsi a baciarmi. Strinsi il suo labbro fra i denti e lui espresse la sua gratitudine stringendomi più forte. 

-Mm... Mi mancavano certe tue abitudini.-sorrise ancora sulle mie labbra.

-Senza di te non ce la farei mai a sopravvivere, sei la luce nelle tenebre, letteralmente: senza il tuo amore non mi sarei mai svegliata dal coma.-gli dissi poi, quando ci sedemmo sui gradini della scalinata.

-Ti prego, non parlarne...-sussurrò.

-Sul serio, non scherzo: arriva un momento che stai affondando e capisci che non c'è modo di cambiare marea, ma sai che sopravviverai perchè sei pronto a correre. E, Zayn? Io questa volta sono pronta a correre.-

-Anche io sono pronto a correre, perchè ovunque tu sia, è lì il mio posto. Non posso nemmeno immaginare un futuro, senza di te. Ci sarà sempre gente pronta a criticare ed evidentemente a cercare di farci fuori, ma non guarderò più indietro: non voglio perdermi nel buio della notte. Voglio cercare la luce e la luce sei tu.-

-Vuoi fottutamente farmi piangere, Malik?-

-Ti amo tantissimo.- sussurrò quasi tra se e se.

19 Maggio

-Buon compleanno Elizabeth!-strillò la voce di mia madre bucando il silenzio dell'oscurità della mia stanza.

-Mm...-brontolai svegliata da quel casino.-Lasciami stare.-infilai la testa sotto il cuscino. Mia madre tirò su le persiane e si mise a battere le mani come una bambina, canticchiandomi una canzoncina di auguri.

-Mamma...-mi lagnai ancora, ma lei si sedette sul letto e iniziò a farmi il solletico, così scoppiai a ridere e non resistetti a lasciarmi andare: dopo tutto, che c'era di male?

-La mia piccina! Diciassette anni, sembra ieri che ne facevi due.-si emozionò mia madre coprendosi la bocca con le mani.

-Mamma!-sbuffai abbracciandola.-E dai, non fare la sentimentalista, ti prego!-

-Ne riparleremo tra un annetto...-mi assicurò abbracciandomi.

-Che?-

-Quando tuo figlio farà il suo primo compleanno.-chiarì lei. Lo stomaco mi si strinse all'improvviso, quando realizzai che l'anno seguente avrei festeggiato il diciottesimo con mia figlia fra le braccia. Fu la prima volta che mi resi davvero conto di quanto vicino fosse il giorno in cui l'avrei avuta con me per la prima volta e quel senso di insicurezza e inadattezza che avevo provato scoprendo di essere incinta, mi travolse nuovamente.

-E'... lei è una femmina.-sospirai cercando di respirare con calma e regolarità.

-Oh...-mormorò sorpresa.

Ti amo, stronzo. || Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora