Capitolo 64

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-Capitolo 64.-

-Elizabeth's POV.-

Mi svegliai di soprassalto per una turbolenza e ringraziai Dio che Ayla fosse in braccio a Zayn e non a me: se si fosse svegliata avrebbe iniziato a piangere e avremmo disturbato l'intero Boing e non avevo idea di come calmarla su un aereo pieno di persone ma senza la minima distrazione per una bambina di appena quattro mesi. Spostai lo sguardo sulla mia famiglia: la bambina dormiva con il visino appoggiato sul torace di Zayn, la piccola bocca aperta. Lui invece la circondava con le braccia ma aveva la stessa espressione della piccola. Sorrisi e presi il telefono dalla borsa appoggiata fra i miei piedi, non che potessi farci molto essendo in modalità aerea. Infilai gli auricolari nell'iPhone e feci partire la riproduzione casuale. Non vedevo l'ora di arrivare in Puglia perché adoravo il fatto di aver ancora un buon rapporto con mia nonna e adoravo che lei avesse capito gli errori di Billy e avesse scelto me. Non avevo un grande legame con gli altri parenti, ma lei era anziana e non la vedevo da tempo, quindi volevo davvero che facesse parte della mia nuova vita il prima possibile. Ero però anche un po' nervosa, essendo quella la prima avventura interamente mia, di Zayn e di Ayla. Lui, a parte gli anni di studio in America, non era mai uscito dall'Inghilterra ed io mi sentivo addosso una responsabilità enorme, senza mia madre vicino.
Un'altra turbolenza svegliò Zayn che però, a differenza mia, non si scosse più di tanto, quindi la bambina non si svegliò. Lui le accarezzò la testolina e mi rivolse uno sguardo assonnato. Mi sfilai le cuffiette e gli sorrisi, allungando una mano per pizzicargli la guancia. Lui bloccò la mia mano e ne baciò le dita.
-Come stai?-sussurrò.
-Sto bene. Tu? La bambina ti pesa?-
Zayn scosse la testa e mi assicurò di stare benone. Circa un quarto d'ora dopo, una voce femminile ci avvisò che saremmo atterrati dopo pochi minuti all'aeroporto di Bari. Iniziai a prendere le cose di Ayla dal sedile vuoto fra me e Zayn, che si era spostato per lasciarmi allungare le gambe, infilai tutto in borsa e presi la piccola dalle braccia di Zayn. Sfortunatamente Ayla si svegliò, ma mi ricordai del ciuccio e Zayn me lo passò subito, così che lei non iniziò a piangere ma si concentrò su di quello. Quando scendemmo sembravamo dei fuggitivi, sommersi dai bagagli, con il passeggino della bambina, Ayla in braccio, i passaporti in mano e le facce stravolte.
-Non capisco niente qui, devi fare tutto tu.-mi disse Zayn raggiungendomi e togliendomi il manico dell'enorme trolley dalla mano. Chiaramente lui non parlava l'italiano e tanto meno lo capiva, io si invece ed era al quanto strano trovarsi in Italia solo un anno dopo la mia partenza. L'estate prima infatti avevo concluso la scuola ed ero tornata a Londra per il college, ma non avevo idea che avrei incontrato quello che ora era il padre di mia figlia. Lo guidai fino alla dogana e passammo i documenti agli agenti che li controllarono e ce li restituirono sorridendo. Mia nonna era chiaramente anziana e il resto dei parenti non era in chissà quale rapporto stretto con me, quindi non mi ero sentita di scomodarli alle due di notte e farci venire a prendere all'aeroporto, io non avevo la patente e Zayn non sapeva guidare un'auto italiana, perciò fummo costretti a chiamare un taxi.
Appena l'auto bianca accostò davanti a noi e i nostri bagagli, Ayla iniziò a piangere.
-Dio.-sbuffai.-Coraggio Ayla, sono le due di notte, non potresti dormire?-
Sarei diventata pazza, ne ero sicura, e quella vacanza sarebbe dovuta essere una valvola di sfogo, invece ero tesa come una corda di violino. La bambina non smise di piangere per tutto il tragitto e quando scendemmo al villaggio turistico dove alloggiavano fu anche peggio.
-Ayla, ti prego.-mi lagnai cullandola mentre Zayn parlava in inglese con gli operatori, chiedendogli dove fosse la nostra camera. Quando mi raggiunse con le chiavi in mano, notò la mia faccia sconvolta e prese la bambina, la mise nel passeggino e ci si inginocchiò davanti.
-Ayla, amore. La mamma è stanca, tu sei stanca e lo sono anche io.-iniziò a parlare come se la bambina capisse perfettamente il suo discorso.-Adesso andiamo a nanna, ma tu smetti di piangere, non ne hai motivo.-
Ayla, con un po' di calma e silenzio attorno a se, finalmente si calmò e smise di frignare. Zayn tornò da me e mi sorride stringendosi nelle spalle, feci lo stesso e lo ringraziai.
-Stai bene, Eli?-
-Sono stanchissima, scusa ma non reggevo più. Ho un mal di testa incredibile.-sbuffai strofinandomi le tempie.
-Stai tranquilla: come ho detto, adesso andiamo a nanna e dopo otto ore di sonno starai benissimo.-mi baciò sulle labbra.-È una vacanza e meriti un po' di sano riposo, non voglio che tu faccia niente che non ti va e che ti stanchi.-
Mi sentivo in colpa per lagnarmi in quel modo ma ero davvero stanca e fortunatamente lui sembrava capirmi, così appena arrivammo in stanza andammo direttamente a letto.

Ti amo, stronzo. || Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora