Capitolo 43.

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Capitolo 43.

-Elizabeth's POV.-

-Tu sei pazzo! Hai idea di quanto cazzo costi mangiare qui?-esclamai quando mi resi conto di dove stessimo parcheggiando.-Dovresti aver prenotato secoli fa per avere un tavolo qui di venerdì sera!-

-Rilassati piccina, lascia fare.-disse semplicemente Zayn dopo aver fatto il giro dell'auto per aprirmi la portiera.

-Ma che stai dicendo? Sul serio Zayn: non possiamo permettercelo.-

-Eddai così mi costringi a svelarti i miei segreti!-lo guardai con un'espressione stralunata e lui scoppiò a ridere.

-Non fa ridere! Che cazzo stai dicendo?-mi stavo agitando in una maniera impressionante seguendolo su per una ripida rampa di scalini e dovetti appoggiarmi al muro e fermarmi un secondo per prendere fiato.

-Hey, hey piccola, tutto bene?-mi si avvicinò visibilmente spaventato.-Hai bisogno del ventolin? Respira, piano...-

Non sapeva bene cosa fare e dove mettere le mani così, quando mi lasciai scivolare contro il muro per sedermi per terra, si inginocchiò accanto a me.

-Dai, tranquilla: conosco il capo chef, okay? E' un vecchio amico di mio padre, ora rilassati.-

Ripresi a respirare con regolarità e lui mi posò un bacio sulla tempia, prima di aiutarmi a rialzarmi.

Entrammo attraversando le cucine e Zayn strinse la mia mano fin quando l'uomo del quale mi aveva accennato non ci bloccò salutandolo.

-Malik!-urlò la sua voce roca nel frastuono della cucina.

-Joe! Quanto tempo!-

-Allora è vero: sei venuto sul serio, pensavo mi prendessi in giro figliolo.-Zayn scosse la testa e lui spostò lo sguardo su di me che ero rimasta dietro Zayn, quasi nascosta dalla sua figura.-E lei?-

-E' la ragazza di cui ti parlavo...-mi guardò, probabilmente interrogandosi su se volessi essere presentata o meno, ma fortunatamente mi evitò quest'imbarazzo e si rivolse nuovamente a Joe.-Allora, per quel tavolo?-

L'uomo annuì e Zayn ed io lo seguimmo in sala. Il contrasto fra la cucina caotica e colorata e la sala da pranzo così ordinata ed altezzosa mi fece quasi girare la testa e mi sentii improvvisamente inadatta e stupida, avvolta nel mio maglione grigio.

-Ecco qui, a voi.-ci disse il capo sala a cui Joe ci aveva affidato, accompagnandoci al tavolo.

-Sei sicuro che possiamo permettercelo?-domandai ancora titubante sfogliando il menù quando lo sguardo mi cadde sui prezzi.

-Si, posso.-mi rispose sottolinenando chi fosse a pagare.

-Non fare lo stronzo maschilista.-lo ripresi.-Nessuno ha detto che debba pagare tu...-

-Dai piccola, scherzo.-rise sporgendosi verso di me e il mio cuore perse un battito.-Tu pagherai dopo.-mi fece l'occhiolino.

-Dovresti davvero smetterla...-ridacchiai imbarazzata.-Oltretutto, ti sei vestito da gran sera ma avresti almeno potuto dirmi che qui tutti lo sarebbero stati, così non avrei fatto la figura della scappata di casa con le parigine.-

-Adoro quelle parigine, lo sai. E mi mancavano le tue gambe...-

-Non cambiare discorso.-lo ripresi lusingata dal complimento.

Ti amo, stronzo. || Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora