Capitolo 56.

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-Capitolo 56.-


-Elizabeth's POV.-

Odiavo profondamente quella musica. Era martellante, assordante, penetrante, ma in fondo era un bene: era così forte da annullare ogni mio tentativo di iniziare a rimuginare o a pensare.

-Come ti pare?-urlò letteralmente James.

-Sono bravi!-finsi più entusiasmo del dovuto, mostrando il pollice alzato e sforzandomi di sorridere. In quel momento, ringraziando Dio, la musica cessò e uno dei ragazzi prese a ringraziare e parlare a vanvera di qualcosa a cui non prestai la minima attenzione.

-Non mi hai detto chi è tuo fratello.-gli feci notare approfittando del ''silenzio''. James sorrise.

-Kevin è il batterista.-disse indicandomelo con un'espressione orgogliosa dipinta in faccia. Sorrisi di rimando, non sapendo cosa dire.

-Vado a prendere delle altre patatine.-rise notando che avevo mangiato praticamente tutte quelle che avevamo ordinato a inizio serata. Arrossii e lui mi tranquillizzò:-E' okay, mi fa piacere vedere che hai ancora voglia di mangiare. Sicura di non volere una birra? E' molto meglio del thé alla pesca, fidati.-rise.

-Non posso.-mi lasciai scappare.

-Sei allergica?-domandò incuriosito frugandosi in tasca alla ricerca del portafoglio.

-Una cosa del genere.-ridacchiai.-Non pagare di nuovo tu, davvero! Mi sento terribilmente in debito.-

-Non ce n'è motivo Elizabeth.-sorrise andandosene.

In quell'istante la terribile musica metallara riprese a martellarmi nelle orecchie e quasi pensai di infilarmi gli auricolari da quanto era fastidiosa. Presi invece il telefono per controllare Whatsapp, quasi nella speranza di trovare un suo messaggio, che però chiaramente non c'era.



-Zayn's POV.-


Sydney non si era fatta pregare troppo, anzi, non se lo era fatto dire due volte. In meno di un quarto d'ora mi ritrovai sotto casa sua, attendendo che scendesse. Presi il telefono per far passare il tempo ed aprii Whatsapp. La sua chat era la prima perchè come sempre eliminavo ogni conversazione ad eccezione della sua. La aprii e scorsi i messaggi, facendomi più male che bene. Toccai lo spazio per scrivere un nuovo messaggio e iniziai a digitare di getto parole che mi suonarono famigliari. Ad un tratto ricordai di avergliele dedicate solo qualche mese prima in una canzone e il cuore mi si spezzo davvero in due come dicevano quelle strofe. Sobbalzai quando Sydney aprì la portiera, accomodandosi sul sedile accanto al mio.

Mi faceva quasi tenerezza: avevo capito dal primo momento che pendeva dalle mie labbra e, dopo tutto, mi sentivo un po' in colpa a giocare con i suoi sentimenti solo per ottenerne qualcosa a mio vantaggio. Indossava un vestito nero aderente e decisamente corto, portava i tacchi alti e il trucco marcato metteva in risalto gli occhi verdi: era piuttosto diversa da come l'avevo vista la prima volta e si vedeva che, nonostante il poco preavviso, aveva fatto di tutto per attirare la mia attenzione.

-Ciao.-disse con un sorriso intimidito.

-Non ti mangio mica.-risi senza rispondere al saluto.

-Oh, più di te, temo la tua guida.-mi punzecchiò.-Non posso credere che non ti abbiano ritirato la patente: vedi almeno di non farci schiantare contro un'altro tir.-

-Era un rimorchiatore.-sottolineai rovinando la sua battuta.-Ma sta tranquilla, non lo farò.-le strizzai l'occhio per addolcire un po' il tiro.

-Dove andiamo quindi?-

Ti amo, stronzo. || Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora