-Capitolo 38.-
-Zayn's POV.-
Mi svegliai a causa di un forte vociare attorno a me, e di una luce chiara piuttosto intensa alla mia destra. In un tempo che mi sembrò eterno, aprii faticosamente gli occhi con il desiderio di stropicciarmi le palpebre impedito da qualcosa attaccato al mio braccio.
Quando riuscii a mettere a fuoco ciò che vedevo, notai una flebo ed una strana pinza grigia sul dito della mano sinistra. Sollevai lentamente lo sguardo, inquadrando due uomini in camice bianco ed una donna di circa trent'anni in divisa da poliziotta.
''Ma che diavolo...'' pensai, ma riuscii solo ad emettere un mugolio.
-E' sveglio.-si affrettò la donna.-Dottor Gringer, è sveglio.-
Dottore? Cosa? Dove cazzo mi trovavo?
Il più giovane dei due uomini, uno dal fisico palestrato ma asciutto, con i capelli castani scompigliati e un'espressione piuttosto sveglia, mi si avvicinò.
-Ciao Zayn.-mi disse. Come diamine conosceva il mio nome?
-Lei...-mi sforzai di dire, nonostante la voce facesse una fatica tremenda per risuonare nella stanza.-Lei chi è?-
-Ascolta Zayn, sono il dottor James Gringer, sono uno dei primari di quest'ospedale.-
-Ospedale?-
-Si Zayn, ormai quasi quattro giorni fa hai avuto un incidente.-
-Cosa?!-esclamai strabuzzando gli occhi.
Elizabeth. Dove cazzo era Elizabeth?
-Si, un frontale con un furgone su Relentlessy Street, ricordi per caso?-
-Si, si ora ricordo, ma dov'è Elizabeth?-chiesi preoccupato. Lui guardò il collega con aria interrogativa. L'uomo, più anziano e basso, si passò la mano nei capelli brizzolati.
-Parla della sua fidanzata, la signorina Minelli.-lo informò.
-Si, Elizabeth. Dov'è? Sta bene?-sbottai.
-Lei... è in un'altra stanza.-
-Devo vederla!-dissi provando ad alzarmi ma lui mi bloccò.
-Non ora Zayn, prima la signorina deve sapere alcune cose sull'incidente.-
-Forse lei non ha capito che non me ne frega davvero un accidente, devo vedere la mia ragazza.-mi opposi.
-Mi dispiace, ma adesso no, Zayn.-sentenziò e mi lasciai cadere contro lo schienale sbuffando.
-Cosa vuole sapere?-
-Beh, sono il tenente Diaz, sono a capo del distretto di polizia e mi occupo personalmente del vostro caso per il momento. Il conducente del mezzo contromano che vi è venuto in contro ha dichiarato di aver fatto ciò per tentare di togliersi la vita.-
-Beh, non me ne fotte un cazzo.-sputai.
-Per favore Zayn, collabora.-
-Che dovrei dire io?-chiesi e lei iniziò a fare patetiche domande sul prima e l'incidente, poi il dottor Ginger, Gringer o come cazzo si chiamava mi visitò, informò che mi ero rotto un braccio, che ero stato in coma farmacologico qualche giorno e mi portò una sedia a rotelle, ricordandomi di portarmi sempre dietro la flebo che avevo collegato al braccio. Mi fece un prelievo di sangue e qualche altra cazzata, ordinò un patetico pranzo di patate, ricotta e mele cotte e poi finalmente, quasi sei ore dopo, mi lasciò solo.
-Dio santo, finalmente fuori.-dissi aggirandomi nella stanza alla ricerca di vestiti decenti. In quel momento lui si riaffacciò dalla porta sorridendomi.
-Zayn, abbiamo avvisato i tuoi familiari che ti sei svegliato. L'orario in cui verranno a farti visita è dalle venti alle ventuno e quindici.-sorrise ancora e finalmente sparì.
Trovai nel piccolo armadio di ferro una tuta grigia e una maglia a maniche lunghe bianca: non il mio genere ma comunque meglio del ridicolo pigiama a pois azzurro che indossavo. Mi cambiai velocemente, sciacquandomi la faccia e poi mi misi alla ricerca della stanza di Elizabeth.
-Posso aiutarla?-mi chiese un'infermiera dai capelli mossi con un sorriso gentile.
-Uhm si... Sto cercando la stanza B413, sa per caso da che parte è?-
-Certamente, dritto in fondo a corridoio. E' l'ultima sulla destra.-sorrise ed io, senza ricordare di ringraziarla, affrettai il passo verso la stanza, sentendomi subito affaticato.
Il cuore mi batteva a mille e quei bastardi non avevano voluto dirmi come stava. Bussai sullo stipite della porta e nessuno rispose. Bussai una seconda volta e il dottore dai capelli brizzolati mi aprì la porta.
-Zayn?-
-Dottor...-mi bloccai non sapendo il nome.
-Smith. Che ci fai qui?-
-Sono venuto per Elizabeth, è qua?-dissi spingendo la porta. La vidi: era immobile, bella come non mai, nonostante i tagli sul viso e qualche cerotto vicino alle orecchie. La pelle era bianca e candida come sempre, i capelli raccolti in un modo strano e gli occhi serrati.
-Dorme?-chiesi.
-Non esattamente.-
-Cosa? Lei, oddio...-iniziai a farfugliare entrando nel panico più totale.-Lei non è morta, vero?-
-No, certo che no. E' solamente in coma.-
-Certo, certo: questa mania del coma farmacologico. Quando la svegliate?-
-Uhm no, non coma farmacologico. Vedi, il coma non le è stato indotto: è andata in coma a causa della forte botta che ha preso nello scontro.-
Un flash mi attraversò il cervello: Elizabeth che si slacciava la cintura per sporgersi a baciare la mia guancia per ringraziarmi dell'anello, il camion, la luce, Elizabeth che vola fuori dal parabrezza, frantumandolo.
-C-cosa?-balbettai.
-Lei... Non sappiamo quando e se si risveglierà Zayn.-mi disse poggiando la sua fottuta mano sulla mia spalla.
N/A: So che mi odiate sempre di più, scusate hahah. Il capitolo vi è piaciuto? LASCIATE UN COMMENTO. Grazie mille a tutte per i voti e i commenti al capitolo precedente, questa volta AGGIORNO A 15 COMMENTI E 25 VOTI perchè mi serve tempo per scrivere. Coomunque, domenica i ragazzi saranno a Roma, sparatemi. Piango per sempre... Ok, me ne vado a studiare, un bacione ragazze. Elisa,xx.
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Ti amo, stronzo. || Malik.
FanfictionLa vita di Elizabeth è destinata a cambiare dal momento del suo incontro con Zayn Malik, il suo compagno d'infanzia. Sarà pronta Elizabeth a perdonare tutti i suoi errori? Varrà la pena di soffrire per lui, proprio lei che è abituata a far soffrire?