°Capitolo 18°

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Alle sei del mattino, ancora immersa nelle emozioni del giorno prima, mi sembrava incredibile come tutti i miei sogni si stessero avverando l'uno dopo l'altro.
Troppo bello per essere vero?
Evitavo di dirlo troppo a voce alta.

Mi preparai e andai a lavoro, il signor Johnson mi comunicò che se il progetto fosse stato pronto per la pubblicazione avrebbe potuto organizzare un incontro con Mike e pubblicarlo al più presto possibile.

Si fecero le dodici e il signor Johnson mi convocò nel suo ufficio insieme a Mike, che era appena arrivato.

Nonostante cercassi di prestare la massima attenzione il mio sguardo rimaneva fisso verso Mike, non riuscivo a distogliermi.
A complicare le cose c'erano quei momenti in cui anche lui mi guardava.
C'erano volte in cui distoglievo lo sguardo e volte in cui invece rimanevamo ad osservarci per qualche decina di secondi.

Finita la riunione e pubblicato il progetto, Mike mi invitò a fare una camminata ed io, che avevo ormai terminato tutti i lavori da sbrigare, accettai senza esitare.

Passeggiammo in un meraviglioso parco naturale al centro della città.
Era circondato da colossali salici piangenti e al centro un lago artificiale era diventato l'habitat di decine di maestosi cigni.
C'era un ponticello sul quale una panchina sembrava porci l'invito a sederci, iniziammo a scrutare il paesaggio incantati, fu in quell'occasione che Mike dichiarò il suo amore per me.

Uscimmo dal parco mano nella mano, sul marciapiede che stavamo percorrendo un musicista di strada stava eseguendo un brano romantico.

Tese la mano chiedendomi di ballare e, nonostante la mia titubanza, dopo nemmeno qualche minuto mi trovavo tra le sue braccia, persa nel suo sguardo, a ballare un lento in mezzo alla strada.

Mi accompagnò alla tenuta, mi baciò e mi congedò con un sorriso.
Le infinite sensazioni che provavo in quel momento non potevano essere descritte a parole, ero estremamente felice.

Quello stesso pomeriggio, tornata nell'angolo di paradiso che mi aveva fatto conoscere Mike, un'altro frammento del mio passato riapparve: ero in Nigeria e cinque o sei violenti trafficanti di uomini stavano litigando animatamente con una giovane coppia.
Quelli che sembravano due coniugi avevano dei gilet blu con uno stemma che faceva pensare ad un organizzazione di volontariato per migranti.
Improvvisamente un trafficante puntò la pistola verso la ragazza e il marito, per difenderla, si intromise tra il trafficante e la moglie immolando la sua vita per colei che amava.
In un momento di sconforto in cui la ragazza era inginocchiata accanto al cadavere del marito, un trafficante alle sue spalle le tolse la vita.

Al ricordo di quella scena il mio cuore iniziò a battere fortissimo, iniziai a respirare affannosamente guardandomi costantemente attorno, ricordai anche il dolore provato in quel momento, come se quella coppia fosse per me qualcosa di fondamentale.

Dovevo scoprire chi fossero quei coniugi, dovevo tornare in Nigeria.

Ero ancora molto provata, l'affanno era peggiorato, il mio cuore stava come per esplodere.
Poi una mano si poggiò delicatamente sulla mia spalla.

"Julia, tutto bene? Che succede?", domandò una voce alle mie spalle.

Riconobbi subito che si trattava di Mike, stava tornando dall'ufficio dopo aver sbrigato qualche mansione.

Mi voltai con gli occhi spalancati e il volto preoccupato, una lacrima mi bagnò la guancia.

Spiegai a Mike cosa fosse successo e gli confessai il mio desiderio di partire per la Nigeria come per pretendere una sorta di approvazione.

"Qualsiasi tuo desiderio è anche mio, certo, sarei più felice se potessi accompagnarti, ma sai che purtroppo il mio lavoro non me lo consente, comunque, se sai che quest'aspirazione ti renderà felice, sarò felice anche io",affermò lui, "posso solo darti un consiglio: non rinunciare mai ai tuoi sogni", aggiunse.

Quel discorso mi entusiasmò, avevo il sostegno di Mike, ma dovevo riunire Jamila, Amelie, che era a più di un giorno di distanza, e convincere il signor Johnson a darmi il permesso di andare, eppure, nonostante la miriade di cose da fare e gli innumerevoli ostacoli che mi si sarebbero potuti presentare, in quell'istante ero fiduciosa e non pensavo minimamente alla difficoltà di quell'impresa.

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