°Capitolo 9°

20 2 1
                                    

Una delicata mano si poggiò sulla mia spalla.
Era lei, Amelie.

La invitai a sedersi e lei si accomodò accanto a me.

Sorvolati i convenevoli, iniziò a raccontare.

"Bene allora, dove eravamo rimaste? Ah si Jack. Beh quel giorno Jack si presentò a casa mia alle quindici in punto, il signor Brooks e Grace non c'erano, erano usciti per delle compere.

Cominciammo a ripassare matematica nella mia stanza. inizialmente eravamo entrambi molto impacciati, poi il ghiaccio si sciolse.

Finimmo di ripassare alle diciotto e proprio in quel momento tornarono Grace e il signor Brooks che, vedendo Jack, iniziarono a rimproverarmi.

Quel giorno mi umiliarono molto più intensamente di quanto non facessero solitamente. Le loro parole mi ferirono profondamente. Addirittura Jack si dimostrò sorpreso.

Invitai quest'ultimo ad uscire di casa e lui ubbidì senza fare storie.

Quella sera non la dimenticherò mai. Grace e il signor Brooks mi trattarono peggio di un animale.

Il giorno dopo tornai a scuola piena di ferite e lividi, cercavo di nascondermi, di passare inosservata, ma avevo decine di occhi puntati su di me.

Arrivò Jack.
Non era con il solito gruppo di ragazzi, era solo.

Mi venne incontro e mi ringraziò, poi mi diede un bigliettino che recitava:

"Dopo scuola nel bosco qui dietro".

Non sapevo cosa mi avrebbe detto o fatto, ma ero insolitamente tranquilla.

Ci incontrammo nel boschetto dietro scuola e lui si confidò.

"Mi dispiace per come ti ho trattato fino a questo momento", iniziò, "mio padre tradì mia madre e dopo il divorzio era distrutta. Vederla così mi faceva soffrire ed ero estremamente arrabbiato. Questa rabbia la sfogavo ingiustamente su di te",continuò,"Qualche giorno fa ci ho riflettuto e mi sono reso conto della cattiveria che dimostravo nei tuoi confronti, ti prego di perdonarmi".

Io ero stupefatta, non credevo alle mie orecchie.

Jack mi ospitò a casa sua dicendo che il modo in cui Grace e il signor Brooks mi trattavano era insostenibile.

Io lo aiutai ad affrontare la vita e lui mi permise di essere quella che sono ora.

Eravamo complici e piano piano la migliore amicizia si trasformò in amore.

Ci fidanzammo, ma un violento terremoto ci separò.

Non so che fine abbia fatto Jack, ma il suo ricordo rimarrà per sempre nel mio cuore".

Una lacrima bagnò il viso di Amelie, ero profondamente toccata.

"Sai", aggiunse, "vorrei sapere qualcosa di più del mio passato"

Avrei voluto raccontarle tutto, della mia ricorrente scena, del suo nome originario, Kapera, di Jamila, della Nigeria, ma non sapevo da dove iniziare.

Le chiesi se avesse avuto tempo per una passeggiata e lei annuì dicendo che quel pomeriggio non avrebbe dovuto lavorare.

La portai al rifugio, da Jamila, sperando di trovarla in casa.

Bussai alla porta del rifugio, Amelie mi guardò disorientata, spaesata.
Quando Jamila aprì la porta le dissi che ero tornata in compagnia di Kapera e lei rimase immobile, incredula.
Indugiò un po', poi ci fece accomodare.

Presentai Jamila ad Amelie e spiegai a Jamila chi fosse realmente Amelie, ovvero Kapera.

Invitai Jamila a raccontare la sua storia dall'inizio e quando menzionò l'America lasciò spazio alla mia solita visione.

Aiutammo Amelie a capire, la aiutammo a ricostruire il suo passato, il nostro passato.

Quello che io credevo fosse il nostro passato.

Parlammo ore e ore quella sera.
Ci eravamo ritrovate da nemmeno un ora, ma sembrava che ci conoscessimo da una vita.
Ognuna di noi espresse la propria esperienza di vita, il proprio carattere, i propri sentimenti, le proprie emozioni e le proprie riflessioni sui principali temi della vita.

Finimmo per parlare di sciocchezze.
Non mi divertivo così tanto da circa undici anni, ma con loro stavo bene, ero spensierata.

Amelie mi diede una piccola gomitata e indicò con lo sguardo l'orologio appeso al muro: erano le venti e quaranta!

Era estate, ancora non era totalmente buio, ma sarebbero bastati nemmeno venti minuti e ci saremmo trovate nelle tenebre più oscure.

Jamila colse la nostra preoccupazione e ci invitò a dormire da lei. Fummo costrette ad accettare, ma non a malincuore.

Il Frammento Perduto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora