°Capitolo 45°

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8 Gennaio 1891

Caro diario,

Mi trovo ancora nel treno di ritorno per casa, tra poco più di due giorni sarò giustiziata, ma ho in me un barlume di speranza che mi rigenera.
Ho avuto modo di scoprire il passato di Travis e Scott, le altre due guardie di Ambrose.
Di John, la quarta guardia di Ambrose, si sa poco o nulla.
Non parla mai, ma dal suo modo di agire si capisce che è estremamente protettivo, inoltre stringe sempre uno strano ciondolo tra le mani come fosse un portafortuna.
Nel corso del tempo ho avuto modo di conoscere varie persone, eppure ogni storia è diversa dall'altra.
Come può passato influire sul nostro essere presente? come può ogni esperienza vissuta riflettersi nei nostri modi e atteggiamenti?
Sdradicando emozioni e sentimenti è possibile eliminare la causa di molte sofferenze, ma ora il mondo è colmo di marionette prive di ogni personalità, prive di ogni caratteristica, prive di ogni capacità, ma soprattutto prive di ogni libertà perché non possedendo alcuna identità si trovano costrette a farsi manipolare dagli altri.
Il mio pensiero torna a Flynn, al suo spirito rivoluzionario e indipendente.

Erano le undici, sembrava tutto tranquillo fin quando il treno non si fermò.
Non capivamo cosa stesse succedendo, ma eravamo tutti piuttosto preoccupati, il clima era pieno di tensione.

"Fermateli!", gridò una voce alle mie spalle.

Non appena mi voltai un gruppo di uomini a volto coperto assalirono Ambrose e le sue guardie.

"Vieni con me", mi sussurrò uno di loro.

"Neanche morta", gridai colpendolo.

"Julia sono io, Bradley"

"Che ci fai qui?"

"Flynn ci ha detto tutto, vieni con noi, ti portiamo al sicuro"

Rivolsi lo sguardo verso i compagni di Bradley: Carl, Dave e Frank.
(I quattro banditi che ci avevano rapito prima di raggiungere George).
In quel momento Dave aveva appena spinto John facendogli cadere a terra quello strano ciondolo che teneva sempre fra le mani.
Nonostante fossi molto combattuta quella scena mi fece rabbrividire, non avevo mai visto in lui uno sguardo così carico di emotività.

"Fermo!", gridai a Dave.

Corsi verso John e lo aiutai a rialzarsi.

"Julia che fai?", sussurrò Dave.

"Non c'è bisogno di trattarli così"

"Ti uccideranno"

"Troverò una soluzione"

"Aiuto!", gridò Ambrose dall'altra parte del vagone.

Frank e Carl avevano stordito Angus, Travis e Scott prendendo Ambrose in ostaggio.
Quest'ultimo era particolarmente intimorito e il suo fragile sguardo mi impedì di stare ferma.

"Carl fermo", gli dissi a bassa voce.

"Scappa prima che sia troppo tardi"

"Lascialo stare"

"Non ti lascio nelle loro mani"

"Allora perdonami Frank", risposi strattonandolo a terra e liberando Ambrose.

In un batter di ciglia ragazzi si ritrovarono circondati dalle guardie di Ambrose, impacciati, senza via d'uscita.
Notai un piccolo estintore proprio accanto all'uscita d'emergenza e lo usai senza pensarci due volte.
Grazie a quella polvere riuscìì a dirigermi verso i ragazzi senza farmi notare e gli permisi di uscire dal treno.

"Non preoccupatevi per me"

"Non ti lasciamo qui", replicò Dave.

"Catturateli!", gridò Ambrose.

"Vieni con noi, Julia", supplicò Frank.

Spostai lo sguardo verso Ambrose e notai che il ciondolo di John era proprio sul gradino della porta esterna del treno.

"Fidatevi di me ragazzi", replicai tornando indietro.

Corsi verso la porta del treno con l'intento di raccogliere il ciondolo di John e, quando alzai lo sguardo, i ragazzi erano già andati via.

"Che fine hanno fatto?", gridò Angus.

"Se la sono svignata", affermò Travis.

Ci avvertirono che il treno stava per ripartire, così tornammo ai nostri posti.
John aveva un espressione disperata nonostante tentasse di rimanere impassibile.

"Tieni", bisbigliai dandogli il ciondolo che aveva perduto.

"Grazie", rispose lui colmo di gratitudine.

"Posso sapere perché è così importante per te?"

"Apparteneva al mio fratellino, è l'unica cosa che sono riuscito a salvare da quel maledetto incendio che me lo strappò via"

"Mi dispiace, nessuno merita cose del genere"

"Grazie"

Rivolsi lo sguardo verso Ambrose.
Mi guardava come se mi fosse debitore di qualcosa, ho realizzato solo dopo ciò che era accaduto quando, minacciato da Frank, implorava aiuto.
Sono stata l'unica a soddisfare la sua richiesta di salvarlo, ma come fai a ringraziare una persona che ti ha salvato la vita sapendo che tra nemmeno un giorno sarai l'artefice della sua condanna a morte? Semplice. Non puoi.

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