°Capitolo 28°

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Quella mattina decisi di fare un giro nei pressi del villaggio, non era particolarmente caldo, ma c'era una forte umidità.
Scrutai ogni angolo di quel paese e, senza rendermene conto, finii in un vicolo cieco.

Sentii degli strani movimenti alle mie spalle, mi sentivo osservata, ero terrorizzata.

Tre ragazzi poco più grandi di me mi circondarono e mi intimarono di dargli tutte le cose di valore che possedevo o indossavo in quel momento.

Avevo una collana al collo, un regalo di Mike, per questo esitai a dargliela, ma si innervosirono e la presero strappandola brutalmente dal mio collo.

Ero intimorita.

Volevo riprenderla, ma quei criminali erano piuttosto minacciosi.
Uno di loro si avvicinò lentamente, aveva un ghigno malefico stampato sul volto.

Iniziai ad indietreggiare.

Un'altro malvivente mi bloccò e iniziò a rovistare nella tasca dei suoi pantaloncini.
Mi puntò rapidamente un coltellino svizzero all'altezza del collo.

Un brivido gelido attraversò il mio corpo.

Il cuore iniziò a battere fortissimo.

Alzai lo sguardo, quel ragazzo non aveva un volto minaccioso o malizioso come quello dei suoi compagni, dai suoi occhi traspariva purezza, sincerità.

Iniziò a tremare, era molto nervoso.

Gli bloccai istintivamente la mano, e il suo sguardo si perse nel mio.
Per qualche istante provai le stesse sensazioni che avevo provato guardando Mike.

"Fermo!", sentimmo gridare.

Era Jamila che mi aveva seguita in lontananza senza farsi notare.

"Falle del male e te la vedrai con me, Chad", gli intimò imperterrita.

In quel momento ci fu un attimo di buio totale.
Un frastuono che pensavo di immaginare soltanto.

"Jamila", rispose il ragazzo, "io non... Cioè io... Non volevo...", iniziò a balbettare poco prima di darsela a gambe levate insieme agli altri compagni.

Corsi da Jamila e l'abbracciai fortissimo ringraziandola sentitamente in maniera ripetitiva, poi mi accorsi che ero talmente presa dalla situazione da non rendermi conto che aveva ritrovato la voce! Ero entusiasta.

Prima di riuscire a contenere, seppur a stento, la mia emozione passarono dieci minuti.

Ci incamminammo verso casa, poi Jamila iniziò a raccontare.

"Non è un ragazzo cattivo Chad, ha solo vissuto un'infanzia difficile", disse.

"Lo so, si capisce dallo sguardo", affermai.

Le sensazioni che provai guardandolo erano ancora vivide nella mia mente, ero tremendamente combattuta perché mi sembrava di tradire Mike, ma certe emozioni non potevano essere controllate.

Arrivammo a casa, Amelie e Malika stavano allegramente cucinando tra scherzi e risate con un che di complicità quasi fuori dal normale.

"Che mi sono persa?", commentò Jamila con fare ironico.

Amelie si girò di scatto e guardò Jamila dapprima perplessa, poi entusiasta.
Iniziò a saltellare abbracciandola, si dimostrò tremendamente felice alla scoperta che Jamila aveva ritrovato la voce.

Nel frattempo qualcuno bussò alla porta, Jamila andò ad aprire e quello che vidi mi fece rabbrividire.

Era Chad che, non lasciando il tempo a Jamila di aprire bocca, iniziò ansiosamente a farfugliare qualcosa.

"Io... Insomma... Mi... Mi dispiace per...cioè io... Non.." ,balbettò a testa bassa.

"Insomma Chad, vuoi deciderti a parlare?", replicò Jamila.

"Io non volevo aggredire la tua amica è solo che mi hanno costretto", rispose deciso.

Jamila si voltò come per chiedermi un opinione sul da farsi, come se avesse avuto bisogno di aiuto per uscire da quella situazione.

"Va bene, vieni con me Chad", risposi inconsciamente.

Solo qualche secondo dopo mi resi conto del danno che avevo fatto chiedendo a Chad di seguirmi.

Uscimmo entrambi e, dopo aver chiuso la porta dietro di me, mi voltai verso di lui.
Era visibilmente preoccupato, ma ben presto la sua espressione cambiò.

I nostri sguardi si incrociarono per la seconda volta e quelle sensazioni provate solo qualche ora prima si fecero sempre più forti.

Era un ragazzo alto, pelle scura, capelli neri, occhi castani.
Era in tutto e per tutto l'opposto di Mike, sia nell'aspetto che per quanto riguardava il carattere, ma nonostante ciò mi sentivo attratta a lui.

Quando mi resi conto di ciò che stava succedendo era troppo tardi, stava per baciarmi.

In quel momento avevo due possibilità: assecondare le sensazioni di quell'istante o porre fine a quell'inconvenevole situazione salvando la mia relazione con Mike.

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