°Capitolo 36°

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24 Novembre 1890

Caro diario,

Ieri mentre tornavo in ufficio mi sono ritrovata faccia a faccia con Mike.
Una serie di gelidi brividi avvolsero il mio corpo.
Un insieme di flashback hanno pervaso la mia mente dopo essere entrata in uno stato di confusione mentale non indifferente.
Ho provato a parlarci cercando di essere quanto più indifferente possibile.
Nulla, non prova nulla.
Tutti i sentimenti, le emozioni, i ricordi, tutta la nostra storia, tutto buttato all'aria.
Continuo a pensare che se le emozioni e i ricordi fanno veramente così male, forse l'ipnosi sarebbe la scelta migliore.
Rimanere impassibile durante questa giornata è stato più che difficile, ma sono riuscita a impedire ad ogni mia emozione di trapelare dalle espressioni del mio volto.
Però ormai avevo perso ogni motivazione.
Stesso giorno, stesso nascondiglio, stessa ora.

"Allora, astuta collaboratrice, che tipo di informazioni ti servono oggi?", chiese Flynn con fare ironico.

"Nessuna informazione, tieni", dissi io porgendogli un biglietto.

"Cos'è?"

"Il nome della persona non ancora ipnotizzata"

Mi guardò perplesso, ma non esitò ad aprire il bigliettino.

"C'è il tuo nome"

"Esatto"

"Cosa significa?"

"Non sono una collaboratrice di Ambrose, sono solo la persona non ipnotizzata che cerchi da settimane, volevo cambiare le cose, riportare tutto alla normalità, ma stamattina ho avuto un brutto incontro col passato e ho gettato la spugna. In ogni caso sono una donna di parola, quindi non dirtelo sarebbe stato scorretto"

Mi guardò perso, non sapeva cosa dire.

"Ormai per me non ha più senso lottare, sono mesi che ci provo ma non riesco più a combattere contro tutto questo. Ora hai la possibilità di ipnotizzarmi, la possibilità di dimostrare ad Ambrose quanto vali"

"Julia"

"Non c'è bisogno che tu dica niente", affermai io uscendo dalla stanza.

Quella di oggi invece è stata una giornata indimenticabile.
Erano le diciannove e trenta, il signor Johnson, o per meglio dire, Ambrose Murphy, era uscito dall'ufficio mentre io ero rimasta sola per portare finalmente a termine tutto il lavoro arretrato.
Improvvisamente sentii qualcuno muoversi davanti a me.
Alzai lo sguardo e quello che vidi mi fece saltare dalla paura.
Flynn era davanti a me a braccia conserte e con un espressione piuttosto arrabbiata.

"Allora fammi capire, sei l'unica persona scampata all'ipnosi, tentando di riportare tutto alla normalità hai cercato di raggirarmi, ma un frammento del tuo passato ti ha fatto gettare la spugna"

"Esatto"

"Puoi spiegarti meglio?"

Gli spiegai tutto, dall'inizio alla fine, gli raccontai del mio passato e, senza rendermene conto, parlai per una mezz'ora intera.

"Ed ora che sai tutto puoi fare di me quello che vuoi", aggiunsi.

"Mettiti bene in testa che non ho la benché minima intenzione di ipnotizzarti"

Lo guardai perplessa.

"Ho falsificato alcuni documenti, secondo Ambrose il cento per cento della popolazione è stato ipnotizzato", concluse.

"Perché l'hai fatto?"

"Julia, riportiamo tutto a com'era prima, ci stai?", mi chiese lui ignorando la mia domanda.

"Ci sto", risposi io stringendogli la mano.

Finalmente ho un valido aiuto su cui contare per far tornare la normalità in questo mondo spettrale.
Siamo rimasti io, lui ed Ambrose, le uniche persone in grado di cambiare tutto.
Ancora non capisco cosa abbia spinto il migliore amico nonché più stretto collaboratore di Ambrose a falsificare dei documenti ed evitare a me di essere ipnotizzata, ma, anche se sotto ci deve essere qualcosa di strano, non mi importa perché ormai non ho più nulla da perdere.
Inoltre Flynn mi ispira fiducia e penso che questa sensazione sia del tutto vera.
Essere stata sincera mi ha tolto un enorme peso di dosso, eppure, se Flynn non si fosse comportato così con me, a quest'ora sarei già stata ipnotizzata.
Domani incontrerò nuovamente Flynn, stavolta a casa sua, e parleremo di come muoverci per far tornare la luce in quest'oscurità.

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