°Capitolo 30° [Seconda Parte]

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Per sfuggire a tutta quella situazione mi rifugiai in colui che vi diede inizio, ma con Chad stavo bene e, oltrepassati i sensi di colpa, non avevo più nulla da rimpiangere.

Vivevo insieme a Chad ormai da tre settimane ed avevo perso di vista già da tempo Jamila, Malika ed Amelie, ma con lui ero felice, spensierata.

Avevo finalmente trovato il vero amore e non mi importava più di ciò che pensavano gli altri.

Un giorno, tornando a casa un po' prima del previsto, mi imbattei in uno dei miei peggiori incubi: Chad teneva tra le braccia un'altra donna, le dimostrava lo stesso amore che fece credere di provare per me.

Iniziai a tremare, era tutto vero, Chad mi aveva fatto il lavaggio del cervello rovinando tutto.

"Julia", sentii chiamare da dietro.

Quello che vidi mi fece rabbrividire ancora di più.

Mike era venuto a farmi una sorpresa, ma aveva saputo tutto da Jamila ed era destabilizzato quanto me.

Iniziai a tremare sempre di più, il mio respiro si fece sempre più corto, la testa iniziò a girare come per farmi cadere nell'oscuro vortice che tanto temevo, poi, ad un tratto, buio totale.

Al mio risveglio Amelie mi teneva la mano e Jamila piangeva silenziosamente.
Malika corse frettolosamente fuori dalla stanza in cui mi trovavo e improvvisamente una troupe di dottori entrò creando un subbuglio non indifferente.

"Cosa è successo?", domandai all'infermiera che era accanto a me.

"Circa due settimane fa è stata vittima di una violenta esplosione", rispose.

"Cosa è successo?", chiesi nuovamente ad Amelie.

"Due settimane fa, poco dopo essere state aggredite da tre malviventi di strada, tu e Jamila siete state vittima di un violento bombardamento, da quel giorno non ti sei più svegliata", rispose lei ancora visibilmente emozionata.

Non potevo credere alle mie orecchie, tutto quel tempo ero stata in coma e la storia di Chad era solo un brutto sogno.

Mi serviva del tempo per metabolizzare il tutto, ma grazie alle spiegazioni di Jamila, Malika ed Amelie, capii che dopo l'aggressione in cui Jamila ritrovò la voce, nulla di quello che avevo immaginato era veramente accaduto, nulla di ciò che era accaduto tra me e Chad era reale, non c'era stata nessuna lite, nessun tradimento e nessuna sorpresa, ero solo immersa in un profondo sonno.

Dopo quell'incidente decidemmo di tornare a casa, ad Annapolis.

Jamila decise di fermarsi da Luke, mentre io ed Amelie proseguimmo il tragitto verso casa.

Giunte al porto dopo sei lunghi giorni di viaggio Amelie corse da Jack, mentre io decisi di fare una sorpresa a Mike.

Entrai in casa sua senza nemmeno bussare e, quando me lo trovai davanti, iniziò a tremare dalla gioia.
Cominciò a baciarmi e ad abbracciarmi come mai prima ed io mi sentii pervasa da un'inspiegabile sensazione di sicurezza, sapevo che sotto le sue braccia ero protetta e questo mi rasserenava.

Ora quella serenità è svanita ed io mi sento estremamente insicura.

Questa, caro diario, è la mia storia.
Questa, caro diario, sono io, Julia.

Ci tenevo a farti conoscere il mio passato così che tu possa percepire appieno ciò che serbo ora nei meandri del mio cuore. Capisco bene che non sei in grado di comprendere, sei un debole e vulnerabile pezzo di carta che oggi c'è e domani potrebbe non esserci più, ma allora perché a volte noi esseri umani sentiamo l'urgente bisogno di mettere nero su bianco la nostra storia e raccontarla ad un oggetto inanimato? Forse proprio perché da un oggetto inanimato non è possibile ricevere pareri o giudizi, forse perché speriamo che un giorno qualcuno possa casualmente leggere ciò che scriviamo, o forse la verità è che l'ho fatto per me, per non dimenticare, per non lasciare che ogni secondo della mia vita fino ad ora diventi un frammento perduto per sempre.

Non lo so, riconosco solo che dare sfogo a ciò che provo mi permette di affrontare giorno per giorno il profondo dolore che mi tartassa ormai da settimane.

Quello che sembrava un lieto fine è stato solo un malinconico inizio e il pesante macigno di impotenza che mi schiaccia fino a soffocarmi non mi darà pace fino a quando non cesserò di esistere.

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