capitolo 4

941 37 1
                                    

la macchinetta del caffè brontola impazientemente, distogliendo la mia attenzione dallo schermo luminoso del telefono, sul quale sto spulciano qualche storia di instagram.

Spengo rapidamente la piastra e verso una buona quantità di liquido nella tazza di porcellana che ho trovato negli scaffali sovrastanti la cucina. Quando mi rimetto a sedere, la sedia di plexiglass trasparente cigola leggermente sotto il mio peso, ma la mia attenzione si sposta sulla figura snella che oltrepassa la porta a vetri.

"Buongiorno Nat" biascico mandando giù un  sorso di caffè, rivolgendole un piccolo sorriso a cui lei risponde con una leggera carezza tra i miei capelli color miele, che al momento sono un ammasso indisciplinato di nodi, raccolto in un elastico nero.

"Buongiorno" mi dice a sua volta, versandosi in una tazzina, il poco caffè rimasto nella macchinetta. "Mi spiace, l'ho bevuto quasi tutto io. Se vuoi lo rifaccio" la informo cominciando ad alzarmi dal mio posto per rimettere a fare il caffè, ma lei con un veloce cenno della mano, mi invita a rimanere seduta. "Nessun problema, va benissimo" si siede accanto a me riponendo la tazzina sul tavolo. La osservo silenziosamente mentre fissa i suoi occhi chiari in un punto indefinito della stanza.

"Tutto bene?" chiedo in un sussurro, lei si volta con disinvoltura verso di me, come se l'avessi scossa per una spalla con violenza, dedicandomi un sorriso sbilenco, che svanisce in pochi secondi.

Annuisce poco sicura di quel gesto "sono solo un po' stanca di scappare, vorrei solo che tutto tornasse come prima" sbuffa arrancando a dire quelle parole, piene di tristezza, nostalgia, e una punta di rabbia.

Afferro dolcemente la sua mano, stringendola tra le mie dita, che in confronto alle sue, sembrano andare a fuoco. "Te lo prometto Nat, le cose andranno meglio di come sono adesso" la rassereno facendo un piccolo sorriso, che in pochi attimi contagia anche lei "aah, quanto mi sei mancata" ridacchia avvicinandomi a lei per stringermi in un dolce abbraccio.

"Buongiorno" la voce profonda di Steve rimbalza tra le pareti in cemento della cucina, costringendo me e Nat a staccarci dall'abbraccio. Faccio un cenno della testa nella sua direzione a mo' di saluto tornando a bere il caffè, che ormai ondeggia scuro sul fondo della tazza. "buongiorno" Natasha ricambia il saluto, ma la sua espressione cambia quando rivolge il suo sguardo sul Capitano, costringendo anche me a rivolgergli la mia attenzione.

"Che succede?" domanda preoccupata alzando un sopracciglio, creando così delle piccole rughe sulla sua fronte liscia. Steve poggia pesantemente le mani sull'isola in marmo, facendo aderire la maglietta bianca ancora di più ai suoi muscoli scolpiti.

Le vene delle braccia vengono messe in risalto dalla contrattura dei muscoli  che Steve sta compiendo. Fa un sospiro per niente rilassato facendo guizzare i suoi occhi più volte su di me e Nat. "Wanda è andata via" dice in un sussurro distogliendo improvvisamente lo sguardo, e puntandolo su Sam, che con aria assonata entra nella cucina stropicciandosi gli occhi.

Natasha non sembra affatto sorpresa dalle parole di Steve. Le rivolgo uno sguardo interrogativo, mentre con poca voglia metto la tazza dentro il lavabo. "Sapevamo che se ne sarebbero andati" sospira rumorosamente Nat, facendo danzare come fiamme i suoi ciuffi platino, Steve e Sam le rivolgono uno sguardo di disaccordo.

"Sarebbero?" apostrofo quella parola in tono interrogativo, mentre con gli occhi cerco risposte nei loro visi. "Lei e Visione" risponde esitante Sam, rimettendo sulla piastra la macchinetta del caffè, e tirando giù da uno scaffale una tazza. Steve lo fulmina furtivamente con lo sguardo, come se quelle informazione dovessero essere tenute lontanate dalle mie orecchie.

"Cosa ti preoccupa Steve? Che vada a spifferarlo al Governo Americano?" gli domando svogliatamente, lasciando il mio posto per andare verso di lui. L'espressione colpevole, ma anche divertita, di Sam si nasconde dietro la tazza, in cui ha appena versato il caffè.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora