capitolo 47

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Una luce soffusa, scura, di un grigio compatto mi risveglia da quel tepore carcerogeno che mi ha fatto perdere i sensi. Sbatto le palpebre vedendo una sagoma scura offrirmi una mano dall'alto.

Riesco a mettere a fuoco, scoprendo la figura muscolosa di mio fratello che mi chiama per risvegliarmi. Mi alzo di scatto quando ricollego tutti i fili. Respiro l'aria che entra dallo spiraglio che Aren è riuscito a creare.

Afferro la sua mano, è ruvida e ricoperta di cenere. Mi solleva facendomi uscire da quella gabbia di macerie e polvere. "Grazie" sussurro spolverandomi freneticamente la tuta tinta di chiazze nere e rosse per qualche goccia di sangue.

"Ma ti pare" sospira arricciando il naso e poggiandosi le mani sui fianchi. "Lui è qui" la voce di Steve mi rimbomba nelle orecchie. Aren mi guarda aggrottando le sopracciglia, facendo così cadere dei granelli di cenere che gli erano rimasti incollati alla fronte.

Mi pigio l'auricolare fin troppo dentro il timpano, sperando che non risponda alla domanda che sto per fargli. "Chi?" mi trema la voce, perché so già cosa mi verrà risposto, ma io non so se sono in grado di realizzarlo.

"Thanos" sibila Steve, ma il ronzio che di solito mi fa capire che il collegamento è ancora attivo, si annulla. Guardo mio fratello con gli occhi fuori dalle orbite, incredula alle parole del capitano. "Quella schifosa..." sbraito mentre con agilità scavalco le macerie fino ad arrivare a terra.

Una coltre di fumo denso mi impedisce di vedere al di là della punta del mio naso. Aren mi segue mettendosi subito al mio fianco. "Che facciamo adesso?" domanda incrociando le bracci al petto. "Dobbiamo trovare Steve. Dobbiamo finire quello stronzo di titano pazzo" sbraito cominciando a marciare in una direzione che non so se sia davvero quella giusta.

"Non penso che questo accadrà" una voce cupa alle nostre spalle ci fa inchiodare al terreno scricchiolante e pieno di macerie fumanti di fuoco. Mi giro lentamente con gli occhi che non esitano ad accendersi di fiamme.

Sorrido ferinamente digrignando i denti. "Volevo proprio te" sibilo. Le spade affilate di mio fratello appaiono nei palmi delle sue mani con un rumore metallico che mi fa vibrare la schiena. Si slancia con un salto svelto verso di me.

Piego la schiena di lato lasciando che il suo corpo cada alle mie spalle. Le fiamme mi si cospargono in tutto il corpo. "Non ho tempo da perdere per giocare con te a fare la lotta, quindi per adesso mi limito a intrappolarti qui finché qualcuno non verrà a salvarti" dico con voce ferma, tagliente e fredda.

Grida selvaggiamente slanciandosi contro di me, ma delle enormi radici spaccano il terreno e le si avvolgono intorno alle braccia e al busto, inchiodandola a pochi centimetri da me e mio fratello, che la guarda con un feroce ghigno sulle labbra.

Avvicino il mio viso al suo, guardandola in quei due buchi neri che sembrano infiniti. "Lo so che non sei la Nebula che ho conosciuto io. Spero per te che tu non le abbia fatto niente, perché le conseguenze potrebbero essere peggiori di quelle che stai subendo adesso" la avverto ritraendomi. "Mio padre vi ucciderà tutti, di nuovo" ansima mentre il suo braccio meccanico si dimena nella fasciatura di radici.

"Staremo a vedere" ribatto io vedendo il riflesso delle mie iridi incandescenti nei suoi specchi neri pece. Mi giro riprendendo a camminare, e mio fratello accanto a me ritira teatralmente le sue spade. Alzo il polso all'altezza  giusta per localizzare Steve.

Rhoedy e tutti gli altri sono ancora là sotto. "Aren, devi andare ad aiutare Bruce e Rocket. Io vado da Steve" ordino indicandogli la direzione che deve prendere. "Da quando la sorella minore da ordini al fratello maggiore e tra latro molto più forte?" mi domanda contrendo la faccia in una smorfia di dissenso.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora