capitolo 37

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I muscoli deboli delle braccia mi cedono come fossero gelatina rotta da un cucchiaino. La mia guancia si schianta sulla pietra calda e liscia, e sento la polvere alzata da quel leggero impatto mischiarsi immediatamente al sudore che mi cola sulla fronte e sulle tempie.

Sbuffo spazientita e a corto di speranze ormai. La stecca di legno che Maverick tiene in mano mi picchietta gentilmente la scapola colpita dal sole. "In piedi su, prova di nuovo" ordina cercando di mascherare il suo sorrisetto divertito.

Apro un occhio, guardandolo velenosa, irritata di non riuscire a fare neanche venti flessioni consecutive. Se penso a tutta la forza che mi scorreva prima nel corpo, mi viene da piangere sentendomi così debole e inutile, con queste braccia magre e i muscoli nelle gambe quasi scomparsi.

"Sei veramente una spina in un fianco. Non hai altro da fare?" borbotto alzandomi sui palmi delle mani e rimanendo in ginocchio, mentre alzo lo sguardo sulla sua figura imponente, e mi copro la fronte con una mano, nell'intento di farmi ombra agli occhi.

Scuote la testa incrociando le braccia sui pettorali scolpiti, coperti solo da una canottiera bianca come il latte. "Ho fatto una promessa e devo mantenerla. Non sono mai stato uno che non mantiene la parola" mi informa stringendosi la piccola crocchia sulla testa.

Mi rimetto in piedi dolorante, mentre sento le ossa pregarmi di andarmene a letto e rimanerci finché non sarà finito tutto. Lo guardo supplichevole, cercando un minimo di compassione nelle sue iridi quasi fosforescenti.

"Sono settimane che mi fai fare flessioni e corsa. Non sento più le gambe e i muscoli delle mie braccia stanno chiedendo pietà" piagnucolo massaggiandomi una spalla dolorante. Ridacchia poggiando la sua stecca per terra e guardandomi da sotto le ciglia nere come la pece.

Si avvicina e mi prende le spalle "lo faccio perché il tuo corpo ne ha bisogno. Non è abituato alla sedentarietà a cui lo hai sottoposto per quasi quattro mesi di seguito. Ne sei consapevole. Una che ha poteri e doti come le tue sarebbe riuscita a battermi in uno scontro corpo a corpo ad occhi chiusi. Ma così la fatica è all'ennesima potenza" mi spiega scandendo bene ogni parole mentre mi scuote leggermente.

Sbuffo consapevole di quanto siano vere quelle parole, rassegnata al fatto che non potrò scampare tutte quelle ore di allenamenti. Mi sembra di essere tornata a quando ero una ragazzina e Sif mi addestrava e mi faceva ripetere gli stessi movimenti finche non erano perfetti.

Mi ricordo il sudore e il sapore del sangue, il dolore alle ossa e le mani delicate di mio padre e Loki che mi curavano le ferite, e per un momento vorrei tornare a quei momenti e pregare di riavere quella forza e quell'euforia.

Do un leggero pugno sul petto del ragazzo, trattenendo una risata e lui si allontana di qualche passo ridacchiando. "Giuro su Odino che appena torno in forze ti faccio il culo stregone delle buone maniere" mi guarda come se avesse accettato la sfida, sgranando i suoi occhi verdi.

"Bene allora, fai dieci giri di corsa, costante niente pause" sentenzia perentorio assumendo nuovamente quell'espressione ironica ma maledettamente seria. Sgrano incredula gli occhi al suono delle sue parole. "Mah sei matto?" quasi urlo allargando le braccia sui fianchi.

Mi fa segno di stare zitta e cominciare. Borbotto le imprecazioni di rito, prima di mandarlo a fanculo con il dito medio e cominciando a correre. E già a metà del secondo giro sento il fiato farsi corto e i polmoni in procinto di cominciare a bruciare come forni.

Cerco di respirare per consumare meno aria possibile e finire quella tortura, ma qualcosa, forse l'universo che mi ha voluto bene oggi, fa comparire un imponente cerchio di fuoco arancione che si apre nel mezzo del piazzale, io e Maverick ci immobilizziamo puntando tutta la nostra attenzione sulla figura che varca la circonferenza.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora