capitolo 45

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"Cinque anni fa, abbiamo perso, TUTTI. Abbiamo perso amici, familiari.. una parte di noi stessi. Oggi abbiamo la possibilità di riprenderci tutto. Conoscete la vostra squadra, conoscete le missioni, prendete le gemme e riportatele qui." Steve fa passare velocemente lo sguardo su tutti noi "Un viaggio di andata e ritorno a testa senza errori" Natasha si gira a osservarlo, con l'espressione troppo tranquilla per ciò che sta per fare.

"Non potremmo rifarlo" continua Steve, e Clint sospira, facendo vibrare la schiena. "Molti di noi andranno in luoghi conosciuti, ma non significa che dovremmo sapere cosa aspettarci. Quindi prudenza, guardatevi le spalle. Questa è la battaglia della nostra vita" il tono diventa più serio di quanto non fosse già e gli occhi accessi e vivi di Tony si alzano sul capitano.

"E la vinceremo" conclude con voce ferma e altruista. Tony e io gli sorridiamo lievemente, mentre un groppo misto a gioia e ansia mi esplode nel petto come fossero fuochi d'artificio. Steve e Tony si guardano con consapevolezza e determinazione "a qualunque costo" sussurra Steve.

Rocket e Scott si scambiano uno sguardo soddisfatto "beh però, bravo a fare i discorsi" ammette il procione con il musetto rivolto verso Lang. "Eh vero?" gli risponde entusiasta rimettendosi al suo posto.

A quel punto, gli sguardi si puntano tutti verso di me. Sento l'ansia divorarmi da dentro le ossa, con una foga quasi nuova. "E' il tuo momento" mi bisbigli all'orecchio Tony, stringendomi per un solo secondo la mano, per darmi il coraggio di scendere la piattaforma per azionare le funzioni.

Prendo un respiro profondo, talmente tanto da sentire l'aria pulita percorrere tutte le vie aeree con violenza. Gli rivolgo un ultimo sorriso, per ultima Natasha, che mi fa un velocissimo occhiolino. Mi fermo davanti a mio padre ed Aren "tornate interi, niente stronzate o stupidaggini. Seguite il piano" li minaccio puntandogli il dito sui petti.

Mio fratello ridacchia baciandomi velocemente la guancia e mio padre mi sorride solo, in modo sghembo. Arrivo ai computer con le mani che tremano come se fossero state immerse in una vasca piena di ghiaccio.

Respiro forte, di nuovo e ancora, e ancora, cercando di tenere sotto controllo i battiti troppo accelerati del mio cuore. "Bene, quando siete pronti" dico alzando lo sguardo verso di loro. Loro annuiscono, sicuri, senza ripensamenti.

"Ci vediamo tra un minuto" sorride Natasha, riscuotendo in Steve e Tony un sorriso di rimando, sincero e speranzoso. "Bene, tra tre, due uno" faccio il conto alla rovescia prima di vedere sparire gli occhi verdi di mio fratello all'interno del tunnel.

Un silenzio assordante cala nell'enorme stanza, e io mi ritrovo a respirare da sola con l'angoscia che mi si aggroviglia alle budella. Sento il sudore colarmi lungo le tempie nonostante non faccia così caldo.

Le mani mi tremano ancora più di prima, e guardo l'ora, sperando che il tempo passi più velocemente se lo osservo. Ma non succede nulla, e mi rendo conto che sono passati solo trenta secondi, e che di questo passo, il mio stomaco arriverà ad essere una matassa aggrovigliata e i tremiti si trasformeranno in spasmi incontenibili.

Mi appoggio al muro, poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia, e sento la medaglietta tintinnarmi sul petto, mentre cerco di regolare i respiri. Un segno di speranza, che in qualche modo riesce a infondermi quella misera dose di calma che mi serviva per non impazzire.

"Su Evanjeline, respira" mi ripeto da sole almeno un centinaio di volta, sentendo la cassa toracica minacciata dalle botte troppo forti che le sta impartendo il cuore. Mi metto una mano sul petto, cercando di visualizzare Bucky.

Mi sorride, e mi parla, ma la sua voce è lontana e sfumata, e quella scena viene interrotta da una scena che non ricordo di aver mai vissuto. Un dirupo, troppo alto per poter sopravvivere a una caduta del genere, un corpo precipita.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora