capitolo 16

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Evah's pov

Mi sembra come di essere in stato di trans. Le mie labbra si muovono a tempo con le sue, ma non sono sotto il comando della mia testa, perché lei mi sta dicendo di scaraventarlo dall'altra parte del corridoio e tornarmene in camera mia.

Avvolgo velocemente le braccia attorno al suo collo, prendendo il controllo e facendo diventare questo bacio più famelico e veloce.

Non so quanto abbia desiderato in queste settimane che accadesse tutto questo. E ora che sta succedendo sembra ancora meglio di prima.

Le sue mani arrivano al mio fondoschiena strizzandolo tanto da farmi sentire il livido formarsi. Ma non sento dolore, c'è solo il piacere e l'eccitazione, che mi provoca ogni volta che mi tocca.

Mi do uno slancio con le gambe, per aggrapparmici alla sua vita. Aumenta la presa sulle natiche, attento a non farmi cadere mentre apre e richiude la porta dietro di noi.

Mi mette a terra e con un gesto veloce si sfila la maglietta, mostrando il suo petto candido e perfettamente scolpito, illuminato solamente da delle lucine attaccate su una mensola sopra al letto.

Non esito a imitare i suoi gesti e buttare a terra il top, rimanendo con il seno scoperto. Le sue labbra ci si fiondano in un istante, lasciando baci umidi attorno ai capezzoli, ormai induritisi per il piacere incontenibile.

La testa mi si inclina all'indietro quando i suoi denti si affrettano a mordere la pelle del collo. Le mie dita si insinuando tra i suoi capelli corvini tirandoli e torturandoli.

Mi affretto a spostare le mani sull'elastico dei suoi pantaloni neri, lo afferro e lo spingo verso il basso, lasciandolo solo con i boxer, da cui si intravede la sua enorme erezione.

Lancia i pantaloni e le mie culotte sul letto dietro di noi, si toglie le mutande e senza neanche accorgermene mi afferra di nuovo, attaccandomi al suo corpo e alzandomi da terra.

Le nostre intimità si scontrano, provocando gemiti soffocati che riempiono la stanza. Mi fa scontrare la schiena con la parete vuota accanto alla finestra, causandomi la pelle d'oca per il contrasto tra il freddo del muro e il caldo eccessivo della mia pelle.

Le nostre labbra si uniscono nuovamente. Le lingue si muovono veloci, impazienti. Le sue mani vagano dalle mie cosce ai fianchi, stringendoli e graffiandoli.

La sua mano in vibranio si sposta verso il fulcro della mia eccitazione, aumentando la pressione quando arriva all'interno coscia.

Mi mordo il labbro cercando di reprime il gemito che sta lottando per uscire. "Bucky..." ansimo in preda all'eccitazione, affondando le unghie sulle sue spalle.

"Dimmi... cosa vuoi?" sussurra affannato accanto al mio orecchio. Mugolo cercando di capire la sua domanda. "Ti prego" dico in un filo di voce. "Ti prego cosa?" domanda sensualmente sfiorando delicatamente il clitoride.

Il gemito che stavo trattenendo esce, facendo nascere sul suo volto leggermente sudato, un sorriso soddisfatto. Io nel frattempo sto morendo, non riesco più a sostenere tutta questa eccitazione che mi brucia in mezzo alle gambe.

Le cosce si inumidiscono, e mi maledico mentalmente per essere già venuta solo per un leggero contatto. "Quindi mi vuoi dire cosa vuoi?" sibila mordendomi il lobo e accarezzando la mia intimità, ormai stanca di questa tortura prolungata.

"Dannazione... scopami James!" sbotto avvicinando il suo petto al mio, attaccando così la sua virilità al mio sesso. Schiocca rumorosamente la lingua sul palato, alza un sopracciglio soddisfatto e con una spinta decisa, fa entrare il suo membro enorme.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora