La porta della mia camera sembra una visione quando arrivo in cima a quella scala infernale, con il fiato corto, i polmoni che bruciano e con lo stomaco che sembra pieno di sassi piuttosto che di riso e verdure.
Il cielo scuro che fa capolino dalle enormi finestre del davanzale è punteggiato da luminose stelle argentate che sembrano piccoli diamanti buttati alla deriva in quel mare oscuro. Stringo le dita intorno al marmo freddo di una colonna interposta fra le finestre, osservando quello spettacolo della natura mentre cerco di riprendere a respirare in modo naturale.
La mano calda di Maverick mi si posa sulla spalla e mi scuote leggermente. "Tutto a posto?" domanda arricciando il labbro superiore. Annuisco a scatti facendo qualche passo verso la mia stanza. "Vieni?" domando invitandolo a seguirmi con un gesto della testa.
Non risponde ma sento i suoi passi eleganti seguirmi furtivamente. Entriamo entrambi nella mia camera e senza pensarci due volte la chiudo a chiave, timorosa che qualcuno possa scoprirci mentre facciamo ciò che ho in mente.
Anche Maverick sembra leggermente allarmato dalla mia strana azione. Guarda prima la porta con la chiave infilata nella serratura e poi me, con le sopracciglia aggrottate e un'aria non del tutto pacata come ha di solito.
"Ehm, Jeje, perché-..." si schiarisce la voce portandosi una mano davanti alla bocca prima di continuare: "perché hai chiuso la porta a chiave?" chiede mentre mi guarda frugare in uno dei miei beauty case, non che abbia usufruito dei miei prodotti di bellezza negli ultimi mesi, ma non si sa mai.
Mi stiracchio le spalle nello stesso momento in cui lo fa lui, un gesto di irrequietezza e in qualche modo di nervosismo. Lo guardo per qualche istante perplessa da quella strana telepatia. "Io, emh" borbotto continuando a cercare, troppo concentrata per rispondergli.
"Ho chiuso la porta perché non so quanto sia legale fare ciò che stiamo, o comunque sto per fare" spiego sentendo con la punta dei polpastrelli la cartina fina. Vedo le sue mani cadere lungo i fianchi, leggermente perplesso dalle mie parole.
Afferro entusiasta il filtro leggermente malandato, osservando se il tabacco sia ancora apposto, e con la punta delle dita aggiusto l'estremità un po' sciupata. Si avvicina velocemente a me afferrandomi il polso e osservando il tesoro che tengo in mano.
"Che diavolo è?" sussurra mentre vedo i suoi zigomi tirarsi in un sorriso furbo. "Una canna" dico sottovoce, temendo che nonostante le mura spesse e la porta chiusa qualcuno possa sentirci. Mi libero della sua presa e esco nel grande terrazzo illuminato soltanto da un paio di lanterne e dai raggi lunari.
Maverick non si fa ripetere due volte di raggiungermi, e mi si mette di fianco quando la fiamma dell'accendino mi illumina il viso per i secondo necessari ad accendere. Faccio un profondo tiro, sentendo bruciarmi leggermente la gola, ma non fastidioso, quasi piacevole e familiare.
Scuote la testa ridendo come un bambino. "Sei piena di sorprese" dice guardandomi di sottecchi mentre faccio un terzo tiro, lo tengo un po' per poi far riuscire il fumo in una nuvoletta densa e bianca. "Non mi dire che non te ne sei mai fatto una" gli sorrido sfacciatamente, sfidandolo ironicamente.
Mi da un leggero schiaffo sulla nuca e mi prende dalle mani la canna, con un'espressione quasi offesa sul volto divertito. "Pivella, ma con chi credi di parlare?" domanda sbuffando mentre si da le arie da uomo vissuto.
Rido, rido per la prima volta dopo mesi di buio e infinita tristezza, sento il rumore della mia risata rimbombarmi nelle orecchie, che non erano più abituate a quella melodia, quasi estranea ormai. Maverick sorride soddisfatto, per essere riuscito nel suo compito soltanto dopo un giorno.
Penso che allontanarmi da New Work e tutto ciò che mi ricorda Bucky mi abbia fatto bene. Non voglio di certo dimenticarmi di lui, sarebbe l'ultima cosa che vorrei, ma continuare a vivere nel posto dove lo rivedo continuamente di certo non mi aiuta a guarire.
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Back to New York||Bucky Barnes
FanfictionLa figlia di uno dei sei originali torna a New York, in cerca di qualcosa di diverso dalla sua monotona e grigia vita, ma ciò a cui va in contro, non è di certo quello che sperava... p.s: gli avvenimenti (per la maggior parte) e il tempo sono frutto...