(scusatemi eventuali errori, domani correggerò bene)
Bucky's pov
Apro gli occhi, o meglio dire li spalanco, ritrovandomi a fissare il soffitto grigiastro. Il respiro caldo di Jeline sul collo mi causa un brivido di piacere in tutto il corpo. Mi giro cautamente a guardarla; il rossore intorno agli occhi ancora bene evidente dopo le ore passate a piangere; Il livido a forma di mano ormai giallognolo grazie al suo corpo da dea che guarisce le ferite in fretta, sfortunatamente solo quelle esterne.
Dorme tranquilla, come un angelo, come se non le fosse capitato nulla, e io mi passo una mano sul viso, ritornando a guardare il soffitto, con un vuoto nello stomaco e uno strappo doloroso nell'anima che a stento mi fa respirare. Il senso di colpa sembra più insistente e forte a ogni respiro, mentre mi tiro a sedere con la schiena che scricchiola per le ossa che si stanno riassestando.
Poggio i gomiti sulle ginocchia piegate, dando un ultimo sguardo a quell'angelo di fuoco sdraiato sul letto. Le lascio un leggero bacio sulla fronte alzandomi per vestirmi e uscire da quella stanza, magari prendere un po' d'aria mi farà bene, mi potrebbe aiutare a schiarire le idee, a placare quella furia che mi avvolge il cuore, per evitare di andarmene a cercare Jhon per ridurlo ad un ammasso di sangue e pelle.
Esco dalla stanza, abbandonando la penombra dolce per accogliere i raggi accecanti del sole mattutino. Nel piccolo salotto Sarah e i nipoti di Sam sembrano intenti in una conversazione divertente, che cessa non appena si accorgono di me.
Faccio un breve cenno della mano, sforzandomi di rivolgergli un sorriso. Sarah pare capire e ricambia il sorriso "Sam è nel giardino sul retro" mi informa come se avesse capito ciò di cui ho bisogno. Annuisco in modo secco prima di imboccare la porta che da sul giardino pieno di salici piangenti che lo adombrano perfettamente, lasciando circolare un venticello piacevole.
Sam lancia lo scudo con precisione e con forza tra un albero e l'altro, i tronchi foderati in modo da non scalfire o rovinare la corteccia. La maestria con cui afferra lo scudo attutendo l'impatto con il corpo, per un attimo, mi fa balenare un flash di Steve nella mente. Lui avrebbe mai permesso che succedesse una cosa del genere a Evanjeline?
Scaccio quel pensiero mentre scendo i tre scalini e arrivo accanto a lui, e prima che possa riafferrare lo scudo, lo faccio io al posto sui, sentendone le vibrazioni riscuotermi in tutto il corpo. Si gira a guardarmi come se se lo fosse aspettato.
"E' strano... riprenderlo in mano" dice sommessamente accennando un sorriso quasi impercettibile. "Il retaggio di quello scudo è... a dir poco complicato" continua mentre mi osserva stringere tra le dita lo scudo.
"Quando Steve mi disse che aveva in mente, nessuno di noi due aveva capito cosa volesse dire. Un uomo di colore tenere lo scudo..." vedo Sam irrigidirsi mentre stringe ancora più forte le braccia al petto. "...Come potevamo. Ti devo le mie scuse" aggiungo cono tono flebile mentre lui sospira gonfiando il petto ampio.
Allungo il braccio verso di lui, intorno a cui è stretto lo scudo, porgendoglielo in un gesto di scuse, di pace. "Mi dispiace" mormoro abbassando lo sguardo. Sam piega impercettibilmente un angolo della bocca in un sorriso, afferrando lo scudo con entrambe le mani "grazie" dice soltanto.
Raddrizzo la schiena sospirando "non è colpa tua se lo hanno dato a...Walker" pronuncio quel nome nel tentativo di mascherare il disgusto e il disprezzo che provo nell'ascoltare la mia voce scandire quelle lettere. "Lo capisco. Ma questo scudo è l'unico oggetto di famiglia che mi resta... Almeno della mia famiglia prima di Evah" cerco di sorridergli, nel tentativo di aprirmi a lui, di fargli vedere la ferita che mi porto dentro da quando Steve è se n'è andato.
Continuo a borbottargli cose su Steve e sullo scudo, di quanto mi sia sentito inadeguato, di come io abbia cercato di adattarmi a un mondo che non mi appartiene. Sam sorride dolcemente annuendo a ogni parole. "Buck" mi stoppa.
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Back to New York||Bucky Barnes
FanfictionLa figlia di uno dei sei originali torna a New York, in cerca di qualcosa di diverso dalla sua monotona e grigia vita, ma ciò a cui va in contro, non è di certo quello che sperava... p.s: gli avvenimenti (per la maggior parte) e il tempo sono frutto...