"ESCI IMMEDIATAMENTE DALLA MIA STANZA!" urlo infuriata indossando una maglietta e un paio di mutande. "Non vergognarti, ti ho già vista nuda" dice con tono calmo, ignorando le mie parole, mentre fruga curioso nel mio armadio.
Lo afferro per un braccio cominciando a trascinarlo verso la porta, ma riesce a fare resistenza e inchiodare entrambi al pavimento. Lo guardo infuriata "vai fuori di qua!!" sibilo velenosa, indicando la porta con il braccio. Fa una smorfia di disaccordo e riprende a cercare dentro i cassetti.
Lo guardo stupita "James Buchanan Barnes... se non esci immediatamente da qui, ti incenerisco il braccio, giuro" lo minaccio facendo nascere una debole fiammella sul palmo della mia mano. Si acciglia, e viene verso di me "ho lasciato un paio di boxer qua, e ne ho bisogno" borbotta bruscamente guardandosi intorno.
Vado verso la poltrona, afferro le sue mutande nere e gliele lancio in faccia. "Tieni le tue preziose mutande, ferro arrugginito. E ora esci da qui" sbraito, avvicinandomi alla porta e aprendogliela "sapevo che le tenevi per ricordarti quanto ti piace il mio cazzo" sussurra sfacciatamente al mio orecchio, causando una violenta scarica di brividi che mi percorre tutta la schiena.
Lo spingo con forza fuori dalla stanza "vediamo quanto resisti senza infilarlo da qualche parte il tuo coso, pezzo di merda" grido per poi sbattergli la porta in faccia.
Mi lascio uscire un urlo di disperazione dalla bocca, buttandomi a peso morto sul letto. Sono giorni che non facciamo altro che litigare, e offenderci a vicenda. Sapevo che le cose sarebbero state difficili, ma lui le rende impossibili da sopportare.
Mi copro la faccia con un cuscino, per lasciare che il nervosismo svanisca con il passare dei minuti, ma i miei pensieri e il tentativo di non alzarmi ed andare a strozzare Bucky, vengono interrotti dal cigolio della porta che si apre.
Sam mi osserva divertito sulla soglia. Lo guardo interrogativa "hai bisogno di qualcosa Sam?" dico in modo acido, mettendomi a sedere sul materasso.
Ridacchia, incrociando le braccia la petto "scusami... è Bucky che mi fa diventare così scontrosa" mi scuso, alzandomi e andando nella sua direzione. Scuote la testa "non preoccuparti, so che effetto ha quando si comporta in quel modo" alza gli occhi al cielo divertito.
"Perché sei venuto?" chiedo infilandomi velocemente un paio di pantaloni della tuta, che stavano stropicciati sulla poltrona. "Ha chiamato Parker, avrebbe bisogno di un passaggio" mi avverte, indicando con lo sguardo il piano di sotto, come per dire che ha chiamato al telefono fisso.
Annuisco "oh, okay mi vesto e vado a prenderlo, grazie Sam" gli sorrido grata, aspettando che esca dalla mia camera. Mi spoglio nuovamente, e con gesti bruschi e frettolosi, mi infilo una maglietta a maniche lunghe, un paio di jeans e metto sopra il cardigan di lana.
Mi trucco giusto per il gusto di farlo, e con passo svelto esco dalla stanza. Attraversando il corridoio, mi scontro con qualcuno. Alzo lo sguardo, incrociando l'espressione calma di Steve. Mi accenna un sorriso , che immediatamente ricambio.
"Vai a prendere Parker?" domanda, quando gli passo avanti e comincio a scendere le scale. Annuisco e poggio un piede sullo scalino successivo "oh bene... fai attenzione allora" aggrotta impercettibilmente le sopracciglia, borbottando quelle parole. "Come sempre, Capitano" sorrido nuovamente, per filarmela giù per le scale.
In salotto trovo Natasha, intenta a guardare qualcosa sul suo computer argentato. "Io vado Tasha, ci vediamo più tardi" annuncio spalancando la porta d'ingresso, facendo entrare una folata di aria gelida, che immediatamente mi fa rabbrividire. "okay a dopo tesoro" mi sorride dolcemente, ma prima che metta piede fuori dalla porta, una voce roca richiama la mia attenzione "il piccolo Parker ha bisogno della baby sitter" prende in giro, mettendosi accanto a Natasha sul divano.
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Back to New York||Bucky Barnes
FanfictionLa figlia di uno dei sei originali torna a New York, in cerca di qualcosa di diverso dalla sua monotona e grigia vita, ma ciò a cui va in contro, non è di certo quello che sperava... p.s: gli avvenimenti (per la maggior parte) e il tempo sono frutto...