capitolo 36

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Ehilàà, fatemi sapere nei commenti chi secondo voi potrebbe essere il misterioso Maverick ;)

Mi sveglio di soprassalto, sgranando gli occhi e sentendo immediatamente il sudore colarmi sulla fronte, nelle tempie, lento e caldo. MI guardo attorno sentendo il canto degli uccellini fuori dalle grandi finestre da cui filtra il sole.

Maverick si alza dalla poltrona nell'angolo tra il muro e la finestra, venendomi incontro con gli occhi leggermente spiritati e i capelli in completo disordine. "Grazie a Dio stai bene" ansima mettendosi una mano sul petto e piazzando l'altra sulla mia fronte, forse per sentire la temperatura.

Rilasso i muscoli tesi per via dell'orrendo sogno fatto poco fa. "Avrei dovuto avvertirti di questi miei sbalzi di umore" accenno un sorriso timido abbassando lo sguardo e avvolgendo le sue dita tra le mie.

Si siede sul bordo del letto osservandomi attentamente. Osservo la sua mano, una ferita ricopre il palmo e il dorso, ormai coperta da croste scure. Lo guardo inorridita sapendo di essere la causa di quel dolore. "Non hai idea di quanto sia dispiaciuta" mormoro vergognandomi.

Ritrae la sua mano dalla mia presa osservandosi le bruciature su entrambe le mani. "Non mi interessa Evanjeline. Non ho sentito neanche il dolore quando ti ho vista stesa per terra priva di sensi" scuote la testa come per voler mandare via quel ricordo.

Mi butto nuovamente sui cuscini morbidi, che si afflosciano sotto il peso del mio corpo. Mi passo una mano sulla fronte per mandare via quel sogno e guardo i fiori di ciliegio fuori dalla finestra, i cui petali rosa si muovono sinuosi sotto il comando di un leggero vento estivo.

"Stai bene?" mi domanda Maverick accarezzandomi una spalla nuda. Gli rivolgo il mio sguardo stanco e annuisco stiracchiandomi il collo teso. "No, perché hai perso i sensi per quasi due giorni" dice fissandomi, mettendo davanti agli occhi le sue occhiaie scure.

Gli accarezzo il viso sorridendo divertita "anche poco in realtà in confronto alle altre volte" gli dico trattenendo a stento una risata. Mi guarda aggrottando le sopracciglia in un'espressione confusa. "Ci sono state volte che sono stata senza sensi per più di tre giorni, soprattutto dopo aver perso il controllo o aver avuto queste visioni" mimo l'ultima parola tra le virgolette.

"Che cosa hai visto?" domanda alzandosi mentre la sua camicia di un cobalto leggero, sbottonata per i primi tre bottoni, rivela il suo petto dorato da cui pende una catenella con una medaglietta scintillante.

Mi strofino le dita sulle increspature della fronte corrugata cercando di riportare alla mente quei flash. "Ciò che ho visto non ha alcun senso. Solitamente le scene che mi balenano in testa sono, come dire...premonitrici" sospiro pensando che se davvero le cose che ho visto potessero accadere in un futuro...

Incrocia le braccia al petto mettendo in tensione i muscoli dei bicipiti, mentre mi guarda attento, senza distrarsi. "Ho visto le gemme, qualcuno che schioccava le dita, di nuovo. Ma non era lui, non Thanos, anche perché mio padre lo ha decapitato, non penso che cammini con la testa in mano" dico sbuffando con la frustrazione che mi scorre nelle vene.

Ha un leggero spasmo quando parlo di mio padre, ma non ci faccio caso, niente che sia importante, almeno credo. "Tu credi?...." dice in un sussurro lasciando in sospeso il resto della frase, come se quello che stiamo pensando entrambi sia inverosimile. "Non ne ho idea. Ma se ci fosse una possibilità, anche la più piccola e insignificante, non esiterei a provare, anche se mi costasse tutto" dico portandomi le ginocchia al petto e stringendole intorno alle braccia magre.

Annuisce poco convinto. "Dovresti prima pensare a rimetterti in forze. Ieri avrei potuto abbatterti subito, ma speravo di non doverlo fare" dice in tono leggermente risoluto ma confortante allo stesso momento. Alzo gli occhi su di lui, cercando di fargli capire che lo so, che sto cercando di rimettermi a posto.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora