Capitolo 55

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EVANJELINE'S POV

Vedo il corpo di Bucky essere lanciato dal retro di un camion, a quello davanti. Il vetro si infrange sotto l'impatto dei muscoli del super soldato. Continuo a correre restandomene dietro, invisibile a tutti, pronta ad attaccare cogliendoli di sorpresa.

"Merda" lo sento imprecare nell'auricolare che Torres mi ha lasciato nel Jet. "Si tesoro, è proprio la parola giusta" gli sussurro mentre lo vedo arrancare per tirarsi su e non finire sotto le ruote del camion.

Mi accorgo che strabuzza gli occhi, ma prima che possa rispondermi i due energumeni che stanno sulla superficie del camion lo afferrano per le braccia sollevandolo e tenendolo fermo. La ragazzina con la maschera nera e rossa, con un salto degno di super soldato, li raggiunge e con un facilità disumana tira un un pugno in pieno viso a Bucky.

Bene, è proprio il momento di entrare in scena. Aumento la corsa, sentendo il vento pungermi il viso e i capelli chiusi nella coda frustarmi la schiena messa al sicuro dalla tuta. Quando arrivo appena sotto il camion, la forza mi fluisce nelle gambe, che con uno scatto felino si staccano da terra facendomi atterrare a un metro da loro.

I due uomini, aumentano la presa intorno alle braccia del mio uomo, che cerca di riprendersi da quel pugno micidiale, mentre la ragazza con i riccioli rossi si gira a guardarmi, il volto coperto dalla maschera mi impedisce di analizzarne i tratti.

Le rivolgo un sorriso feroce,come un predatore fa con la sua preda. "Mamma e papà non ti hanno insegnato che quando metti le mani su qualcosa che non ti appartiene poi ne paghi le conseguenze?" le domando inclinando la testa di lato, in modo subdolo e selvaggio.

I miei occhi diventano due tizzoni ardenti di fuoco e fiamme, e la vedo indietreggiare di un passo. Dietro di lei Bucky mi guarda con gli occhi di chi sa che deve essere grato per quello che sta succedendo.

"Lui è nostro ormai" ribatte lei cercando di mantenere il tono fermo, tagliente. Ma lo sento il vibrato che la tradisce, che tradisce la sua paura, e sento anche il mio istinto primordiale pregarmi di incenerirle la facci nascosta sotto la maschera per quelle parole. Allargo il sorriso, lo stesso di un'assassina che rivendica ciò che le appartiene.

"Io dico che devi mettere giù le mani bambina" sono le ultime parole che le rivolgo prima di scattare nella sua direzione. Crede di essere più veloce, ma prima che possa allontanarsi la mia mano le si è già stretta intorno al collo con forza.

Senza aspettare che si dimeni e cerchi di liberarsi dalla presa, con un gesto fulmineo del piede la mando a terra, sentendo le ossa delle spalle scricchiolarle quando impattano col metallo rigido del camion.

I due uomini ancora tengono Bucky fermo, con una forza che mai mi sarei aspettata. Lo guardo di traverso con il sottofondo dei versi lamentosi della ragazzina. "Certo che potevi evitare di farti fare il culo da un'adolescente" lo rimprovero prima di sferrare un calcio nell'addome si uno di loro, che molla subito la presa rotolando a terra.

Bucky ora con il braccio di vibranio libero, lo muove in direzione dell'altro Flag Smasher, colpendolo sul collo e obbligandolo a lasciarlo andare. Si ricompone, agitando il braccio con uno scatto, pare per riequilibrarlo.

"Oh non c'è di che amore mio" lo prendo in giro rivolgendogli un sorriso sornione. Mi guarda torvo con quegli occhi color del mare. "Ti ringrazio io al posto suo, ma dovete darvi una mossa" Sam grida nell'auricolare prima che qualcuno mi afferri i capelli e mi tiri indietro, facendomi perdere l'equilibrio e ritrovandomi con la schiena sula metallo freddo.

La ragazzina mi guarda dall'alto, facendo uscire un ringhio dalla bocca, prima di sganciare un calcio., che evito rotolandomi più distante. Mi rimetto in piedi con uno slancio, mentre Sam atterra nel camion affianco intendo a combattere con altri ribelli.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora