capitolo 13

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Bussano freneticamente alla porta, facendomi sobbalzare e distraendomi dai miei pensieri. "Arrivo, ho quasi fatto!" urlo, cercando di sovrastare il rumore del phon. Bussano nuovamente, con più vemenza. Sbuffo infastidita spengendo il phon, e con due passi arrivo alla porta.

La spalanco irritata, facendola sbattere contro il muro. Mi guarda con un ghigno divertito sul viso. Alzo gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto. "Che vuoi James?" ringhio osservando i suoi capelli disordinati.

"Ho bisogno del bagno" risponde perentorio, facendo un cenno verso l'interno. Aggrotto le sopracciglia "non so se te nei sei accorto, ma ogni camera ha il suo bagno, compresa la tua" ribatto, cominciando a gesticolare nervosamente con le mani.

Mi osserva silenzioso, alzando un sopracciglio "non so se ti sei accorta che questo è l'unico con la doccia in cui ci si può sedere" mi spiega mettendomi le mani sulle spalle e spostandomi agilmente "seriamente devi usare ORA il bagno, perché c'è la doccia in cui sedersi?" alzo il tono della voce, più infastidita di prima.

Fa spallucce aprendo l'anta di vetro della doccia "certo" ammette sfacciatamente togliendosi le scarpe e i calzini. Lo guardo aspettando che esca e la finisca di giocare. Ma perdo le speranze quando si toglie la maglietta, mostrando i suoi addominali scolpiti.

Alzo le mani verso l'alto, girandomi e riprendendo in mano il phon "sei dannatamente insopportabile" lo accuso osservandolo con solo i boxer addosso. "Io? è mezz'ora che sei qua dentro" sbraita indicandomi con la mano.

"Si certo va bene..." scuoto la testa lasciando cadere delle goccioline dalle punte dei capelli. "Bene, io entro" annuncia, e qualcosa mi cade sulla testa. Quando alzo lo sguardo sullo specchio, le sue mutande nere mi coprono la nuca.

Le prendo per un angolo, con solo due dita e le lancio a terra, come se fossero velenose. "BARNES!" urlo girandomi verso la doccia. I vetri sono già appannati e quindi impediscono alla mia vista di ammirare il suo corpo nudo.

Dannazione, devo smettere di pensare alla sua bellezza mozzafiato, mi distrae dal picchiarlo a sangue. Busso al vetro con una nocca "che cosa c'è adesso?" domanda sbraitando "che cazzo ti passa per la testa quando decidi di lanciarmi le tue mutande sudice in testa?" urlo infuriata.

Lo sento ridere "pensavo di averti mancata" dice con un finto tono dispiaciuto. "Ne ho abbastanza di te Barnes, è una settimana che non fai altro che portarmi all'esasperazione. Adesso basta" squittisco togliendomi l'accappatoio e lasciandolo cadere, rimanendo completamente nuda.

Entro nella doccia chiudendo l'anta. Mi guarda sgranando i suoi occhi cristallini. "Che diavolo stai facendo?" alza il tono della voce, mentre una scintilla di desiderio gli trapassa le iridi. Sorrido divertita "Cos'è? ti senti in imbarazzo?" domando ironicamente facendo un passo verso di lui.

I suoi capelli bagnati sono tirati all'indietro, e le goccioline che scorrono sui suoi pettorali lo rendono maledettamente ancora più sexy del solito. Si appoggia alla parete di piastrelle azzurre. Mi metto con il corpo a pochi centimetri dal suo e l'acqua bollente mi percorre nuovamente i capelli e tutto il corpo.

La sua erezione si fa sempre più evidente "quindi? imbarazzato?" ripeto abbassando la voce e poggiando i palmi delle mani sul suo addome, che immediatamente si contrae al mio tocco.

Deglutisce passandosi la lingua sul labbro inferiore. Sa che quel gesto mi fa perdere ogni volta la testa e lo usa per ribaltare la situazione.

"Userei un aggettivo diverso..." sussurra intrufolandosi con le mani tra i miei capelli e tirandoli leggermente. Mi mordo il labbro guardandolo insistentemente negli occhi.

Back to New York||Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora